lunedì 18 maggio 2020

Notte prima della riapertura

Ci siamo, domani si riapre il negozio, dopo oltre due mesi di stop completo (due mesi con incasso zero e i fornitori da pagare). Non ho voglia di riaprire. Sono preoccupato. Prevedo un casino indescrivibile. Sì, sento di essere vittima della "sindrome della capanna". Non è stato facile stare a casa questi mesi, ma ora che mi ci sono abituato, uscire per lavorare mi rende nervoso. Ma va fatto, e lo farò.

Avevo in mente di scrivere tante cose in questo post, cose negative perché "conosco i miei clienti". Volevo sfogarmi.
Probabilmente la 75enne che al mercato cittadino, aperto solo per alimentari e con due zone distinte di entrata e uscita, che settimana scorsa ha fatto intervenire i carabinieri perché lei AVEVA IL DIRITTO di uscire dall'entrata "perché è più comoda", è una mia cliente.
Almeno due miei clienti sono morti per coronavirus. Erano persone sgradevoli, a dirla tutta, però fa impressione a pensarci. Li ho riconosciuti dal cognome particolare, chissà se altri me li sono mancati.
Insomma, volevo sfogarmi, perché onestamente penso la mia vita lavorativa diventerà un nuovo girone dell'inferno, con code fuori dal negozio (si entra uno per volta! io spesso servivo due persone insieme, a volte anche tre), discussioni infinite, generale senso di insicurezza.
Avrei voluto andare nel dettaglio delle mie paure.

Ma adesso che sono davanti allo schermo a scrivere, a meno di 10 ore dalla riapertura, la mente si è bloccata. Non ho voglia di scrivere solo di cose negative.
In realtà, non riesco nemmeno a trovarne di positive, in questa riapertura. Forse la cosa positiva è che, non facendo acquisti di nuovi orologi per i prossimi 3 mesi (non posso permettermelo, pazienza se non avrò i nuovi modelli fino a Settembre), potrò testare un diverso approccio economico, basato solo sul servizio che la gente vuole da me: pile e cinturini. Io continuo a dire che di quelli non si può campare, soprattutto perché per lo Stato io invece dovrei continuare a vendere dozzine di orologi ogni mese, e mi chiederà le tasse di conseguenza.
Ho pensato ad un servizio di "home delivery" degli orologi con le pile cambiate, ma dopotutto quando bene ho consegnato 4-5 orologi in un'ora, per un gran totale di tipo 25-30 euro, a cosa è servito, tenendo il negozio chiuso? Mi sarebbe piaciuto lanciarmi nella moda della consegna a casa, ma non credo sia un genere merceologico per il quale possa servire.
Ecco sì, ci provo ma non sprizzo ottimismo.

Vorrei aderire al motto "andrà tutto bene". Vorrei.
Non riesco.

A presto... spero.

5 commenti:

  1. Buna fortuna orolfrust!
    Io ho aperto ieri e in due giorni una ciquantina di pile le ho cambiate ma grazie a dio ho anche venduto un orologio, qualche cinturino, un solitario e varia bigiotteria quindi per ora non mi lamento, ma so che sarà una cosa momentanea probabilmente.
    Collega Frustrato Friulano

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  2. Tieni duro, vedrai che sara' meno peggio di quel che pensi.... oramai hai esperienza

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  3. Buona riapertura, orologiaio. SPero che le cose vadano meno peggio di quanto preventivato. Facci sapere.
    So che non è di nessun aiuto, ma sappi che leggo il tuo blog da molti anni ed è uno dei pochissimi che mi piace rileggere più e più volte!

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  4. Com'è andata? Anche se probabilmente le tue previsioni erano giuste...
    Per l'home delivery ci vorrebbe un collaboratore volontario, uno consegna e uno presidia il negozio, qualcuno di famiglia. Finché non hai altri introiti puoi aumentare leggermente le tariffe per il cambio pila?

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