Finalmente sono potuto uscire di casa per un giro nel quartiere.
Prequel: il mio condominio ha un giardino grosso (ma veramente grosso!), quindi spesso in queste settimane sono sceso per un giro da semi-recluso, o per leggere sdraiato sull'erba. Settimana scorsa, una condomina mi chiede quando riapro il negozio, che deve cambiare il cinturino e i due orologi di sua mamma sono scarichi.
Sempre settimana scorsa, di ritorno dal supermercato, nel garage una condomina mi racconta che deve cambiare la pila.
BENE.
Torniamo a ieri. Vado dal panettiere, uno sconosciuto mi blocca:
"Scusa! Scusa! Sei aperto?"
"Se sono qui alle 11.40 del mattino, no, purtroppo non sono aperto."
"Devo portare delle pile"
"Riapro il 19, grazie"
Volevo scrivere questo post ieri. Poi mi sono attardato, e stamattina, mentre facevo quattro passi, ore 10.15.
"Buongiorno, signor xxx! Ho in borsa un orologio di mia mamma per cambiare la pila, glielo posso lasciare?"
"Mi spiace, il negozio è chiuso, non posso lavorarci su"
"Ah, pensavo che apriste a orari strani diversi dal solito"
"Riapro il 19, ci vedremo quel giorno"
Ora, lo so che in molti non capiranno o non empatizzeranno con il senso di questo post.
La recessione è alle porte. In molti hanno perso il lavoro. Io per ora in questi mesi, oltre ai mancati incassi e a non avere ricevuto nessuno stipendio, ci ho perso circa 5.000 euro che non torneranno mai nelle mie tasche, ma il lavoro rimane mio, sì posso riaprire e tornare al lavoro. In tanti penseranno "beato chi ha lavoro". Sì, dei soldi entreranno nelle mie tasche, sono grato che ci siano delle persone che vogliono venire da me per un servizio che offro. Ma la mia vita sta per diventare un inferno. Se la giudicavo un inferno lavorativo prima, ora sta per diventare peggio.
Non sono per niente sereno, sulla riapertura con regole ancora per nulla chiare, con il virus ancora in giro, con la voglia di spendere probabilmente azzerata, con la necessità di far capire alla gggente che dovrà rispettare le regole nel mio negozio.
Se leggete questo blog da tempo, avrete ben presente del tipo di umanità che c'è in giro.
Se non lo leggete da tempo (o se non lavorate a contatto con il pubblico), "non potete capire" e lascerete un commento caustico. Perché sognare una vita migliore è un delitto, chiaramente, per uno che "almeno sta facendo dei soldi".
PS: MA POI, COME FANNO A RICONOSCERMI MENTRE HO SU LA MASCHERINA CHE MI COPRE META' FACCIA? Io non riconosco nessuno già normalmente, figuriamoci ora con le mascherine!
Ciao orolfrust!
RispondiEliminaSuccede anche a me che mi fermino per strada a chiedermi quando riapro (anche commercianti, ma dico io se sono in giro alle 11 del mattino fatti due calcoli no?)e sinceramente temo anche io la riapertura, far capire ai clienti che devono entrare uno alla volta, disinfettarsi le mani, mascherine da spostare dal viso prima di entrare per farsi riconoscere, disinfettare tutti gli oggetti luridi che mi porteranno...
A tutto questo sommiamo le solite rotture di palle del cliente medio.
Che qualcuno ce la mandi buona!