venerdì 14 luglio 2023

Reazione spropositata

 Faccio una premessa per chi non conosce gli orologi Suunto di 20 anni fa, la scrivo adesso così poi potete gustarvi l'intera scenetta tutta di seguito, veloce e brutale com'è accaduta in negozio - mi spiace se la premessa è più lunga del racconto e se magari serve a poco!

I primissimi Suunto avevano un tappo in plastica da svitare per cambiare la batteria, tipo Swatch ma ancora più morbido, una scelta assurda (gli Swatch hanno il tappo in acciaio, e anche i modelli successivi di Suunto hanno il tappo in acciaio). Non ho idea di chi abbia progettato quella chiusura, ma era qualcuno che non sapeva che la gente non si lava e non toglie mai l'orologio dal polso: basta un po' di sporco e questi tappi di bloccano, e se devi fare forza su un tappo di plastica, finisce che lo rovini. Negli anni ho visto tantissimi tappini rovinati al punto da non poter nemmeno più aprire l'orologio, il filo completamente slabbrato. Allego una foto del "prima", e una foto del "dopo" (sono foto recuperate su internet, giusto per capire in che modo si può rovinare il tappo - ma ci sono mille altri modi per rovinarlo - anzi, quello nella foto è ancora "recuperabile", ma pensate se fosse slabbrato in ogni centimetro).




Sto dando il resto ad una signora gentilissima che aveva ritirato due orologi e ne stava lasciando un altro, per la pila.

Suona il campanello tre volte: drin - drin - driiiiiiiin. Ok, ok, apro, un secondo...

Finisco di servire l'altra signora e passo alla nuova entrata, 50 anni, in mano un Suunto Altimax (vecchio di almeno 20 anni) e una batteria ancora confezionata.

"Buongiorno, provo a chiederle se per caso lei è capace di aprire il tappo di questo orologio senza farmi andare nel negozio dove vado solito."

"Sì, vediamo" 

"Loro di solito me lo aprono con una moneta da 20 centesimi."

Prendo in mano l'orologio, e noto che il tappo è quasi completamente liscio: sarà una missione complicata. Come meraviglioso bonus, nella fessura è tutto pieno di sporco - ma lì basta una punta di cacciavite per toglierlo, per carità. E' solo un bonus. Però devo avvisare che il tappo è in pessime condizioni.

"Allora, sì, la avviso che il tappo è molto rovinato, bisogna vedere se si riesce ad aprire, ma possiamo provarci."

Mi strappa l'orologio di mano.

"Se inizia così, partiamo già male."

"Sto solo avvisando che l'orologio è un po' rovinato, lo vede anche lei."

Mi volta le spalle e se ne va. Mentre esce, le dico:

"Che nervosismo, signora."

"Queste cose mi fanno incazzare, arrivederci."

"Ciao, ciao! Ciao!"

I più attenti avranno notato inconsciamente l'ulteriore bonus: la signora aveva in mano una batteria ancora confezionata - avrebbe sicuramente voluto il lavoro gratis.

Ma vaffanculo.


17 commenti:

  1. Una così meglio perderla che trovarla… guarda il lato positivo: si è tolta dalle palle in pochissimo tempo in maniera del tutto autonoma. Più che altro, mi chiedo sempre quanto è frustrata e vive male una persona che reagisce così, per delle cose che poi fondamentalmente non sono importanti.

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    1. E' quello che penso e auguro anche io: se se la prendono così tanto per delle cazzate, un lieve scompenso miocardico è dietro l'angolo. Spero che lo accolgano bene.
      Una reazione del genere è proprio di una persona che non sta bene con il mondo.

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  2. Molto fine ed elegante anche nel farti intuire che tu sia l'ultima ruota del carro, che viene da te solo perché "l'altro negozio in cui va di solito" sarà chiuso o chissà che altro.

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    1. Succede spesso anche a me e non capisco come nel loro cervello possa sembrare un modo furbo di richiedere uno sconto, non ne vedo altro significato a un comportamento del genere.
      "trattami bene eh, che io sono cliente fisso da un'altra parte!"

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  3. Simpaticona la signora, per di più con la pila confezionata in mano che è la cosa che mi sta più sul cazzo di tutta questa storia!
    Se non fossimo a centinaia di chilometri potrei veramente dire che sono gli stessi personaggi che vengono da me nell'estremo nordest!
    Settimana scorsa, cambio pila, apro l'orologio e vedo una pila 616 tenuta ferma da una brida con una vitina minuscola e incastro a T dall'altro lato.
    Ci metto cinque minuti buoni perchè questi fermapila sono fastidiosissimi e una volta su due partono stile razzo in chissà quale angolo del negozio.
    Riconsegno l'orologio funzionante, chiedo i cinque euro canonici e la moglie del cliente con fare sospettoso e indispettito mi chiede indietro la pila vecchia perchè "è curiosa".
    Faccio presente, visto che avevo capito l'intenzione "furbesca", che non è una pila così comune e non si trova al supermercato o al brico (solitamente di scarsa qualità e mezze scariche ndr) e...occhio al fermapila!
    Escono borbottando tra loro che cinque euro era troppo...vorrei essere lì quando la prossima volta la cambierà lei, magari smangiando la guarnizione rigida in plastica del fondo, perdendo vite e brida, per provare a mettere una 626 sfondando il movimento, "tanto è solo un pò più spessa!".

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    1. Caro collega del Nordest, siamo molto vicini geograficamente, io ho attività a Udine, e pure per gli stessi personaggi, ma quelli purtroppo sono ubiqui; per tutti gli orologiai, e in generale chi lavora a contatto con il pubblico.
      A me quando esordiscono così già gli rispondo male, ormai ho la miccia corta anch'io a forza di sprecare pazienza. Se una/o mi dice >"Queste cose mi fanno incazzare, arrivederci."
      a me proprio si chiude la vena... qualcuno l'ho gia mandato affanc... ma poi mi dispiaccio perchè mi sono abbassato al loro livello
      Giordano

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    2. Collega anonimo 1: sei ancora bravo perché hai provato ad avvisarla (anche se ironicamente) dei pericoli del cambiare quella pila da sola. Io ormai sorrido e non dico niente, mentalmente li invito a provarci, non dò più consigli ai McGyver, e rido perché so che finirà malissimo.
      Collega anonimo 2: anche io ho la miccia corta ormai e ho capito che tanto a mandare a fanculo un """"cliente"""" di questo calibro non cambia niente, se si finisce a discutere sul serio. Sono persone sconosciute, che vogliono sfruttare il tuo lavoro con un senso di superiorità. Non ne ho bisogno, possono levarsi dalla mia vita in maniera indolore o fastidiosa, la decisione sta a loro per come si comportano.

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  4. Per fidelizzare un cliente qualche lavoretto gratis all'inizio bisogna metterlo in conto

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    1. Ha ha ha ha fidelizzare il cliente, ha ha ha quale cliente?
      Quello che arriva arrogante e con la sua pila in mano, che ti dice che di solito va da un'altra parte e che si pone in maniera sgarbata e maleducata?
      La porta è aperta pregooooo
      Comunque è palese che sei un troll

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    2. Concordo che si tratti di troll. O di persona con ideali del lavoro fermi agli anni 60, quando le cose funzionavano in maniera molto diversa. Non mi dilungo oltre, è una frase di un semplicistico disarmante, che non tiene conto di tante variabili del mondo moderno e che, come banalità e livello di errore, è pari a "il cliente ha sempre ragione".

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    3. Un ""cliente"" che pretende un lavoro gratis da uno sconosciuto, è semplicemente uno stronzo. E viva il cielo, non ho necessità di avere a che fare con degli stronzi. Ne avessi ripenserei a tutte le scelte sbagliate che mi hanno portato a quel punto.

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  5. Avresti dovuto tu per primo vista soprattutto la batteria confezionata che aveva in mano dirle di andare per le ferie a Cagary che non è la nota città sciistica canadese. 😉

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  6. L'errore è stato esordire con il "Possiamo provarci". E sì che ne hai di esperienza Orofrust! Dovevi subito accettare il lavoro e fare un preventivo di 40 Euro per smontaggio e sostituzione coperchio (troppo rovinato) e cambio pila (la sua, altrimenti per una delle tue pile il preventivo saliva a 50 Euro).
    E' chiaro che la signora non voleva spendere nemmeno un Euro, ma cercava esclusivamente qualcuno che le aprisse gratuitamente il coperchio del vano batteria. Naturalmente lei avrebbe strabuzzato gli occhi e finto un mezzo svenimento. "Ma come, 40 Euro!" E tu le avresti risposto, senza tradire la minima emozione, che sì, effettivamente le avevi fatto uno sconto sostanzioso perché era cliente del negozio dove andava di solito, negozio col quale tu sei in ottimi rapporti. "Ma se nemmeno sa che negozio eh!", "Non importa, è un collega. Io sono in ottimi rapporti con tutti i miei colleghi e per i clienti dei miei colleghi faccio sempre lo sconto".

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  7. La soluzione migliore, tra tutte quelle proposte in questo blog nel corso degli anni, secondo me resta quella della pila self service: lascia un tavolo in un angolo con pinzette e cacciavite (magari fissati con una catena così il cliente non se li frega), e a tutti i clienti che dicono che il lavoro costa troppo puoi dare la pila (in questo caso la signora ce l'aveva già), indicare il banco e dire "Vuoi provarci tu? Accomodati!"

    I guadagni verrebbero da tutti i clienti che dovranno comprare un orologio nuovo dopo avere completamente distrutto il loro, e dai video che potrai pubblicare su Youtube "come NON cambiare una pila"

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  8. Di’ la verità, liberati la coscienza: tu nel tempo libero vai nelle case delle anziani che non sanno fare la ricerca canali sul TV, e ti fai pagare 70 euro per premere un tasto sul telecomando. Poi dici che devi lavare le mani, e gli frughi nei cassetti. Di Giangi… un giorno a cambiare la batteria e trovi chi ti lascia l’orologio? Giusto nel nord est trovi gente così mansueta da lasciarselo fare. Dalle parti tue, eri senza denti dopo 5 giorni, Di Giangi

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    1. La cosa buffa del tuo commento è che si trova sotto una storia nella quale mi sono comportato in maniera iper-professionale, facendo notare un possibile problema prima ancora di mettere mano all'orologio, e ho ricevuto una reazione veramente da pazzi.
      Il resto del tuo commento è un'altra favola buffa, fra accuse di rubare alle persone, quel "di giangi" che non capisco cosa significhi e l'accusa al nord-est di essere mansueto. A me hai fatto ridere, tanto quanto si spera che rida (DI ME, sì, di quel che subisco sul posto di lavoro) chi legge questo blog. Se non ti piace me ne farò una ragione, se ti fa arrabbiare mi spiace per te.

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