lunedì 30 dicembre 2024

Orologeria di Clerks, 1998-2024: chiusura di un negozio

 "Questo sarebbe anche un gran lavoro, se non fosse per i clienti di merda." 

("This job would be great if it weren't for the fucking customers." - Randal Graves, Clerks by Kevin Smith, 1994)



Sì, il 28 Dicembre ho chiuso il negozio. Il nome del negozio lo vedete nelle foto, si trovava a Monza. E' stato il mio posto di lavoro per 18 anni (più tutti gli anni dal 1998, in cui ci lavoravo in Dicembre aiutando mio padre). 

Le persone descritte in questo blog entravano da quella porta, e appoggiavano le loro cose preziose e le loro cose sporchissime su quel bancone. 

La foto l'ho scattata poco prima dell'inizio della vendita per liquidazione, quando stavo già spostando alcune cose dall'interno alla vetrina esterna. Oggi tutte le vetrine interne sono vuote, ho praticamente finito tutto.

Credo di aver detto quasi tutto della mia avventura in un post del Gennaio 2016, per festeggiare i 10 anni di mia gestione. Perché ho preso in mano il negozio, con che spirito l'ho fatto, come ho proseguito e come mi ci sono ritrovato incastrato: ho già parlato a fondo di tutto e non ho altro da aggiungere, fino a qui.


Mi è piaciuto stare qui? Se avete letto qualche pagina di questo blog, la risposta potete trovarla da soli. Anche se ovviamente ho parlato solo dei clienti più folli e rompipalle, che per fortuna costituivano il 10% dei clienti totali di ogni giorno. E' passata molta gente perbene e normale, per fortuna. Ma sapete quel che si dice sulle mele marce: rovinano tutto il cesto, e di persone con grossi problemi ne ho viste ogni giorno, e probabilmente solo scrivere su questo blog mi ha salvato da qualche esaurimento nervoso. Ma ho anche avuto il tempo libero fra un cliente e l'altro per scrivere questo blog, e continuare a scrivere le altre cose che non ho mai smesso di scrivere - una certa flessibilità c'era, e me la sono goduta. Come dice anche la citazione qui in alto, il lavoro sarebbe anche stato interessante, se non avessi dovuto avere a che fare con i clienti. Ho scoperto di essere molto bravo a gestire il budget, seguire gli acquisti, far quadrare i conti, avere a che fare con i rappresentanti delle ditte e mi sono anche scoperto un venditore abbastanza efficace: tutta roba che ho iniziato a fare da zero, visto che avevo studiato lingue e letterature straniere applicate alla comunicazione di massa. Un altro bonus che ho sempre gradito, è il fatto che potessi andare al lavoro vestito come mi pareva: non ho mai avuto problemi con la mia enorme collezione di magliette di gruppi metal, punk e cose nerd varie.

Insomma, i lati positivi ci sono anche stati, ma i motivi per cui chiudo il negozio sono 4, e li metto in ordine di importanza:

1 - Non voglio mai più lavorare a contatto con il pubblico. E anche qui, la lettura del blog potrebbe essere un forte indizio sul perché. Dovrebbe essere inserito nei lavori usuranti, soprattutto per la mente.

2 - Gli incassi erano drasticamente diminuiti, questo era il momento giusto per chiudere prima di finire indebitato e amareggiato. La liquidazione totale è stata miracolosa, chiudo veramente a testa alta e con i conti a posto anche per le tasse (salatissime) che mi attendono nel 2025. 

3 - Mia mamma ha deciso che vuole godersi la pensione e, incidentalmente, anche lei non vuole mai più avere a che fare con il pubblico. Cosa c'entra mia mamma? Beh, mia mamma porta il cognome del negozio, è la titolare fiscale e (COLPO DI SCENA) il tecnico delle pile. Quando mi ha comunicato l'intenzione di ritirarsi, è stato per me un piacere e un sollievo. Non ho pensato mai di sostituirla, di cercare un altro tecnico: l'ho visto come un segno che era il momento di chiudere tutto. Per sfortunata coincidenza, tra l'altro, il tecnico esterno che invece si occupava delle revisioni e di riparazioni degli orologi ci ha comunicato a Dicembre che all'improvviso dovrà smettere di lavorare per seri motivi di salute. Sarei rimasto senza più nessuno che si occupasse delle riparazioni o le pile. Meglio chiudere, augurando una buona pensione a mia mamma e una pronta guarigione al riparatore. 

Ma non so se voi starete leggendo queste righe, perché probabilmente sarete ancora sotto shock per la rivelazione parentelare con il tecnico delle pile, che in realtà era unA tecnicA delle pile e ha circa 50 anni di esperienza con gli strumenti tecnici (ma voleva cambiare le pile di sera per non venire distratta).

4 - Visto che questo blog era dedicato a Clerks, spero di non fare troppi spoiler sul bellissimo finale della trilogia di film di Kevin Smith: in Clerks 3 Dante Hicks, il titolare del Quick Stop che "non avrebbe dovuto essere qui oggi", ha un infarto in negozio. Ecco, io non voglio fare quella fine, infartare a causa dell'ennesimo cretino che pretende di avere ragione su qualche argomento assurdo. Voglio fermarmi ora, prendermi una lunga pausa e riflettere su cosa fare in futuro. Posso permettermi un anno sabbatico e me lo prenderò, e questo è quanto, riguardo il negozio.

Clerks è stato un film fondamentale, per me: lo vidi nel 1995, a 19 anni, con amici appena conosciuti all'università. Era un film divertentissimo, folle, fenomenale. Non avrei mai immaginato che, 11 anni dopo, sarebbe diventato un documentario sulla mia vita. I clienti folli, le rotture di palle, i pochi incassi, è tutto riassunto in una storica scena fra Dante (commesso del minimarket) e Randal (commesso del videonoleggio accanto).

Randal: "Questo sarebbe anche un gran lavoro, se non fosse per i clienti di merda. Perché non ti rilassi, sai quanto staresti meglio se ogni tanto ti concedessi un bel cazziatone a qualche rompipalle? [...] Vuoi dirmi che non ci sono clienti che ti frantumano i coglioni ogni santissimo giorno per niente? Sfogati, sfoga le tue frustrazioni."

Dante: "Messa così no, non c'è nessun cliente in particolare, magari giusto certe categorie di clienti - le lattaie ad esempio, quelle che si mettono a periziare ogni litro di latte per trovare quello con la scadenza più lontana nella speranza di beccarne uno capace di non andare a male di qui ai prossimi 10 anni."

Randal: "Sai, io farei proprio a meno di quelli che vengono da me a noleggiare i film, con domande cretine come 'Cosa mi consiglia per un bambino di 6 anni che fa sempre la pipì a letto? Avete per caso quello lì con quel tizio che ha fatto quel film che è uscito l'anno scorso?' Come se per farsi la tessera del videonoleggio sia obbligatorio un quoziente intellettuale a livello zero"

Dante: "Dici che a te fanno domande idiote, dovresti sentire le caterve di cazzate che mi becco io."


E con questo, vi saluto.
Il blog non chiude: a inizio 2025 ci saranno altri dettagli sulla chiusura e su di me, e qualcos'altro su cui discutere. Ma intanto, auguro a tutti un buon 2025, e tutto il meglio per il resto della vostra vita.



martedì 24 dicembre 2024

Hey Fratello!

Una bella storia di salvezza natalizia.

Tizio sui 35-40 anni (NON 18-20: 35-40). Deve cambiare cinturino. Ha un cinturino stile NATO in pelle - sono cinturini che sono un pezzo unico, che passano sotto alla cassa.

Vuole cambiarlo, dice che in pelle non gli piace più e gli dà fastidio che passi sotto la cassa, alzando lo spessore dell'orologio, devo assolutamente aiutarlo a cambiare cinturino.

Nessun problema, sinceramente: è un cinturino 18millimetri, ansa normalissima, se vuole passare al cinturino classico ho ancora un'ampia scelta di modelli.

Rimane senza fiato quando estraggo il contenitore con tutti i cinturini che vanno bene, inizia a dire WOW, guarda i vari modelli.

Poi ne sceglie uno che è praticamente uguale a quello che sta indossando, ma diviso in due parti anziché essere un pezzo unico. 

"Wow davvero posso mettere questo? Fratello questo va bene? Saresti un grande se potessi montarmelo."

Glielo monto: è identico a prima, esteticamente.

Lui è a dir poco contento:

"Mi hai salvato la vita fratello. Non pensavo ce l'avrei fatta, invece mi hai proprio salvato. Sei un grande."

Beh, è bello ricevere complimenti per il proprio lavoro, a volte.

Buon Natale, fratelli e sorelle!

PS: non so se riesco a farmi capire, ma questo tizio mi ha trasmesso delle vibrazioni da "Bella Zio", che è il miglior regalo di Natale che si possa immaginare!


sabato 21 dicembre 2024

Lo Stalker, Il Collezionista e... Gino Pilotino!

Riassumo in un post unico il ritorno di tre personaggi super-storici, meriterebbero ognuno un post di commiato ma in realtà 2 su 3 non hanno fatto niente di memorabile. Sono passati tutti nell'arco di una settimana, sembra proprio una di quelle cose da cameo finale di una serie tv che sta chiudendo.

Cliccate sul nome per leggere le origini dei personaggi.

Il Collezionista.

Non ho idea del perché sia venuto con 40 giorni di ritardo rispetto al cambio dell'ora legale. Ha tirato fuori come sempre con tutta la calma del mondo i suoi orologi, ho dovuto metterglieli a posto sulla nuova ora e MI RACCOMANDO sistemare anche la data.

Mi ha detto "ci vediamo l'anno prossimo", dando dimostrazione che non aveva letto gli enormi cartelli posti sulle vetrine, e gli ho detto che no, non ci sarà una prossima volta perché chiudo.

"Poi riapre a Gennaio?"

"No, intendo che chiudo per sempre"

"Mi spiace"

Mettiamola così: ha avuto la decenza di non iniziare a dirmi cosa avrebbe dovuto fare con i suoi orologi, non ha detto niente. Secondo me era sotto shock.

Questo soggetto veniva nel mio negozio solo per cambiare l'ora da DIECI ANNI. Forse ha cambiato 3-4 pile in questo lasso di tempo. Alcune delle buste in cui tiene gli orologi sono di altri negozi nella città.

Non mi mancherà. Ciao.

Lo Stalker. (bonus: aggiornamento del 2018)

Incredibilmente, mi rendo conto che dello stalker ho parlato solo due volte, sul blog. Ma ancora più incredibilmente, la prima volta che ne parlai fu nel 2009, con un aggiornamento nel 2018 e, beh, nel 2024 siamo ancora qui. 2-3 visite all'anno da parte dello stalker, che sparisce per qualche mese e poi torna e viene quasi tutti i giorni per una settimana, permanendo in negozio un'ora alla volta. Non aggiorno dal 2018, ma lui sempre ha continuato ad agire così, non aggiornavo perché il comportamento era sempre uguale, e un orologio all'anno se lo comprava dopo 4-5 ore di riflessione stando IN NEGOZIO (voi ricordate di essere mai stati per un totale di 5 ore in un negozio? 5 ore in una settimana?).

Beh, comunque. Viene, dice che ha notato che c'è tutto in sconto, ma non vede più i suoi orologi preferiti, i radiocontrollati. Gli dico che li ho venduti tutti, "perché con questi sconti tutti hanno approfittato", lui mi chiede perché faccio questi sconti e gli dico che sto per chiudere il negozio. Anche lui sembra sotto shock, anche perché mette in fila una serie di mezze bugie che mi lasciano molto perplesso. La più clamorosa è "ma allora io dove andrò a cambiare le pile?". E' una bugia molto grossa e sorprendente, perché lui non mi ha MAI portato a cambiare una pila, ma proprio mai mai mai, e da me ha sempre e solo comprato orologi a carica di luce. Quindi non comprendo la sua domanda, gli dico che purtroppo dovrà trovare qualcun altro.

Poi mi dice che non si era accorto della imminente chiusura perché non passava da tempo da questa via: che non si fosse accorto dei cartelli va bene, ma dalla via l'ho visto passare almeno 3 volte da quando sto facendo la svendita, lo noto perché si fissa a guardare la vetrina per 10-20 minuti e io prego che non entri in negozio. Quindi perché mentirmi sul fatto che non fosse passato?

Boh.

Alla fine sembra dispiaciuto per la chiusura, forse è dispiaciuto perché dopo anni di pianificazione stava finalmente per portare a termine il suo piano di stalking e omicidio di un orologiaio, non so.

GINO PILOTINO! (con aggiornamento 2007 e clamoroso aggiornamento con foto del 2018)

Gino Pilotino non lo vedevo da almeno 3 anni - non ne avevo effettivamente parlato più sul blog, ma so che è rimasto nei cuori di tanti di voi. Ogni 3-4 anni passava, comprava un cinturino o qualcosa, e devo dire che con il passare del tempo mi sembrava diventasse sempre più sano di mente, al contrario delle altre persone che diventavano sempre più pazze.

Infatti lui, di questi 3 personaggi storici, è anche l'unico che ha compreso che il negozio chiuderà, ed è venuto per salutarmi.

La cosa terrificante è che si ricordava ancora il mio nome, dopo tutti questi anni, mentre io invece faccio fatica a ricordarlo, mi ci sono concentrato a lungo, mi pare inizi con la F, ma le lettere non si compongono nella mia memoria, non ricordo come si chiama, per me è solo Gino Pilotino. E invece lui se ne esce con un

"Allora P., è tanto che non ci vediamo, ed è da tanto che ci conosciamo. Ti ricordi eh, quante volte sono venuto."

Ora, non voglio sembrare stronzo: decontestualizzata, questa è una frase molto carina e gentile, a chi non fa piacere avere un rapporto con il cliente di lunga data? Però, presa nel contesto, è una frase sballata: il "cliente" lo conosco sì da 17 anni, ma in tutto questo tempo ha comprato un paio di cinturini, un orologio da 30 euro, e mi ha sottoposto a 800 domande. Diciamo che lui ha un ricordo migliore della nostra relazione lavorativa, rispetto a quella che sia la realtà e la mia interpretazione. Buon per lui, e buon per voi che ora sapete che sì, Gino Pilotino è ancora vivo e lotta insieme a noi per rendere vivace il blog.


mercoledì 18 dicembre 2024

Un Matto

Ore 18.55, prima di chiudere la saracinesca esco per guardare la vetrina: ogni giorno sposto qualcosa perché si creano degli spazi vuoti sui ripiani (per dire: mi rimangono CINQUE orologi da donna in tutto il negozio. Non ne ho più.)

Sono fuori da 20 secondi, sto calcolando se si vede bene il colore verde di un quadrante quando mi si avvicina un tizio: ragazzo sui 30 anni, bella presenza. Quello che segue è il dialogo riportato fedelmente, scritto appena ho tirato giù la saracinesca. Premetto che io pensavo fosse l'ennesimo cliente di cui non ricordo la faccia e che se mi vede in giro si sente obbligato a parlarmi, che insomma sapesse chi sono, che lavoro nel negozio di cui stavo guardando la vetrina. 

"Allora, si vendono questi orologi?"

"Eh, per fortuna sì, la vetrina si sta sempre più svuotando"

"Qual è un orologio bello qui?"

"Stavo proprio guardando quello con il quadrante verde, è molto particolare ma serve la persona che apprezzi il colore diverso dal solito"

(l'orologio costava 169 euro, scontato sono 111, c'è il cartellino con il prezzo originale e un adesivo scritto in rosso che riporta il prezzo scontato del 30%, tutto bello chiaro)

"Ma questi sono sconti reali, o hanno gonfiato i prezzi per far finta che sono scontati?"

"Guardi, si vede chiaramente il cartellino con su il prezzo stampato dalla ditta, e in rosso c'è il prezzo scontato"

"Ma quindi 111 è da scontare?"

(mi altero)

"No, 111 è scritto in rosso, è il prezzo già scontato"

"Ma secondo te me lo dà a 90?"

"No, direi di no: era 169, 58 euro di sconto non sono pochi, non credo ne posso togliere altri 21"

"A quella cifra glielo lascio, non li spendo 111 euro"

"Eh pazienza, sono sicuro che entro il weekend non solo quell'orologio, ma la metà di quelli su questo ripiano saranno tutti venduti"

"Ah ma tu sei il venditore?"

"Sì"

"Ah non lo sapevo. Allora ciao."

Allora, in poche parole: ma che cazzo voleva questo? 

E' partito come se appunto conoscesse me e il mio ruolo nel negozio, alla fine c'è il colpo di scena che invece non lo sapeva, e questo ribalta tutto. Cioè, si era fermato a chiedere a un tizio sconosciuto che sta guardando una vetrina, consigli sugli orologi e teorie complottistiche sui prezzi?

Ma chi fa queste cose? Va oltre l'essere estroversi, secondo me serve avere qualche rotella in meno, o perlomeno essere dei perditempo socievoli a livello colossale.

O forse mi voleva rimorchiare, boh.

In ogni caso: un matto.

domenica 15 dicembre 2024

Pile: fine di un'epoca

 


Foto senza bisogno di commenti.
Niente più pile, niente più tag "pile" su questo blog.
No, il tecnico non è infelice per questa scelta, perché ha scelto la via della pensione.

sabato 14 dicembre 2024

Dedizione totale alle mie pile

Due storie strappalacrime per festeggiare l'ultimo giorno in cui questo negozio cambierà pile agli orologi.

Ragazza (signora?) sui 40 anni, porta 7 orologi per cambiare le pile.

"Ho portato tutti i miei orologi per far cambiare le pile prima che chiudiate, ma poi dove andrò per cambiarle?"

"Non so, purtroppo dovrà trovare qualcun altro, qui in centro non credo ci siano altri che cambiano pile, ma altri negozio più fuori ci sono"

"Ma no, vuol dire che quando si scaricheranno le pile agli orologi smetterò di indossarli, userò solo il telefono"

Ringrazio mentalmente la signora per la fedeltà assoluta per le pile (solo quelle: nessun orologio portato era di marca che vendo anche io - non ha mai comprato niente da me), ma credo sia un filo esagerata, come risoluzione.

***

Tizio, sui 60 anni.

"Visto che chiudete ho portato l'orologio per cambiare la pila anche se sta ancora andando, così almeno andrà avanti ancora un po' anche dopo che sarete chiusi."

Colpo di scena inaspettato: la pila l'aveva cambiata il mese scorso (lo scriviamo all'interno del fondello). Alla faccia del portarsi avanti... la pila non gliel'ho cambiata, non era assolutamente necessario.



giovedì 12 dicembre 2024

Pila a tutti i costi (AKA "L'orologio tutto matto")

Davvero, sto per chiudere e speravo di averle sentite tutte, ma una riserva di cazzate i clienti me la deve ancora presentare.

Tizia sui 75 anni, un paio di settimane fa mi porta un orologio vecchissimo a pila, con la premessa "ogni tanto fa il matto, a volte va a volte no, per favore mi cambi la pila".

Cambio la pila: non funziona, non dà segni di vita. Glielo restituisco, senza farle ovviamente pagare niente, dicendole che l'orologio non funziona e quindi non abbiamo cambiato la pila.

"Ma è un orologio matto, con la pila a volte funziona"

"Sì, ma se non funziona sempre, che senso ha mettere la pila?"

"Ma a volte va, mi piace così, a volte trovarlo che sta andando"

Le dico che per me non vale la pena rimettere la pila e vedere "se ogni tanto va" (ribadisco che è un orologio semplicemente vecchio, non vale la pena fare altro se non funziona con la pila nuova).

La signora torna qualche giorno dopo.

"Senta ci ho pensato, l'orologio è tutto matto, a me fa piacere se la pila la mette lo stesso, magari sta fermo un mese e poi riparte. Mi metta la pila, fa niente anche se me lo dà che non funziona."

AGLI ORDINI, SIGNORA.

Orologio restituito il giorno dopo, con pila nuova ma movimento non funzionante. Pagare ha pagato, contenta lei contenti tutti.

Io in 18 anni non ricordo di aver sentito una richiesta come questa - non so se era solo l'orologio, ad essere "tutto matto".

lunedì 9 dicembre 2024

Intervento Divino

8 Dicembre, giorno importante per le divinità. Io ovviamente sto lavorando, durante la mattina abbastanza tranquilla suona alla porta una signora che ha un colossale passeggino doppio, larghissimo, con su due bambini addormentati. Non passa dalla porta. Spinge fino a quando inizio a temere che mi rompa lo stipite, poi le dico che no, non ci passa, mi spiace. Mi chiede se posso servirla in strada. E ok, facciamo gli umili e andiamo a servire in strada, tanto non è che questo sia un negozio che vende cose preziose.

Vuole vedere due orologi, mi chiede se li prendo e glieli porto. No, le dico che non posso fare avanti e indietro con orologi in mezzo alla strada, passi un altro momento.

Lei mi dice che ok, uno in particolare lo vuole di sicuro, ripasserà, vuole lasciarmi un acconto di 50 euro. Allora entro in negozio, prendo una busta per la ricevuta, le chiedo il nome, lo scrivo, scrivo che mi lascia 50 euro di acconto, esco per consegnarle la ricevuta... e uno dei due bambini nel passeggino sta vomitando come una fontana. La tizia non si è nemmeno accorta, glielo dice una passante "Guardi che il bambino sta vomitando tantissimo".

Lei corre con salviettine, il bambino non si ferma, continua con il suo geyser di vomito. Però la tizia mentre lo pulisce, si prende la ricevuta e va via ringraziando.

Lascia sotto al passeggino, davanti alla vetrina, una notevole pozza di vomito. Smadonno un po', dovrò pulire velocemente con una canna dell'acqua - una impresa non facile, con il negozio aperto.

Ma poi comprendo che in realtà si è compiuto un intervento divino: tutta sta scena avrebbe potuto svolgersi dentro al negozio, se il passeggino fosse stato più stretto di 5 centimetri e fossero entrati. E allora preferisco la pozza di vomito in strada da lavare con la canna, che non dover tirar su e pulire il vomito dal pavimento del negozio mentre la gente continua a entrare e calpestarlo.

Quindi ok, oggi sono grato.

Doppiamente grato, in realtà, perché la cosa è successa la mattina, e il pomeriggio la signora è venuta senza bambini e ha completato l'acquisto.

mercoledì 4 dicembre 2024

'Come si permette di chiudere?' - e altre stronzate che mi tocca sentire in questi giorni

Scrivo questo post per chi si troverà ad affrontare la chiusura di un punto vendita: sia chi purtroppo lo chiuderà, sia chi un giorno da cliente arriverà nel negozio e scoprirà che sta per chiudere.

Tendenzialmente la chiusura di un negozio non è una gran festa, ci sono poche persone che prendono la decisione e ne sono contente. Io sì, non ho nessun rimpianto e ho scelto il momento giusto per chiudere: ho scelto io, non ci sono costretto e non ci sono motivi gravi che mi hanno portato a questa decisione. Ma quasi sempre un negozio chiude perché il titolare è costretto a farlo. Per motivi di salute, spessissimo per motivi di soldi, a volte per fortuna perché è arrivata la pensione e non hanno a chi lasciare l'attività (e per questo sono tristi di chiudere, ma chiudono).

Premesso questo, a me pare una cosa ovvia e di decenza minima evitare di chiedere a chi sta per chiudere "Perché sta chiudendo". Perché ci sono una marea di motivi dietro, e quasi mai sono motivi allegri. Pensate che bello potrebbe essere, trovarsi sommersi dai debiti ed essere costretti a chiudere e sentirsi dire continuamente "Perché stai chiudendo?" da perfetti sconosciuti.

Non mi aspettavo di essere così bombardato da queste domande sempre più invadenti, poste di continuo, sempre uguali, da gente con la quale non ho nessuna confidenza. 

Perché chiude? 

Ma poi cosa va a fare? 

Va in pensione? 

Dai non chiuda! 

Dove andrò adesso per le pile? 

Ma davvero chiude? 

Ho letto che chiude, ma è vero? 

Ma non è che poi se ne pente, dopo? 

Sposta il punto vendita o chiude per sempre? 

Questo è un negozio storico, non può chiudere! 

Ci sarà un'orologeria qui, dopo che avrà chiuso? 

Secondo me poi rimpiangerà questa scelta. 

Non le mancherà la vita del negozio? 

E mi dà questa notizia così, sorridendo?

Il Comune le dà un sostegno economico per la chiusura?

Come farà a campare? 

Avrà la disoccupazione? 

No dai, non chiuda.

Ma lei cosa farà dopo la chiusura?

(aggiunte il 6 Dicembre)

Ma ho visto l'altro giorno sua mamma al supermercato e mi sembrava allegra, non pensavo che lei avesse da dirmi notizie così gravi sulla chiusura.

Guardi che rimpiangerà tutto questo. Mio padre dopo una settimana di pensione ha chiesto al suo lavoro se poteva tornare a fare qualcosa, ha lavorato ancora una decina d'anni.

Ma non può contattare una scuola di orologiai, magari prendere un tirocinante a basso prezzo per farlo lavorare qui e tenere aperto il negozio? (questo è il culmine di almeno 12 domande poste da una tizia mai vista che stava comprando un orologio da 40 euro "per sostenere la chiusura", domande che spaziavano sull'intera storia del negozio ma soprattutto sulle cause della chiusura)

Se alcune vi sembrano eccessive o invadenti, calcolate che sono state tutte poste almeno due volte, e le più comuni saranno già sulla cinquantina, mentre "Perché chiude" è fuori scala.

La versione per persone decenti di voler esprimere interesse e dispiacere è una sola, dal mio punto di vista: "Mi dispiace che stiate chiudendo, ho dei bei ricordi legati a questo negozio / mi sono sempre trovato bene qui."

E invece no. Ogni giorno "Perché state chiudendo?" mi viene posto credo 20 volte, io spesso cambio anche versione nella risposta, tanto per divertirmi un po'. Anche perché qualsiasi risposta io darò, sarà sempre controbattuta da altre richieste, tutte prettamente egoistiche.

"E io dove andrò a cambiare la pila?"

"Come farò per farmi accorciare i cinturini?"

In pochi, ma direi veramente 1 su 100, mi hanno chiesto malinconicamente "Dove comprerò nuovi orologi?". Mi ha anche fatto piacere che qualcuno abbia detto (esagerando) "Siete gli unici onesti in città". E sì, in molti manifestano solidarietà o si dimostrano dispiaciuti in maniera sincera. Questo mi fa piacere. Un paio di persone erano veramente commosse e colpite, ha commosso anche me.

Comunque, il picco negativo l'ho ottenuto nemmeno in negozio, ma mentre ero in edicola per comprare il giornale. Mi sento picchiare sulla spalla, mi volto e c'è una tizia sui 75 anni che non riconosco.

"Ma lei come si permette di chiudere il negozio?"

Le ho risposto che vado a godermi la vita. Così, la prima cosa che mi è venuta in mente. Una risposta del cazzo a una domanda del cazzo. Ma come ti permetti tu, a volermi dare il permesso di chiudere? Capisco che in realtà voleva fare la brillante con una battuta simpaticissima, ma dire che è stata accolta con gelo è ancora poco. Era una stronzata, non una battuta.

Per i negozianti che prenderanno la dura decisione di chiudere il proprio negozio: ecco, questa è un'ennesima dura prova che forse non vi aspettavate, in mezzo alla marea di burocrazia e problemi che vi troverete ad affrontare. Fatevi forza, ancora più forza.

Per le persone che scopriranno che un negozio dove si servono sta per chiudere: usate il cervello, prima di aprire la bocca. Cercate di essere persone decenti. Dall'altra parte del banco c'è qualcuno che è sicuramente più in difficoltà di voi, in quel momento.


lunedì 2 dicembre 2024

Last Christmas

Inizia Dicembre, il mese più importante per qualsiasi negozio, il mese in cui si sta aperti anche la Domenica nella speranza che la gente voglia comprare più regali di Natale.

L'anno scorso, Dicembre 2023, fu un vero e proprio disastro: incassi a malapena migliori di un mese qualsiasi, mentre si avrebbe bisogno di molto di più per far fronte alle tasse di fine Dicembre e inizio anno. Fu messo il seme dell'idea che forse la mia attività avrebbe potuto e dovuto fermarsi

Arriviamo a Dicembre 2024: realisticamente e in maniera ottimista, posso più o meno puntare a fare gli stessi (bassi) incassi dell'anno scorso. Sapete perché? Perché il mio Dicembre è stato in Novembre. Il mese scorso ho iniziato la svendita di liquidazione, vendo tutto al 30% in meno rispetto al prezzo di cartellino, e le vendite sono andate oltre le mie aspettative. Ho finito i Cucù (ne vendevo uno all'anno). Ho finito gli orologi Radiocontrollati (venduti 7, di solito ne vendevo 4 in un anno). Ho finito i profondimetri (ne avevo solo 2, ma non ne vendevo da un anno). Mi sono rimasti 5 G-Shock e 6 Casio normali (in pratica li ho finiti, l'enorme vetrina è completamente vuota). Ho venduto 48 Citizen (in un anno mediamente ne vendevo 60, circa).

La seconda settimana di Novembre ho incassato quanto tutto Settembre. La terza settimana, come tutto Ottobre.

Perché pronostico che incasserò molto meno a Dicembre, quindi? Semplicemente perché mi si è presentato il problema più assurdo, più bello e devo dire inaspettato: sto finendo la merce da vendere. Certo, ho ancora una 40ina di Citizen, ci sono altre cose di altre marche, ma anche se vendessi tutto (e ok, non credo di riuscire a farlo, ma ci andrò vicino), gli oggetti che ho in negozio non sono più quelli più costosi. Dovrei vendere 7 Citizen in un giorno, per arrivare al giorno medio di Novembre.

Da metà mese smetterò anche di prendere pile da cambiare. Metterò fuori un cartello: NON SI CAMBIANO PIU' PILE. Sarebbe troppo alto il rischio che la gente non venisse a ritirarle in tempo, e io non voglio tenermi dozzine di orologi in sospeso dopo la chiusura, organizzare i ritiri e seccature varie. Anche lì prevedo un grosso circo di pianti e lamentele di persone che devono cambiare la pila il 23 Dicembre, ma sorriderò perché non sarà un problema mio e non dovrò mantenermi calmo per non scontentare potenziali clienti.

Dicembre. Benvenuto. E' l'ultimo in cui lavorerò tutti i giorni con orari massacranti. L'anno prossimo mi godrò sul serio il Natale, ma anche quest'anno avrò soddisfazioni.