martedì 14 aprile 2020

Scrivere qualcosa da casa

Scusatemi l'assenza - come sempre, il tempo vola, e la voglia di scrivere è molto calata, di questi tempi. Principalmente non so di cosa scrivere. Ma mi rendo conto di avere un "impegno" con chi passa da questa pagina, soprattutto se nel mio ultimo post si semi-scherzava sul coronavirus e indicava un mio possibile contagio di tubercolosi...
No, non ho la tubercolosi, e non ho flirtato in nessun modo con il Covid-19. Va detto che se il vecchio tubercolotico che mi tossì in faccia a Dicembre, l'avesse fatto a inizio Marzo, probabilmente per lui sarebbe finita molto male, ma non è tempo per i rancori.

Che tempo è, in effetti? Non so, lo vedo come tempo sospeso e sprecato. Sono a casa da oltre un mese, non sto combinando niente. Ho perso un mese di stipendio e ho dovuto pagare con i miei soldi (che, sì, sono diversi da quelli "del negozio", che stanno a zero) i fornitori, cosa che dovrò fare anche in Aprile. Che divertimento - anche se riaprissi a Maggio/Giugno, penso che qualsiasi mio stipendio fino alla fine dell'anno sarà azzerato dai soldi che ci ho rimesso in questo periodo.

Non è che ci sia molto da fare. Ho pensato a servizi come "lascia nella cassetta della posta l'orologio per cambiare la pila, te la portiamo a casa", ma innanzi tutto non sarei autorizzato a circolare, e poi viviamo in un mondo in cui ci vorrebbe niente ad aprire contestazioni: gente che lascia l'orologio con vetro scheggiato che poi ti dice che il vetro era perfetto, gente che dice di aver consegnato un Cartier anzichè un Lorenz, Rolex falsi... è impossibile un servizio del genere, senza vedere cosa mi viene consegnato. Non crediate che ora sono tutti più buoni e comprensivi.

Poi, pensiamo al futuro. Al futuro delle pile, principalmente. Non credo che si venderanno orologi per un bel po' di tempo (e purtroppo per le ditte, non ne potrò nemmeno comprare di nuovi, almeno fino a Settembre), mentre è probabile che "camperò" di pile. Ma come cambiarle? Con i guanti in lattice è spesso un casino (ci abbiamo provato varie volte, io e il tecnico delle pile). Spesso l'orologio viene tolto bello fragrante da un polso sudato e consegnato. Tossire nell'incavo del gomito, vuol dire tossire vicinissimo all'orologio. Come posso proteggermi? Tra l'altro il tecnico ha 63 anni - categoria abbastanza a rischio. Forse il suo posto di lavoro principale (per me lavora -a cottimo- la sera) è in pericolo, visto che il negozio per cui lavora potrebbe non riaprire. Ma il tecnico tutto il giorno presente nel mio negozio, lo dico sempre, non potevo permettermelo prima, figuriamoci ora.
Quando riaprirò, prevedo che il primo giorno, diciamo la prima settimana, vedrò almeno 50 orologi per pile al giorno. Ma anche di più. La fila fuori dal negozio, per consentire l'ingresso ad una persona per volta, dove arriverà? Sarò il negozio più invidiato della città?
E i miei clienti vecchi avranno imparato qualcosa da questa vicenda? Tipo l'educazione? L'avere meno fretta?

Insomma, io vorrei riaprire, perchè vorrei fare soldi. Ma so che quando riaprirò, sarà un nuovo inferno.
Non è che io sia esattamente serenissimo, cerco di non pensarci, in queste giornate che scorrono tutte uguali.