giovedì 28 gennaio 2016

MacGyver Spaccatutto



(non è che il mio post precedente fosse "finale"... è solo che ho avuto moltissimo da fare, ma ho una serie di storie pazzesche da raccontare, devo solo trovare il tempo di scriverle, in attesa che la tecnologia consenta di collegare la tastiera al cervello e scrivere automaticamente quello che penso alla velocità della luce)

Era da un po' che non documentavo delle cose degne di MacGyver. Certo, ne vedo spesso di casse rigate o cazzatone clamorose commesse da chi "ma tanto è facile lo faccio io", ma questo forse è uno dei casi peggiori... è quasi un peccato sia accaduto su un orologio da pochi soldi, avrei goduto di più fosse successo a qualcosa di costosissimo.

Andiamo al caso.

Entra una signora, mi dice che il figlio voleva cambiarle la pila e le ha rotto il vetro, vorrebbe sostituirlo.
Ora, io la signora la conosco e conosco il figlio, che fa l'idraulico. Vorrei sapere quale dei suoi attrezzi ha usato sull'orologio, visto che non ha "solo" rotto il vetro.




Dico alla signora che non solo ha rotto il vetro, ma ha anche staccato un pezzo di quadrante (dalla foto non si vede molto, ma mancava un pezzetto, nella foto si vede solo che il quadrante è staccato rispetto alla cassa), mentre taccio su quanto cavolo ha rigato la cassa (la foto è im-pie-to-sa). Insomma le dico che l'orologio costa 30 euro circa, fra cambiare il vetro e sistemare (se si può) il quadrante spenderebbe la stessa cifra, non vale la pena.

E quindi, la chicca:
"Ma l'orologio è in garanzia, ha meno di due anni!"

Hai voglia a farle capire che la garanzia non copre manomissioni di questo calibro... alla fine mi ha lasciato l'orologio da buttare, molto sconfortata.

martedì 12 gennaio 2016

2016, finalmente (AKA Orologiaio Origins AKA Finalmente Libero)

Esattamente dieci anni fa, esattamente questo giorno, ereditai questo negozio (attività e muri), a causa dell'improvvisa morte di mio padre.
La sua scomparsa non fu immediata, ma nei pochissimi giorni di malattia non mi disse MAI una parola relativa al negozio. Cosa avrebbe voluto che io ne facessi, cosa avrei dovuto fare se avessi preso il suo posto, quanti soldi doveva alle banche. Io all'epoca avevo tutt'altro lavoro, avevo fatto tutt'altri studi e non mi interessava minimamente lavorare in negozio, se non i 20 giorni all'anno in cui a Dicembre aiutavo con le vendite. Ma anche lì, io ero presente principalmente per prendere e ridare pile e riparazioni, in attesa che mio padre finisse una vendita e arrivasse dal cliente. Non mi interessava altro, e non imparavo un granchè - anzi in Dicembre spesso andavo a letto più tardi del solito perchè potevo permettermi di stare in negozio con metà cervello acceso, per quel che dovevo fare.

In ogni caso, nel Gennaio 2006 sono stato obbligato a questa "scelta" di lavorare in negozio "per un po'", perchè ho scoperto quasi subito che negli otto anni di attività con questo negozio, mio padre aveva accumulato oltre 80,000 euro di debiti con lo Stato e le banche. Mi spiace se qualche mio parente mai leggerà questo blog, ma questi sono i dati di fatto: mio padre di questi affari non se ne intendeva (prima si occupava, con enorme successo, di altro), ma non aveva mai detto niente che facesse intuire un problema. Soldi ne faceva abbastanza, ma ne spendeva altrettanti e poi anche di più. Era il sogno dei teorici delle finanze, però: "in caso di crisi, investi ancora più soldi! Vedrai che funziona far girare i soldi!"

80,000 euro non li avevo, da dare alle banche e allo Stato, e rischiavo che mi portassero via tutto. Dovevo lavorare in negozio per dimostrare che l'attività proseguiva, dare fiducia alle banche (che in tre mesi hanno preteso 25,000 euro, per iniziare) e poter ottenere le dilazioni delle tasse arretrate.
Con l'aiuto solo del commercialista e di mia mamma (ex commerciante), ho almeno capito che cazzo dovevo fare, nella quotidianità di un negozio. Davvero, non ne avevo idea e non so ancora adesso come ho fatto a partire e poi ingranare.

I primi due anni ho lavorato gratis, potevo permettermelo in quanto vivevo con mia madre e avevo messo via abbastanza soldi con i lavori precedenti, compreso quello che svolgevo fino al Dicembre 2005 e che ho trasformato in part-time free-lance. In quei due anni ho capito come giravano le cose, ho capito come e dove tagliare i costi, ho abbandonato alcune marche e ho cambiato un po' di cose.
Dal 2009 in poi, circa, ho messo mano alle cartelle esattoriali, ho fatto i conti. Avevo visto che nel 2016, con le dilazioni giuste, avrei finito di pagare il debito con lo Stato. Sembravano infiniti, sette anni, eppure eccomi qui.
Nel 2009, fatti bene tutti i conti (perchè quella è una cosa che so fare molto bene), mi ero detto: "Sarò legato a questo posto fino al 2016, poi avrò finito di pagare tutti i debiti con tutti e potrò decidere se vendere tutto o cosa farmene di questo lavoro".

Ebbene, il 2016 è arrivato. Con mia enorme soddisfazione, l'ho messa nel culo a tutti quelli che avevo contro. Perdonatemi l'espressione, ma è esattamente come mi sento, e come mi sono sentito in questi anni: solo contro tutti.
Contro le banche, in particolare il figlio di puttana che si era "scordato" che per sottoscrivere un mutuo con la loro banca (Cariplo, per la cronaca) era obbligatorio sottoscrivere una polizza sulla vita - quindi automaticamente con la morte di mio padre, l'assicurazione che lui aveva pagato avrebbe dovuto coprire i 25,000 euro del mutuo, ma siccome io non avevo idea di questa cosa e siccome non sapevo dove mio padre tenesse i documenti, ho dovuto pagare tutti i 25,000 euro in tre mesi, subendo anche le sue pressioni telefoniche. La banca, quando qualche mese dopo ho scoperto di questa "svista" e l'ho denunciata, ha fatto spallucce. Il figlio di puttana è morto due anni fa, per la cronaca. La filiale della sua banca ha chiuso. Cristo quanto ci godo, quando ci penso. Piccola vendetta, ma è un inizio.
Contro lo Stato, che non vorrei fare populismo ma veramente si succhia il sangue, dai negozianti. Chi non la vive questa cosa non la può comprendere, tanto "tutti i negozianti sono ladri".
Contro i clienti, che mi hanno stressato dal giorno uno - ma questo già lo sapete ;)
Contro alcuni commessi viaggiatori, che all'inizio hanno approfittato della mia scarsa preparazione e hanno contribuito a farmi spendere ancora più soldi.
Contro alcuni lettori di un blog chiamato "Clerks", aperto solamente per sfogarmi della immondizia umana con cui ho quotidianamente a che fare. Un ringraziamento invece a chi ha compreso lo spirito del blog (tendenzialmente chi ha capito è un commesso o unmisantropo, a volte un collega dalla mentalità aperta).
E via così. Al di là del commercialista e di mia mamma, non ho avuto aiuti da nessuno, in campo lavorativo. Mai. Solo il mio spirito di metterla nel culo al mondo mi ha sostenuto, e ora sono ad un passo dal raggiungere il mio obiettivo di pareggiare i conti con il passato.

Quindi, 2016, eccomi qua. I conti son quasi saldati.

Nel 2009 pensavo di pareggiare i conti e vendere tutto. Nel frattempo non ho imparato ad amare questo lavoro, come vorrebbero i film più banali. Anzi, probabilmente la mia "passione" si è ancora più spenta. Eufemisticamente, posso dire che non mi interessa granchè degli orologi, e non mi interessa il lavoro a contatto con la gente (sto usando EUFEMISMI ENORMI).

Nel 2009 la famosa "crisi economica" stava solo iniziando, o non se ne conosceva la portata. La gente poteva avere un lavoro, cambiare lavoro, pensare a fare soldi facendo un lavoro. Ora chi ha un lavoro se lo tiene, anche se lo odia.

Quindi che dobbiamo fare. E' un lavoro. Me lo tengo. Se questo fosse un film, sarebbe un film di rivincita sul mondo ma con finale agrodolce, l'eroe che si incammina al tramonto verso un domani che sarà uguale a ieri.
Me lo tengo, ma almeno l'ho messa nel culo a tutti gli altri. Nessuno ci avrebbe scommesso, ma ce l'ho fatta.

Fanculo, me lo tengo. In attesa del famoso "cinese con la valigetta con un milione in contanti per rilevare l'attività". Io ci spero sempre, e non avrei tante remore. Vi posterei la mia foto da un paradiso tropicale, posterei anche l'indirizzo del negozio per far pubblicità a chi l'ha acquistato per un milione di euro.
Brindiamo ad un 2016 di sogni da realizzare, quindi!

NB: nel primo commento qui sotto, un paio di considerazioni ulteriori, ma mi sentivo che il post doveva chiudersi qui