venerdì 22 maggio 2020

Tre giorni di riapertura

Ecco, ho ri-aperto da tre giorni e sono ancora vivo.
Devo dirlo, sta andando meglio di quanto pensassi. Indossare la mascherina è un fastidio enorme, i guanti pure, e il lavoro è incessante. Però in questi giorni i clienti sono stati rispettosi delle regole, non ho visto risse per il posto in fila, tutti hanno la mascherina, la metà ha anche i guanti. Mi sta bene.
L'unico problema, al momento, è che TROPPA gente si perde in TROPPE parole. Già non lo sopportavo prima, adesso che mentre esplorano la loro ridondanza mentre vedo la gente fuori in fila, mi sento esplodere. Devo lavorare sulla calma e sul fregarmene della fila, anche se qualcuno l'ho visto andar via, lasciando il posto in fila.
Il primo giorno andava tutto bene, fino alla prima criticità: il cambio di un cinturino. Ecco, la cliente ha preso il suo lungo tempo per scegliere, poi non era una cosa velocissima da cambiare, è stata qui 12 minuti, e fuori si è creata una bella coda. Ulteriore problema, la cliente dopo doveva cambiare il cinturino! Lì sono un po' impazzito, ma alla fine me la sono cavata.

Riapertura, le statistiche


1 giorno - 54 clienti (41 la mattina!), 37 pile, 1 orologio venduto, 12 scontrini

2 giorno - 58 clienti, 49 pile, 1 orologio venduto, 34 scontrini
(la statistica delle pile è balzata avanti grazie ad una signora che denominerò "campionessa mondiale di pile", di cui parlerò nel prossimo post)

3 giorno - 52 clienti, 38 pile, 1 orologio venduto, 34 scontrini

Fra quelli che non hanno lasciato o ritirato pile, alcuni casi interessanti:

2 orologio radiocontrollati a cui non si è aggiornata l'ora.
3 Casio a cui sistemare ora
In effetti, TANTI orologi a cui sistemare l'ora legale, compreso ovviamente quel matto che viene cambiare ora e data ogni due mesi.
Nota 1: l'ora solare è scattata due mesi fa. Sta gente era in giro da due mesi con l'ora sbagliata, pur di non tirar fuori una corona e girare le lancette.
Nota 2: il matto di cui sopra viene da OTTO ANNI, a farsi girare la corona per cambiare l'ora.

Il primo giorno, poi, registro tantissime troiate da incasso vicino allo zero - "perchè il mio orologio caduto nell'acqua non funziona più?" "ho provato ad accorciare il cinturino e ho rotto tutto" "nooo questo preventivo è troppo alto" e via così.

Bomber del rientro

Tizio che si presenta con mascherina, occhiali da sole, cappellino. Avesse voluto fare una rapina sarebbe stato perfetto.
Tra l'altro è un tizio che conosco, ma non lo avevo affatto riconosciuto.

Rincoglionita del rientro


"Oh ma buongiorno, siete di nuovo aperti! Ero preoccupata, ho chiamato tantissime volte ma non rispondeva nessuno"
"E' il numero di un negozio, se il negozio è chiuso non risponde nessuno"
"Lo so, ma sono anche passata davanti molte volte ed era sempre chiuso, temevo si fosse ammalato"
(toccandomi le palle)
"Signora, ma si era accorta che anche gli altri negozi in tutta la città erano chiusi, per legge?"
"Sì, ma voi eravate sempre chiusi"

Vabbè buonanotte.

lunedì 18 maggio 2020

Notte prima della riapertura

Ci siamo, domani si riapre il negozio, dopo oltre due mesi di stop completo (due mesi con incasso zero e i fornitori da pagare). Non ho voglia di riaprire. Sono preoccupato. Prevedo un casino indescrivibile. Sì, sento di essere vittima della "sindrome della capanna". Non è stato facile stare a casa questi mesi, ma ora che mi ci sono abituato, uscire per lavorare mi rende nervoso. Ma va fatto, e lo farò.

Avevo in mente di scrivere tante cose in questo post, cose negative perché "conosco i miei clienti". Volevo sfogarmi.
Probabilmente la 75enne che al mercato cittadino, aperto solo per alimentari e con due zone distinte di entrata e uscita, che settimana scorsa ha fatto intervenire i carabinieri perché lei AVEVA IL DIRITTO di uscire dall'entrata "perché è più comoda", è una mia cliente.
Almeno due miei clienti sono morti per coronavirus. Erano persone sgradevoli, a dirla tutta, però fa impressione a pensarci. Li ho riconosciuti dal cognome particolare, chissà se altri me li sono mancati.
Insomma, volevo sfogarmi, perché onestamente penso la mia vita lavorativa diventerà un nuovo girone dell'inferno, con code fuori dal negozio (si entra uno per volta! io spesso servivo due persone insieme, a volte anche tre), discussioni infinite, generale senso di insicurezza.
Avrei voluto andare nel dettaglio delle mie paure.

Ma adesso che sono davanti allo schermo a scrivere, a meno di 10 ore dalla riapertura, la mente si è bloccata. Non ho voglia di scrivere solo di cose negative.
In realtà, non riesco nemmeno a trovarne di positive, in questa riapertura. Forse la cosa positiva è che, non facendo acquisti di nuovi orologi per i prossimi 3 mesi (non posso permettermelo, pazienza se non avrò i nuovi modelli fino a Settembre), potrò testare un diverso approccio economico, basato solo sul servizio che la gente vuole da me: pile e cinturini. Io continuo a dire che di quelli non si può campare, soprattutto perché per lo Stato io invece dovrei continuare a vendere dozzine di orologi ogni mese, e mi chiederà le tasse di conseguenza.
Ho pensato ad un servizio di "home delivery" degli orologi con le pile cambiate, ma dopotutto quando bene ho consegnato 4-5 orologi in un'ora, per un gran totale di tipo 25-30 euro, a cosa è servito, tenendo il negozio chiuso? Mi sarebbe piaciuto lanciarmi nella moda della consegna a casa, ma non credo sia un genere merceologico per il quale possa servire.
Ecco sì, ci provo ma non sprizzo ottimismo.

Vorrei aderire al motto "andrà tutto bene". Vorrei.
Non riesco.

A presto... spero.

giovedì 7 maggio 2020

-12 alla riapertura

Finalmente sono potuto uscire di casa per un giro nel quartiere.

Prequel: il mio condominio ha un giardino grosso (ma veramente grosso!), quindi spesso in queste settimane sono sceso per un giro da semi-recluso, o per leggere sdraiato sull'erba. Settimana scorsa, una condomina mi chiede quando riapro il negozio, che deve cambiare il cinturino e i due orologi di sua mamma sono scarichi.
Sempre settimana scorsa, di ritorno dal supermercato, nel garage una condomina mi racconta che deve cambiare la pila.

BENE.

Torniamo a ieri. Vado dal panettiere, uno sconosciuto mi blocca:
"Scusa! Scusa! Sei aperto?"
"Se sono qui alle 11.40 del mattino, no, purtroppo non sono aperto."
"Devo portare delle pile"
"Riapro il 19, grazie"

Volevo scrivere questo post ieri. Poi mi sono attardato, e stamattina, mentre facevo quattro passi, ore 10.15.
"Buongiorno, signor xxx! Ho in borsa un orologio di mia mamma per cambiare la pila, glielo posso lasciare?"
"Mi spiace, il negozio è chiuso, non posso lavorarci su"
"Ah, pensavo che apriste a orari strani diversi dal solito"
"Riapro il 19, ci vedremo quel giorno"

Ora, lo so che in molti non capiranno o non empatizzeranno con il senso di questo post.
La recessione è alle porte. In molti hanno perso il lavoro. Io per ora in questi mesi, oltre ai mancati incassi e a non avere ricevuto nessuno stipendio, ci ho perso circa 5.000 euro che non torneranno mai nelle mie tasche, ma il lavoro rimane mio, sì posso riaprire e tornare al lavoro. In tanti penseranno "beato chi ha lavoro". Sì, dei soldi entreranno nelle mie tasche, sono grato che ci siano delle persone che vogliono venire da me per un servizio che offro. Ma la mia vita sta per diventare un inferno. Se la giudicavo un inferno lavorativo prima, ora sta per diventare peggio.

Non sono per niente sereno, sulla riapertura con regole ancora per nulla chiare, con il virus ancora in giro, con la voglia di spendere probabilmente azzerata, con la necessità di far capire alla gggente che dovrà rispettare le regole nel mio negozio.

Se leggete questo blog da tempo, avrete ben presente del tipo di umanità che c'è in giro.
Se non lo leggete da tempo (o se non lavorate a contatto con il pubblico), "non potete capire" e lascerete un commento caustico. Perché sognare una vita migliore è un delitto, chiaramente, per uno che "almeno sta facendo dei soldi".

PS: MA POI, COME FANNO A RICONOSCERMI MENTRE HO SU LA MASCHERINA CHE MI COPRE META' FACCIA? Io non riconosco nessuno già normalmente, figuriamoci ora con le mascherine!