mercoledì 12 marzo 2025

I numeri della chiusura

Mi è arrivata l'ultima rata dell'IVA che pagherò relativamente al negozio, conteggiata sulle vendite dell'ultimo trimestre di apertura, e mi è venuto in mente che non avevo mai scritto il post sui 2 mesi di svendita totale. In effetti non scrivo da un po', me ne scuso, ma lontano dal negozio, lontano dal cuore.

In ogni caso: gli ultimi due mesi di apertura del negozio sono stati una favola. Ho chiuso con un bel ricordo del lavoro in orologeria, perché i mesi sono stati dedicati alla vendita. Ed è stata una vendita-fiume, non avrei mai immaginato di vendere sostanzialmente tutto. Tornavo a casa distrutto dal lavoro, sembrava di stare ai vecchi tempi (circa 2007-2010) quando sotto Natale avevo 2 aiutanti e ancora facevo fatica a star dietro al lavoro. 

E' stato un miracolo, diciamo che il nome storico del negozio è stato speso tutto per questa svendita: sì, molti clienti venivano per comprare qualcosa, un ricordo, un segno per starci vicino.

Volete dei numeri? Tenete a mente che ho venduto tutto al 30% di sconto.

Casio 53 (venduti tutti, zero rimanenze dal 15 Dicembre)

Citizen 92 (venduti tutti al 23 Dicembre)

Citizen RadioControllato 6 (finiti tutti, già a fine Novembre)

Lorenz 17 (ne vendevo 1 all'anno negli ultimi anni - li ho terminati)

Vagary 71

Cucu 3 (finiti a Novembre, ne vendevo 1 ogni 2 anni)

Morellato Gioielli 168

Ci sono altre marche, ammontano almeno ad un altro centinaio di orologi fra Capital, Squadre di Calcio, Ferrari e altro che magari era rimasto come fondo di magazzino.

Ecco, un appunto sui gioielli Morellato, di cui MAI ho parlato nel blog: erano una cosa venuta in seguito alla decennale vendita di cinturini Morellato, avevo posto e avevo accettato di dedicare parte della vetrina ai gioielli Morellato. Devo dire che non mi hanno mai dato problemi di clientela, non ne ho mai parlato sul blog perché a memoria nessun cliente si è dimostrato folle nella scelta di Morellato, e poi volevo concentrarmi solo sugli orologi.

In ogni caso, negli anni ne avevo accumulati troppi, in magazzino. Pensavo ne avrei venduti la metà ad andar bene... invece ne ho venduti 168, la gente si buttava su oggeti anche di 15 anni fa.

Devo ringraziare moltissimo, oltre a mia mamma che a oltre 70 anni è tornata al bancone delle vendite per tenere a bada le orde di clienti con i soldi in mano, anche la commercialista: quando le chiesi consiglio per la svendita, le dissi che l'avrei iniziata a fine Novembre, il giorno del Black Friday, ma lei mi disse che sarebbe stato meglio anticipare a inizio Novembre, così la gente avrebbe iniziato a pensare da lontano ai regali di Natale, e avrei avuto più tempo per la svendita.

E' stato un consiglio fondamentale, non sarei riuscito a vendere così tanto in un solo mese (ma proprio per questioni fisiche, non posso fare 4 vendite ogni 10 minuti), e mi ha dato tempo di aggiustare il tiro su alcune cose.

Pensate che avevo già stampato un cartello enorme "Promozione Black Friday: solo per oggi tutto a -50%", ma siccome le vendite volavano così alto, non ne ho avuto bisogno. Pensavo di scontare tutto al 50% il 23-24 Dicembre e gli ultimi 3 giorni dopo Natale. E invece... semplicemente, il 23-24 Dicembre non avevo praticamente più nulla in casa, era inutile fare ulteriori sconti. E fino all'ultima ora di apertura, la gente ha comunque continuato a comprare, accontentandosi di orologi che magari non piacevano.

Il risultato? In casa mi sono rimasti 11 orologi (non scherzo! è meno della collezione di un appassionato!), e una trentina di oggetti Morellato. 

E soprattutto, già a Novembre avevo chiuso i prestiti fiduciari con le banche (20.000 euro in tutto), e ho messo da parte dei soldi per me e per le tasse che arriveranno salate per tutto il 2025. Sì, ho chiuso con un attivo e dei soldi in tasca per pagarmi l'anno sabbatico che mi sto prendendo.

E' stato un periodo fantastico, il periodo che ricorderò con passione e affetto perché ero tornato a vendere e le follie dei clienti si erano ridotte, e perché la meta era sempre più vicina.

E' stato un vero miracolo però, sono stato molto fortunato (oltre che bravo). Capisco che la maggior parte dei negozi purtroppo chiuda con un magazzino enorme, e con i conti ancora non in regola. Ho pianificato, ho avuto fortuna, e penso a quei giorni con piacere e ringrazio i clienti che mi hanno permesso questo risultato.

Non vi sareste mai aspettati di leggere queste righe qui, eh? Io che ringrazio i clienti. In realtà di persone "normali" ne ho viste a centinaia, in questi anni - solo che ho scritto solo delle peggiori, ovviamente. 

martedì 7 gennaio 2025

Notizie sull'autore

Mi chiamo Paolo Bianco, oggi ho 48 anni, per 19 anni ho gestito una orologeria (e questo blog).

Fa impressione che la prima mini-biografia del blog recitava "Mi chiamo p., ho 29 anni, gestisco un negozio di orologi in una cittadina del Nord". E' passata veramente una marea di tempo, ma io di fondo sono rimasto lo stesso.

Non mi sono mai identificato con il mio lavoro come "commesso/gestore di un negozio di orologi": quando in giro conoscevo nuove persone e dopo poco veniva posta la classica domanda "che lavoro fai", ho quasi sempre risposto "lavoro in un negozio" senza approfondire il mio ruolo o che negozio fosse. Quando volevo sentirmi più a mio agio, in effetti, dicevo che il mio lavoro "preferito" era quello che in realtà era il secondo lavoro: scrivere di musica

Dal 1998 scrivo recensioni, faccio interviste, scrivo live report dai concerti, faccio foto ai concerti. Era il lavoro che stavo facendo prima che mio padre morisse all'improvviso, prima di "ereditare" il lavoro nell'orologeria partendo da zero. Nel 2006 avevo già un bel curriculum con decine di storie di copertina per Metal Shock, e scrivevo di rock (quasi in incognito) su riviste molto più mainstream come All Music Magazine. Nel 2005 venni convocato da quello che oggi è uno dei più famosi "imprenditori di sé stesso" (Marco Montemagno) per far parte del team iniziale di Blogosfere, una piattaforma di blog specializzati che crebbe in maniera enorme, fino ad essere venduta al Sole 24 Ore. Io ero l'unico gestore del glorioso blog MusicaMetal (la pagina su Facebook è ancora bella grossa, e vorrei riprenderla in mano in questi giorni), poi venni accorpato al più grosso Soundsblog, e insomma nel frattempo scrissi per Metal Shock, Rocksound, Metal Hammer.

E' questa la mia passione, che non ho mai abbandonato: ancora oggi scrivo per Soundsblog e per Punkadeka, l'ho sempre fatto anche fra un cliente e l'altro in negozio. A volte chiudevo il negozio mezz'ora prima per andare a vedere un concerto (fortunatamente abitando vicino a Milano, i tempi per raggiungere i concerti erano brevi).

Se vi piace come ho scritto su questo blog e avete curiosità di leggere qualcos'altro di mio, posso segnalare che fra Maggio e Giugno ho scritto tre articoli molto personali, li ho chiamati "la trilogia dell'invecchiamento" perché nel live report parlo della presa di coscienza di non essere più dei ragazzini (grazie a Gli impossibili che compivano 30 anni di attività), di nostalgia dei tempi che non torneranno (grazie ai NOFX, che hanno suonato l'ultimo tour prima della pensione), e anche una riflessione sul fatto che troppi amici hanno già lasciato questo mondo (un saluto a WaterTower / Izzy Day).

Se avete un po' di tempo e avete da tempo passato i 35/40 anni, magari vi potrete immedesimare nei sentimenti espressi, anche se non conoscete le band nello specifico. Mi farebbe piacere se qualcuno lo leggesse, fatemi sapere se sono riuscito a colpire i vostri sentimenti.

Gli articoli sono qui:

Gli Impossibili e l'ineluttabilità dell'invecchiare

NOFX Final Tour: quant'è bella giovinezza, che si fugge tuttavia

Izzy Day 2024: continuare a suonare, anche per chi non c'è più

Poi un progetto a cui ero molto affezionato durante la pandemia (e che ogni tanto vorrei riprendere) fu quello dell' Almanacco Concertistico Nostalgico, definito come "Una foto per (quasi) ogni giorno dell'anno, scattata ad un concerto tenutosi in Italia negli ultimi 25 anni." Sì, vado a concerti da tanti anni (in effetti nel 2024 ho festeggiato 30 anni dal mio primo concerto metal), e faccio sempre foto. Se vi piace la musica pesante, ci troverete delle belle chicche, tutte scattate da me e commentate con la dovuta nostalgia.

Insomma, la mia vita è questa, è sempre stata questa. La mia passione, che mi ha permesso di prendermi tutte le soddisfazioni che dal negozio arrivavano molto a singhiozzo. Il lavoro in negozio era semplicemente un lavoro che mi dava i soldi per proseguire con il resto della mia vita (purtroppo nel giornalismo musicale i soldi sono finiti da anni, si va avanti solo per passione - ma a inizio millennio ero decentemente retribuito, e dopo un anno da quando iniziai a lavorare in negozio un caporedattore mi spinse a entrare nella redazione di una rivista musicale pop-rock - declinai l'invito a malincuore, ma a conti fatti feci bene perché avrei dovuto chiudere il negozio e dopo un paio d'anni la rivista chiuse...).

A proposito di soddisfazioni, ecco la foto che in molti attendevano: io con John Cena, incontrato quando uscì il suo cd rap.


Se amate il wrestling, aggiungo uno scatto con Chris Jericho (intervistato con i suoi Fozzy). Intervistai al telefono anche Rey Mysterio, purtroppo non ho foto e ho anche perso la registrazione.


Poi ecco, metto delle foto senza commenti: se riconoscete i musicisti, capirete che era più soddisfacente un giorno da giornalista musicale che cento da negoziante.






Poi beh, se non ne avete abbastanza di link e volete sentirmi e vedermi intervistato dal fantastico podcast Si Stava Meglio Quando Si Stava Metal, ecco il video in cui parlo di un argomento sul quale sono molto ferrato: le magliette dei concerti. Mi vedrete in ambiente totalmente rilassato, lontano dalle rabbie del negozio e dei clienti.


Questo sono io. Se avete altre domande, sono felice di rispondere. Mi farebbe molto piacere se qualcuno leggesse gli articoli che ho linkato e mi dicesse che ne pensa.

In generale: questo sono sempre stato io, non posso nemmeno dire che "adesso tornerò ad essere me stesso". Sono sempre stato così, ora avrò più tempo per esserlo.

Se andate a concerti metal in zona Milano (o, per dire, al Punk Rock Raduno o al Distruggi La Bassa), contattatemi e ci faremo una bevuta. Senza parlare del lavoro: in effetti so troppe cose su troppi argomenti specifici come wrestling, retrogaming, metal, punk, viaggi, come gestire il budget di un negozio. Ne so molto meno sulle tecniche orologiarie.

lunedì 30 dicembre 2024

Orologeria di Clerks, 1998-2024: chiusura di un negozio

 "Questo sarebbe anche un gran lavoro, se non fosse per i clienti di merda." 

("This job would be great if it weren't for the fucking customers." - Randal Graves, Clerks by Kevin Smith, 1994)



Sì, il 28 Dicembre ho chiuso il negozio. Il nome del negozio lo vedete nelle foto, si trovava a Monza. E' stato il mio posto di lavoro per 18 anni (più tutti gli anni dal 1998, in cui ci lavoravo in Dicembre aiutando mio padre). 

Le persone descritte in questo blog entravano da quella porta, e appoggiavano le loro cose preziose e le loro cose sporchissime su quel bancone. 

La foto l'ho scattata poco prima dell'inizio della vendita per liquidazione, quando stavo già spostando alcune cose dall'interno alla vetrina esterna. Oggi tutte le vetrine interne sono vuote, ho praticamente finito tutto.

Credo di aver detto quasi tutto della mia avventura in un post del Gennaio 2016, per festeggiare i 10 anni di mia gestione. Perché ho preso in mano il negozio, con che spirito l'ho fatto, come ho proseguito e come mi ci sono ritrovato incastrato: ho già parlato a fondo di tutto e non ho altro da aggiungere, fino a qui.


Mi è piaciuto stare qui? Se avete letto qualche pagina di questo blog, la risposta potete trovarla da soli. Anche se ovviamente ho parlato solo dei clienti più folli e rompipalle, che per fortuna costituivano il 10% dei clienti totali di ogni giorno. E' passata molta gente perbene e normale, per fortuna. Ma sapete quel che si dice sulle mele marce: rovinano tutto il cesto, e di persone con grossi problemi ne ho viste ogni giorno, e probabilmente solo scrivere su questo blog mi ha salvato da qualche esaurimento nervoso. Ma ho anche avuto il tempo libero fra un cliente e l'altro per scrivere questo blog, e continuare a scrivere le altre cose che non ho mai smesso di scrivere - una certa flessibilità c'era, e me la sono goduta. Come dice anche la citazione qui in alto, il lavoro sarebbe anche stato interessante, se non avessi dovuto avere a che fare con i clienti. Ho scoperto di essere molto bravo a gestire il budget, seguire gli acquisti, far quadrare i conti, avere a che fare con i rappresentanti delle ditte e mi sono anche scoperto un venditore abbastanza efficace: tutta roba che ho iniziato a fare da zero, visto che avevo studiato lingue e letterature straniere applicate alla comunicazione di massa. Un altro bonus che ho sempre gradito, è il fatto che potessi andare al lavoro vestito come mi pareva: non ho mai avuto problemi con la mia enorme collezione di magliette di gruppi metal, punk e cose nerd varie.

Insomma, i lati positivi ci sono anche stati, ma i motivi per cui chiudo il negozio sono 4, e li metto in ordine di importanza:

1 - Non voglio mai più lavorare a contatto con il pubblico. E anche qui, la lettura del blog potrebbe essere un forte indizio sul perché. Dovrebbe essere inserito nei lavori usuranti, soprattutto per la mente.

2 - Gli incassi erano drasticamente diminuiti, questo era il momento giusto per chiudere prima di finire indebitato e amareggiato. La liquidazione totale è stata miracolosa, chiudo veramente a testa alta e con i conti a posto anche per le tasse (salatissime) che mi attendono nel 2025. 

3 - Mia mamma ha deciso che vuole godersi la pensione e, incidentalmente, anche lei non vuole mai più avere a che fare con il pubblico. Cosa c'entra mia mamma? Beh, mia mamma porta il cognome del negozio, è la titolare fiscale e (COLPO DI SCENA) il tecnico delle pile. Quando mi ha comunicato l'intenzione di ritirarsi, è stato per me un piacere e un sollievo. Non ho pensato mai di sostituirla, di cercare un altro tecnico: l'ho visto come un segno che era il momento di chiudere tutto. Per sfortunata coincidenza, tra l'altro, il tecnico esterno che invece si occupava delle revisioni e di riparazioni degli orologi ci ha comunicato a Dicembre che all'improvviso dovrà smettere di lavorare per seri motivi di salute. Sarei rimasto senza più nessuno che si occupasse delle riparazioni o le pile. Meglio chiudere, augurando una buona pensione a mia mamma e una pronta guarigione al riparatore. 

Ma non so se voi starete leggendo queste righe, perché probabilmente sarete ancora sotto shock per la rivelazione parentelare con il tecnico delle pile, che in realtà era unA tecnicA delle pile e ha circa 50 anni di esperienza con gli strumenti tecnici (ma voleva cambiare le pile di sera per non venire distratta).

4 - Visto che questo blog era dedicato a Clerks, spero di non fare troppi spoiler sul bellissimo finale della trilogia di film di Kevin Smith: in Clerks 3 Dante Hicks, il titolare del Quick Stop che "non avrebbe dovuto essere qui oggi", ha un infarto in negozio. Ecco, io non voglio fare quella fine, infartare a causa dell'ennesimo cretino che pretende di avere ragione su qualche argomento assurdo. Voglio fermarmi ora, prendermi una lunga pausa e riflettere su cosa fare in futuro. Posso permettermi un anno sabbatico e me lo prenderò, e questo è quanto, riguardo il negozio.

Clerks è stato un film fondamentale, per me: lo vidi nel 1995, a 19 anni, con amici appena conosciuti all'università. Era un film divertentissimo, folle, fenomenale. Non avrei mai immaginato che, 11 anni dopo, sarebbe diventato un documentario sulla mia vita. I clienti folli, le rotture di palle, i pochi incassi, è tutto riassunto in una storica scena fra Dante (commesso del minimarket) e Randal (commesso del videonoleggio accanto).

Randal: "Questo sarebbe anche un gran lavoro, se non fosse per i clienti di merda. Perché non ti rilassi, sai quanto staresti meglio se ogni tanto ti concedessi un bel cazziatone a qualche rompipalle? [...] Vuoi dirmi che non ci sono clienti che ti frantumano i coglioni ogni santissimo giorno per niente? Sfogati, sfoga le tue frustrazioni."

Dante: "Messa così no, non c'è nessun cliente in particolare, magari giusto certe categorie di clienti - le lattaie ad esempio, quelle che si mettono a periziare ogni litro di latte per trovare quello con la scadenza più lontana nella speranza di beccarne uno capace di non andare a male di qui ai prossimi 10 anni."

Randal: "Sai, io farei proprio a meno di quelli che vengono da me a noleggiare i film, con domande cretine come 'Cosa mi consiglia per un bambino di 6 anni che fa sempre la pipì a letto? Avete per caso quello lì con quel tizio che ha fatto quel film che è uscito l'anno scorso?' Come se per farsi la tessera del videonoleggio sia obbligatorio un quoziente intellettuale a livello zero"

Dante: "Dici che a te fanno domande idiote, dovresti sentire le caterve di cazzate che mi becco io."


E con questo, vi saluto.
Il blog non chiude: a inizio 2025 ci saranno altri dettagli sulla chiusura e su di me, e qualcos'altro su cui discutere. Ma intanto, auguro a tutti un buon 2025, e tutto il meglio per il resto della vostra vita.



martedì 24 dicembre 2024

Hey Fratello!

Una bella storia di salvezza natalizia.

Tizio sui 35-40 anni (NON 18-20: 35-40). Deve cambiare cinturino. Ha un cinturino stile NATO in pelle - sono cinturini che sono un pezzo unico, che passano sotto alla cassa.

Vuole cambiarlo, dice che in pelle non gli piace più e gli dà fastidio che passi sotto la cassa, alzando lo spessore dell'orologio, devo assolutamente aiutarlo a cambiare cinturino.

Nessun problema, sinceramente: è un cinturino 18millimetri, ansa normalissima, se vuole passare al cinturino classico ho ancora un'ampia scelta di modelli.

Rimane senza fiato quando estraggo il contenitore con tutti i cinturini che vanno bene, inizia a dire WOW, guarda i vari modelli.

Poi ne sceglie uno che è praticamente uguale a quello che sta indossando, ma diviso in due parti anziché essere un pezzo unico. 

"Wow davvero posso mettere questo? Fratello questo va bene? Saresti un grande se potessi montarmelo."

Glielo monto: è identico a prima, esteticamente.

Lui è a dir poco contento:

"Mi hai salvato la vita fratello. Non pensavo ce l'avrei fatta, invece mi hai proprio salvato. Sei un grande."

Beh, è bello ricevere complimenti per il proprio lavoro, a volte.

Buon Natale, fratelli e sorelle!

PS: non so se riesco a farmi capire, ma questo tizio mi ha trasmesso delle vibrazioni da "Bella Zio", che è il miglior regalo di Natale che si possa immaginare!


sabato 21 dicembre 2024

Lo Stalker, Il Collezionista e... Gino Pilotino!

Riassumo in un post unico il ritorno di tre personaggi super-storici, meriterebbero ognuno un post di commiato ma in realtà 2 su 3 non hanno fatto niente di memorabile. Sono passati tutti nell'arco di una settimana, sembra proprio una di quelle cose da cameo finale di una serie tv che sta chiudendo.

Cliccate sul nome per leggere le origini dei personaggi.

Il Collezionista.

Non ho idea del perché sia venuto con 40 giorni di ritardo rispetto al cambio dell'ora legale. Ha tirato fuori come sempre con tutta la calma del mondo i suoi orologi, ho dovuto metterglieli a posto sulla nuova ora e MI RACCOMANDO sistemare anche la data.

Mi ha detto "ci vediamo l'anno prossimo", dando dimostrazione che non aveva letto gli enormi cartelli posti sulle vetrine, e gli ho detto che no, non ci sarà una prossima volta perché chiudo.

"Poi riapre a Gennaio?"

"No, intendo che chiudo per sempre"

"Mi spiace"

Mettiamola così: ha avuto la decenza di non iniziare a dirmi cosa avrebbe dovuto fare con i suoi orologi, non ha detto niente. Secondo me era sotto shock.

Questo soggetto veniva nel mio negozio solo per cambiare l'ora da DIECI ANNI. Forse ha cambiato 3-4 pile in questo lasso di tempo. Alcune delle buste in cui tiene gli orologi sono di altri negozi nella città.

Non mi mancherà. Ciao.

Lo Stalker. (bonus: aggiornamento del 2018)

Incredibilmente, mi rendo conto che dello stalker ho parlato solo due volte, sul blog. Ma ancora più incredibilmente, la prima volta che ne parlai fu nel 2009, con un aggiornamento nel 2018 e, beh, nel 2024 siamo ancora qui. 2-3 visite all'anno da parte dello stalker, che sparisce per qualche mese e poi torna e viene quasi tutti i giorni per una settimana, permanendo in negozio un'ora alla volta. Non aggiorno dal 2018, ma lui sempre ha continuato ad agire così, non aggiornavo perché il comportamento era sempre uguale, e un orologio all'anno se lo comprava dopo 4-5 ore di riflessione stando IN NEGOZIO (voi ricordate di essere mai stati per un totale di 5 ore in un negozio? 5 ore in una settimana?).

Beh, comunque. Viene, dice che ha notato che c'è tutto in sconto, ma non vede più i suoi orologi preferiti, i radiocontrollati. Gli dico che li ho venduti tutti, "perché con questi sconti tutti hanno approfittato", lui mi chiede perché faccio questi sconti e gli dico che sto per chiudere il negozio. Anche lui sembra sotto shock, anche perché mette in fila una serie di mezze bugie che mi lasciano molto perplesso. La più clamorosa è "ma allora io dove andrò a cambiare le pile?". E' una bugia molto grossa e sorprendente, perché lui non mi ha MAI portato a cambiare una pila, ma proprio mai mai mai, e da me ha sempre e solo comprato orologi a carica di luce. Quindi non comprendo la sua domanda, gli dico che purtroppo dovrà trovare qualcun altro.

Poi mi dice che non si era accorto della imminente chiusura perché non passava da tempo da questa via: che non si fosse accorto dei cartelli va bene, ma dalla via l'ho visto passare almeno 3 volte da quando sto facendo la svendita, lo noto perché si fissa a guardare la vetrina per 10-20 minuti e io prego che non entri in negozio. Quindi perché mentirmi sul fatto che non fosse passato?

Boh.

Alla fine sembra dispiaciuto per la chiusura, forse è dispiaciuto perché dopo anni di pianificazione stava finalmente per portare a termine il suo piano di stalking e omicidio di un orologiaio, non so.

GINO PILOTINO! (con aggiornamento 2007 e clamoroso aggiornamento con foto del 2018)

Gino Pilotino non lo vedevo da almeno 3 anni - non ne avevo effettivamente parlato più sul blog, ma so che è rimasto nei cuori di tanti di voi. Ogni 3-4 anni passava, comprava un cinturino o qualcosa, e devo dire che con il passare del tempo mi sembrava diventasse sempre più sano di mente, al contrario delle altre persone che diventavano sempre più pazze.

Infatti lui, di questi 3 personaggi storici, è anche l'unico che ha compreso che il negozio chiuderà, ed è venuto per salutarmi.

La cosa terrificante è che si ricordava ancora il mio nome, dopo tutti questi anni, mentre io invece faccio fatica a ricordarlo, mi ci sono concentrato a lungo, mi pare inizi con la F, ma le lettere non si compongono nella mia memoria, non ricordo come si chiama, per me è solo Gino Pilotino. E invece lui se ne esce con un

"Allora P., è tanto che non ci vediamo, ed è da tanto che ci conosciamo. Ti ricordi eh, quante volte sono venuto."

Ora, non voglio sembrare stronzo: decontestualizzata, questa è una frase molto carina e gentile, a chi non fa piacere avere un rapporto con il cliente di lunga data? Però, presa nel contesto, è una frase sballata: il "cliente" lo conosco sì da 17 anni, ma in tutto questo tempo ha comprato un paio di cinturini, un orologio da 30 euro, e mi ha sottoposto a 800 domande. Diciamo che lui ha un ricordo migliore della nostra relazione lavorativa, rispetto a quella che sia la realtà e la mia interpretazione. Buon per lui, e buon per voi che ora sapete che sì, Gino Pilotino è ancora vivo e lotta insieme a noi per rendere vivace il blog.


mercoledì 18 dicembre 2024

Un Matto

Ore 18.55, prima di chiudere la saracinesca esco per guardare la vetrina: ogni giorno sposto qualcosa perché si creano degli spazi vuoti sui ripiani (per dire: mi rimangono CINQUE orologi da donna in tutto il negozio. Non ne ho più.)

Sono fuori da 20 secondi, sto calcolando se si vede bene il colore verde di un quadrante quando mi si avvicina un tizio: ragazzo sui 30 anni, bella presenza. Quello che segue è il dialogo riportato fedelmente, scritto appena ho tirato giù la saracinesca. Premetto che io pensavo fosse l'ennesimo cliente di cui non ricordo la faccia e che se mi vede in giro si sente obbligato a parlarmi, che insomma sapesse chi sono, che lavoro nel negozio di cui stavo guardando la vetrina. 

"Allora, si vendono questi orologi?"

"Eh, per fortuna sì, la vetrina si sta sempre più svuotando"

"Qual è un orologio bello qui?"

"Stavo proprio guardando quello con il quadrante verde, è molto particolare ma serve la persona che apprezzi il colore diverso dal solito"

(l'orologio costava 169 euro, scontato sono 111, c'è il cartellino con il prezzo originale e un adesivo scritto in rosso che riporta il prezzo scontato del 30%, tutto bello chiaro)

"Ma questi sono sconti reali, o hanno gonfiato i prezzi per far finta che sono scontati?"

"Guardi, si vede chiaramente il cartellino con su il prezzo stampato dalla ditta, e in rosso c'è il prezzo scontato"

"Ma quindi 111 è da scontare?"

(mi altero)

"No, 111 è scritto in rosso, è il prezzo già scontato"

"Ma secondo te me lo dà a 90?"

"No, direi di no: era 169, 58 euro di sconto non sono pochi, non credo ne posso togliere altri 21"

"A quella cifra glielo lascio, non li spendo 111 euro"

"Eh pazienza, sono sicuro che entro il weekend non solo quell'orologio, ma la metà di quelli su questo ripiano saranno tutti venduti"

"Ah ma tu sei il venditore?"

"Sì"

"Ah non lo sapevo. Allora ciao."

Allora, in poche parole: ma che cazzo voleva questo? 

E' partito come se appunto conoscesse me e il mio ruolo nel negozio, alla fine c'è il colpo di scena che invece non lo sapeva, e questo ribalta tutto. Cioè, si era fermato a chiedere a un tizio sconosciuto che sta guardando una vetrina, consigli sugli orologi e teorie complottistiche sui prezzi?

Ma chi fa queste cose? Va oltre l'essere estroversi, secondo me serve avere qualche rotella in meno, o perlomeno essere dei perditempo socievoli a livello colossale.

O forse mi voleva rimorchiare, boh.

In ogni caso: un matto.

domenica 15 dicembre 2024

Pile: fine di un'epoca

 


Foto senza bisogno di commenti.
Niente più pile, niente più tag "pile" su questo blog.
No, il tecnico non è infelice per questa scelta, perché ha scelto la via della pensione.

sabato 14 dicembre 2024

Dedizione totale alle mie pile

Due storie strappalacrime per festeggiare l'ultimo giorno in cui questo negozio cambierà pile agli orologi.

Ragazza (signora?) sui 40 anni, porta 7 orologi per cambiare le pile.

"Ho portato tutti i miei orologi per far cambiare le pile prima che chiudiate, ma poi dove andrò per cambiarle?"

"Non so, purtroppo dovrà trovare qualcun altro, qui in centro non credo ci siano altri che cambiano pile, ma altri negozio più fuori ci sono"

"Ma no, vuol dire che quando si scaricheranno le pile agli orologi smetterò di indossarli, userò solo il telefono"

Ringrazio mentalmente la signora per la fedeltà assoluta per le pile (solo quelle: nessun orologio portato era di marca che vendo anche io - non ha mai comprato niente da me), ma credo sia un filo esagerata, come risoluzione.

***

Tizio, sui 60 anni.

"Visto che chiudete ho portato l'orologio per cambiare la pila anche se sta ancora andando, così almeno andrà avanti ancora un po' anche dopo che sarete chiusi."

Colpo di scena inaspettato: la pila l'aveva cambiata il mese scorso (lo scriviamo all'interno del fondello). Alla faccia del portarsi avanti... la pila non gliel'ho cambiata, non era assolutamente necessario.



giovedì 12 dicembre 2024

Pila a tutti i costi (AKA "L'orologio tutto matto")

Davvero, sto per chiudere e speravo di averle sentite tutte, ma una riserva di cazzate i clienti me la deve ancora presentare.

Tizia sui 75 anni, un paio di settimane fa mi porta un orologio vecchissimo a pila, con la premessa "ogni tanto fa il matto, a volte va a volte no, per favore mi cambi la pila".

Cambio la pila: non funziona, non dà segni di vita. Glielo restituisco, senza farle ovviamente pagare niente, dicendole che l'orologio non funziona e quindi non abbiamo cambiato la pila.

"Ma è un orologio matto, con la pila a volte funziona"

"Sì, ma se non funziona sempre, che senso ha mettere la pila?"

"Ma a volte va, mi piace così, a volte trovarlo che sta andando"

Le dico che per me non vale la pena rimettere la pila e vedere "se ogni tanto va" (ribadisco che è un orologio semplicemente vecchio, non vale la pena fare altro se non funziona con la pila nuova).

La signora torna qualche giorno dopo.

"Senta ci ho pensato, l'orologio è tutto matto, a me fa piacere se la pila la mette lo stesso, magari sta fermo un mese e poi riparte. Mi metta la pila, fa niente anche se me lo dà che non funziona."

AGLI ORDINI, SIGNORA.

Orologio restituito il giorno dopo, con pila nuova ma movimento non funzionante. Pagare ha pagato, contenta lei contenti tutti.

Io in 18 anni non ricordo di aver sentito una richiesta come questa - non so se era solo l'orologio, ad essere "tutto matto".

lunedì 9 dicembre 2024

Intervento Divino

8 Dicembre, giorno importante per le divinità. Io ovviamente sto lavorando, durante la mattina abbastanza tranquilla suona alla porta una signora che ha un colossale passeggino doppio, larghissimo, con su due bambini addormentati. Non passa dalla porta. Spinge fino a quando inizio a temere che mi rompa lo stipite, poi le dico che no, non ci passa, mi spiace. Mi chiede se posso servirla in strada. E ok, facciamo gli umili e andiamo a servire in strada, tanto non è che questo sia un negozio che vende cose preziose.

Vuole vedere due orologi, mi chiede se li prendo e glieli porto. No, le dico che non posso fare avanti e indietro con orologi in mezzo alla strada, passi un altro momento.

Lei mi dice che ok, uno in particolare lo vuole di sicuro, ripasserà, vuole lasciarmi un acconto di 50 euro. Allora entro in negozio, prendo una busta per la ricevuta, le chiedo il nome, lo scrivo, scrivo che mi lascia 50 euro di acconto, esco per consegnarle la ricevuta... e uno dei due bambini nel passeggino sta vomitando come una fontana. La tizia non si è nemmeno accorta, glielo dice una passante "Guardi che il bambino sta vomitando tantissimo".

Lei corre con salviettine, il bambino non si ferma, continua con il suo geyser di vomito. Però la tizia mentre lo pulisce, si prende la ricevuta e va via ringraziando.

Lascia sotto al passeggino, davanti alla vetrina, una notevole pozza di vomito. Smadonno un po', dovrò pulire velocemente con una canna dell'acqua - una impresa non facile, con il negozio aperto.

Ma poi comprendo che in realtà si è compiuto un intervento divino: tutta sta scena avrebbe potuto svolgersi dentro al negozio, se il passeggino fosse stato più stretto di 5 centimetri e fossero entrati. E allora preferisco la pozza di vomito in strada da lavare con la canna, che non dover tirar su e pulire il vomito dal pavimento del negozio mentre la gente continua a entrare e calpestarlo.

Quindi ok, oggi sono grato.

Doppiamente grato, in realtà, perché la cosa è successa la mattina, e il pomeriggio la signora è venuta senza bambini e ha completato l'acquisto.