mercoledì 15 novembre 2017

Gli effetti del mio lavoro sulla vita privata

Come ribadisco spesso, per me il lavoro finisce quando tiro giù la saracinesca - per la pausa pranzo o per la chiusura serale - appena esco dal negozio non amo parlare del mio lavoro, anche perchè io di mio ho poco da dire (lo dico tutto su questo blog), e perchè quello che mi chiedono gli altri non mi importa mai o son sempre frasi di circostanza.

Comunque. A 100 metri dal mio negozio, c'è un ristorante che fa la migliore pizza della città. Non accetto discussioni: è la pizza migliore, e non lo dico perchè il proprietario è nato nello stesso paese di mio padre, un paese che di pizza (e mozzarelle) se ne intende veramente tanto.
Il pizzaiolo in realtà è egiziano, ma le materie prime sono di prima qualità, e la pizza è fantastica. Il pizzaiolo è un mio cliente: la prima volta che è passato un paio di anni fa, non credeva al fatto di vedere me al lavoro. Ha comprato alcune cose per sè, un orologio per la moglie... gli faccio sempre lo sconto, e lui mi ricopre la pizza di mozzarella.

Qualche tempo fa ero davanti alla sua postazione di lavoro, stavo aspettando la mia pizza, in un momento di calma del ristorante. Lui mi dice che "a breve dovrà passare in negozio", ed un cameriere chiede che lavoro faccio. Risponde il pizzaiolo, dicendo che lavoro in un negozio di orologi.
In quel momento, i camerieri iniziano ad uscire dalle fottute pareti. Pure uno dei cuochi. Ma che cazzo hanno, le antenne?

E iniziano con i discorsi teorici che odio, basati su descrizioni vaghe dei loro problemi:

"Ahh, hai un'orologeria? Ne cercavo proprio una...
(in tutta onestà e ingenuità, penso "cavolo un nuovo cliente, bene", gli sto già per offrire sconti)
... devo far stringere un cinturino, tu lo sai fare?"
(ma vaffanculo, sì che lo so fare)

"Il mio orologio ha qualcosa che non va, posso passare?"

"Ma vendi anche i bracciali in acciaio?"

"Adesso so dove portare le pile"


Al di là dello scoglionamento provocato da tutte queste frasi, il risultato è che nei giorni successivi sono venuti veramente.

Uno ha portato SEI orologi a cui cambiare la pila. Sei orologi di merda che costavano meno della pila stessa - due non funzionavano e ovviamente c'era il sospetto che fosse colpa mia, e degli altri ha sottolineato il costo delle pile.

Uno ha mandato il figlio con un falso rolex rotto, insisteva sulla riparazione.
E' venuto il giorno dopo il padre, insistendo ancora sulla riparazione. Io insistevo che i rolex falsi ("anche quelli fatti bene") non li riparo, e lui è uscito scazzato.

Uno cercava un cinturino di metallo per un orologio con cinturino in pelle integrato. Non si può mettere, tanto quanto lui non si metteva il cuore in pace.

Insomma di tutti questi rompicoglioni, non ho potuto soddisfarne nessuno.

Il risultato? Ora quando vado (settimanalmente) a prendere la pizza, a parte il piazzaiolo (che alla fine non è nemmeno ancora passato!), sento un certo clima teso con i camerieri, perchè non li ho soddisfatti e anzi un paio mi hanno pure portato a rispondere in maniera un po' tesa (se non li avessi conosciuti, li avrei direttamente sfanculati, alla quinta richiesta "eddai che ti costa provare a metterlo, un cinturino in acciaio").
E tutto questo, perchè è sfuggito a qualcuno il segreto sul lavoro che faccio.

Fanculo.

giovedì 2 novembre 2017

Diagnosi Solare

"Buongiorno, il mio orologio a carica solare non funziona bene. Ogni tanto va, poi si ferma, a volte la lancetta va a scatti, ma spesso si ferma."

Lascio a voi, colleghi ma anche completi neofiti del mondo dell'orologeria e dei modelli a carica di luce, una diagnosi.



A volte mi chiedo se mi prendano semplicemente per il culo.
Poi, ancora più spesso, mi chiedo cosa stracazzo facciano con i loro orologi.