mercoledì 1 dicembre 2010

Klaatu, Barada, Nikto!‎

Domenica era la prima Domenica in cui sono costretto a stare aperto in vista delle vendite di Natale. Peccato piovesse a dirotto, e la gente non avesse molta voglia di uscire per fare spese. E' stata una giornata totalmente moscia, a livello di clienti e vendite. Però ovviamente conta più la qualità che la quantità... e quindi devo stendere un tappeto rosso misto a petali di rosa per il tizio dall'accento vagamente straniero che ha comprato un orologio con cassa d'oro.


Non lo ringrazio solo per la spesa effettuata (purtroppo di orologi del genere ne vendo 6-7 all'anno, per me è sempre un evento!), ma soprattutto perchè era un genio.



Mi ha chiesto se si poteva incidere qualcosa sul fondello e quanto costava, ho risposto che non c'erano problemi, e che il costo era compreso nel prezzo dell'acquisto, omaggio della casa. Lui era felicissimo della risposta, e ha estratto il biglietto con su scritta la cosa da incidere:



T'HYLA



Erm... lui aveva un accento non italiano, ma probabilmente ho fatto una faccia perplessa mentre cercavo di capire che lingua fosse, pensando che fosse islandese o qualcosa del genere - e senza bisogno di chiedere spiegazioni, mi ha detto lui di non preoccuparmi, perchè che era... VULCANIANO!



La lingua del dottor Spock di Star Trek!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
E mi ha spiegato che t'hyla significa "persona a cui si vuole bene".



Sì. Grande. GRANDISSIMO! Nerd coi soldi, vi amo.



Nessun problema a inciderlo, gli ho chiesto di controllare tre volte l'apostrofo e tutto, e poi ho fatto incidere. Pagato cash, confezione regalo e tutti felici.



Lunga vita e prosperità a te, carissimo cliente!



martedì 9 novembre 2010

La fortuna è cieca


Cara Dea Bendata. Di solito mi assisti abbastanza bene (dico nella vita, non nel lavoro, se fossi fortunato sul lavoro questo blog non esisterebbe). Una volta ho pure vinto un viaggio, con un concorso legato ad orologi. Però oggi mi sento di volerti mandare un po' a cagare.



La parrocchia locale passa una volta all'anno per chiedere un piccolo oggetto per la loro mega-lotteria. Ho sempre a portata di mano qualche orologio francamente invendibile. E poi mi compro un paio di biglietti, perchè i primi premi sono sempre piuttosto fighi (di solito i miei orologi sono segnati come valore entro i primi dieci premi, perchè magari sono di marca ma comunque sono esteticamente orribili, lontani dai gusti dei miei clienti, e non riesco a venderli che non riesco a vendere in negozio).



Ecco, quest'anno ho vinto qualcosa. Ho vinto il mio orologio. Me l'hanno appena comunicato via telefono - pensavo fosse uno scherzo, visto che mi parlavano come se non sapessero chi ero, ed in effetti così era, visto che avevo scritto il mio nome e il mio cellulare sulla matrice, e non quelli del negozio. Forse ci sono rimasti male per il poco entusiasmo.



Sei proprio cieca, fortuna.

giovedì 4 novembre 2010

Brutus

Premetto che questo cliente è stato un grande, questo post non è assolutamente per prenderlo in giro o per lamentarmi (lo dico con sincerità, non solo perchè se mai leggesse queste righe mi farebbe le chiappe a strisce!), è solo l'ennesimo post per far sapere che razza di cose strane possono succere in una orologeria. Roba che non vi immaginereste mai...



Allora, sto guardando fuori dalla vetrina e noto per stada un tizio ENORME, alto tipo 1.90 e muscolosissimo. Sì, indossa la giacca, ma ha un petto e dei bicipiti enormi, si vede anche se è completamente coperto. Penso 'ammazza quanto è grosso', e finisce lì la storia.



Senonchè, dopo una ventina di minuti mi si presenta in negozio. Ha una semplice richiesta per l'altimetro del suo orologio che si è sballato, ma purtroppo non posso aiutarlo perchè non è di una marca che tengo io, quindi non posso fare assistenza, gli dico che deve trovare un rivenditore e chiedere lì. Siccome è stato gentile, però, mi offro di guardare al volo se magari l'altimetro non va semplicemente ri-tarato. Di solito questi orologi hanno tutti gli stessi tasti, quindi mi ingegno un attimo e capisco come sistemarlo. Mentre traffico sui bottoni, il tizio si slaccia prima il giubbotto, poi si toglie anche la felpa che indossava, lamentandosi del caldo. Insomma... mi rimane in canottiera rossa e tatuaggi! E porca vacca se era enorme il tipo, faceva una certa soggezione averlo davanti, un buon 20 cm più alto di me e con tatuaggi su tutto il corpo. Per intenderci:





Ecco, Batista a confronto è piccolino e un po' meno tatuato.



Deglutisco vagamente intimorito, ma lui ripete che ha un gran caldo... continuo a smanettare con i pulstanti ma in effetti non riesco a sistemare l'altezza di riferimento, quindi purtroppo gli dico che deve appunto rivolgersi ad un centro assistenza per quella marca. Lui comprende, mi ringrazia per il tempo perso, si riveste e se ne va.



Insomma, tutto tranquillo ed educato... ma che bisogno c'era di mettersi mezzo nudo? LOL! Un grande, comunque!

giovedì 28 ottobre 2010

La Garanzia

In tutti questi anni, raramente ho parlato delle garanzie degli orologi. Una nota semplice: gli orologi hanno garanzia di due anni, e per far valere la garanzia non c'è bisogno nè di tenere lo scontrino, nè di spedire niente - l'importante è conservare il libretto che viene timbrato dal negoziante, con data e modello dell'orologio. Non serve nient'altro. Nemmeno lo scontrino, no. Serve quel cavolo di libretto.

Ora. La maggior parte dei clienti, appena apre la scatola di un orologio, prende il libretto e lo butta via. Lo deduco dalla quantità di persone che mi porta orologi in garanzia, ma senza la garanzia. 
Diciamo che le case di orologi non stanno a sottilizzare, le cose sono o bianche o nere, o sono 0 o sono 1 (gli utonti non capiranno), o hai la garanzia o non ce l'hai.

Ma ovviamente se uno butta via la garanzia e la casa gli dice che non gli aggiusta l'orologio in garanzia, la colpa è sempre MIA, che non so metterci una buona parola (è chiaro che di solito telefono al Signor Casio in persona in Giappone per raccomandarmi di fare un orologio in garanzia!).

Oggi si è toccato il top, in fatto di accuse campate per aria.
Tizio mi ha portato un orologio dicendo di averlo comprato a Natale, e adesso non funziona. Gli dico che non ci sono problemi, se mi porta la garanzia lo sistemano senza pagare niente. Mi dice che la garanzia forse non ce l'ha. Lo mando a casa dicendo di guardare bene, che è importante.

Torna dopo due ore, dice che la garanzia non ce l'ha. Gli dico che questo è un problema, perchè la casa di orologi vuole la garanzia, il libretto timbrato. Lui dice che ha buttato via tutto, e che comunque siccome l'orologio l'ha comprato da me, sono io che devo fare la garanzia e tenerne conto.

(Al di là dell'incomprensibilità del messaggio...)

Gli dico che è sua responsabilità conservare la garanzia, gli è consegnato un libretto apposta. Senza garanzia, la riparazione va pagata. Niente, voleva ancora avere ragione lui, ma io avevo smesso di ascoltarlo, non riporto nemmeno i vaneggiamenti successivi. Alla fine si è portato via l'orologio, assieme al numero del centro assistenza che gli ho consigliato di contattare per spiegare la sua  situazione (il risultato sarà un bel due di picche).

Di solito se ne fanno una ragione, si rammaricano del fatto che son dei cretini a buttar via una garanzia... e invece questo dava a me la colpa di non aver conservato la garanzia... Vabbè. Se vuoi odiare ciao, fai pure "ahh". Però che noia.


venerdì 22 ottobre 2010

Colorado Cafè

Oggi, nella sfilza di clienti super-simpatici e pronti ad andare a Colorado Cafè (lo Zelig dei poveri, e già sono note le mie antipatie per Zelig...), si è aggiunto un settantenne che mi ha proposto una battutaccia scontatissima, ma che onestamente non avevo mai sentito! 

Deve accorciare il cinturino. Gli prendo la misura e dico:

"Sì, basta togliere una maglia, bene!"

E lui, dando di gomito alla moglie:

"Togliere una maglia? Ma se dicono che proprio da oggi inizierà a far freddo? La tenga su, la maglia!"

E' mia abitudine non ridere per ste cazzate, e infatti l'ho guardato alzando il sopracciglio. Però sono rimasto colpito dal fatto che la battuta fosse scontatissima, ma nessuno me l'avesse proposta in cinque anni da clerk.


venerdì 15 ottobre 2010

McGyver antigelo

Questo è un McGyver che apprezzo nelle intenzioni... mi ha fatto troppo ridere. Ok in realtà tutti i McGyver mi fanno ridere, quando mi portano i loro orologi totalmente sminchiati mentre cercavano di ripararli da soli.

In effetti il McGyver di cui ora vi narro, non ha cercato di aggiustare l'orologio, bensì... 

Il sessantacinquenne in questione sta ritirando un orologio a cui ha fatto cambiare la pila. Lo tira fuori dalla busta, mi dice che è felice che funzioni ancora perchè è un orologio bello chiaro da leggere, le lancette sono ben visibili... l'unico problema è che essendo un orologio in acciaio, la mattina quando lo indossa è freddo, appena lo mette su sente una scarica fredda lungo tutta la mano. E allora... la mattina prima di metterlo appicica al fondello un feltrino di quelli per i mobili (parole sue!), così non c'è contatto fra il fondello e la mano, e il feltrino gli tiene pure caldo. Poi a metà mattinata toglie il feltrino, quando fa caldo.

Ebbravo McGyver. Hai trovato una soluzione vagamente complicata e antiestetica, ad un problema quasi inesistente e comunque risolvibile sicuramente in altra maniera.


sabato 9 ottobre 2010

Approfondimento politico

C'è in negozio un tizio sui 45 anni con la figlia sulla decina. Descriviamo un attimo il personaggio, giusto per inquadrarlo, anche se il fulcro della storia non è la rottura di balle che mi stava provocando. Aveva portato un orologio perchè gli era stato regalato, e non gli piaceva. Ok. Gli era stato regalato in Marzo (sette mesi fa!!!). E non aveva lo scontrino.
E' che, sapete, è difficile passare in centro alla città, c'è poco parcheggio.

Poco parcheggio per sette mesi.

Fattostà, che ad un certo punto ci siamo accordati per cambiargli solamente il cinturino, mettendo un colore diverso che rendeva più moderno l'orologio. Non se lo meritava, ma vabbè, io mi tenevo il marrone classico e lui si portava via un cinturno color osceno.

Comunque, sono al banchetto per cambiare il cinturino, e suonano alla porta. Nel mentre (5 secondi) che arrivo ad aprire al cliente, il tizio pronuncia:

"Ehhh... se ci fosse ancora il duce queste cose non succederebbero!"

Lo ignoro...

"Ha capito no? Lei deve stare chiuso qui dentro per paura delle rapine, quando c'era il duce queste cose non succedevano, la porta delle oreficerie era sempre aperta!"

Sì.Sì.

Ignorato, contento del cinturino, e arrivederci. Grazie per l'approfondimento politico assolutamente realistico e non banale!
Mi spiace per la figlia.

martedì 28 settembre 2010

Rambo 2!!!!!

Oddio! Un ritorno sgradito a me, e graditissimo sicuramente a voi lettori! Così, di punto in bianco, dopo nove mesi che non veniva... oggi si è palesato nel mio negozio... RAMBO!


(se vi siete persi le sue strabilianti avventure, cliccate qui)



Ecco quello che dicevo di Rambo nel post precedente, relativo al 2009:



"è venuto solo due volte, la prima in Settembre e l'altra in Dicembre, aveva tutte le caratteristiche di essere un malato mentale come FBI"



Ecco, sì, oggi ne abbiamo avuto la conferma... siete contenti? Ha esattamente gli stessi atteggiamenti di FBI e la stessa mania di raccontare minchiate. Ecco quella odierna.



Si presenta, mi chiede come preliminare se teniamo una certa marca di orologi. Gli dico che non la teniamo, e lui inizia a descrivermi minuziosamente l'orologio che cercava per sua moglie, che era di forma particolare e colore particolare. Gli dico che appunto mi spiace ma non avendo quella marca, non posso avere quell'orologio. Mi ri-descrive minuziosamente com'è fatto il quadrante e tutto, e vabbè, gli dico ancora di no, e lui dice pazienza, ma sa, le donne si intestardiscono su certi dettagli e dobbiamo accontentarle.



Questo secondo me era un bluff per arrivare al suo show, era una intro.



Riprendo la frase come l'ha detta lui... con il passaggio logico ben congegnato per iniziare a infarcirmi di cazzate.



"Sa, le donne si intestardiscono su certi dettagli e dobbiamo accontentarle. Non come me, che mi accontento di un orologio spartano, come ad esempio quei Casio a cui faccio il filo da tempo, quelli con la bussola"



Eh sì caro Rambo, a quegli orologi fai il filo da un anno, sei venuto già due volte in negozio a parlarmi e parlarmi delle tue avventure, ma non hai scucito un euro.
Gli sorrido, dico che sono dei begli orologi, spero mi molli... e invece eccola! LA SUA NUOVA STORIA!!!



Mi dice che lui in effetti sa orientarsi bene con le stelle, anzi questa estate lui era fuori in barca vicino a Chioggia, e dovevano andare verso un'isoletta di fronte, tenendosi però lontani dalla costa.
Il tutto di notte e senza bussola.



Ma lui ha visto dov'era la stella polare e si è orientato bene, ha diretto lui la nave, anche se alla fin fine sono andati dieci miglia marine più a Nord di dove dovessero approdare. Ma alla fine era meglio arrivare a nord che non a est, perchè da quelle parti c'è la foce del Po, con la corrente che porta gli alberi, pericolosi per le imbarcazioni. E infatti, ad un certo punto hanno speronato proprio un albero, ma per fortuna sono riusciti a spostare il peso della barca e a farlo allontanare, perchè altrimenti se l'albero fosse andato sotto la chiglia, avrebbe potuto ribaltare la nave e sarebbero morti tutti.



Fiuuuu... che storia, eh?
Ora ditemi l'intelligenza di uno che va in barca a vela senza bussola. Di notte. In una zona dove si naviga a vista a causa degli alberi in mare.



Io stavo cercando una scusa per andare a prendere il registratore, perchè so che VOI avreste gradito ascoltare le sagge parole dalla voce profonda del rambo settantenne. Ma niente, non mi mollava, appena finita sta storia della nava, ha attaccato con il suo pezzo forte, che questa era la terza volta che mi raccontava: di quando di era perso (in macchina e col navigatore satellitare) nelle foreste fra Francia e Piemonte, e solo con il suo orientamento era riuscito a tornare in Italia. Questa stronzata me l'aveva raccontata anche le altre due volte che mi aveva fatto visita, quindi ho cambiato umore, gli ho dato poca corda e alla fine ho aperto la porta in un tacito invito ad uscire... lui è uscito, alla fin fine soddisfatto perchè dopotutto non ha bisogno di un orologio con la bussola: lui si orienta con le stelle!



Ok, giusto. E quindi perchè torna a rompere a me i maroni per vedere un orologio con la bussola?
Questo sta prendendo la piega di FBI... adesso vediamo se torna in Dicembre, seguendo lo schema dell'anno scorso! Fatto sta che pure oggi è stato tipo 10 minuti a farmi venire l'orchite... è proprio pesante nell'esposizione delle sue avventure!

venerdì 17 settembre 2010

Ti ricordi di me? (ovvero: Bella Zio parte 2)

Fine Maggio. Fa caldo, ma entra una tizia con il bomber bianco, lampadatissima, orecchini pacchiani. Una tamarra doc.

"Ciao, ti ricordi di me?"

(imbarazzo: vedo un miglialio di facce al mese, anche se una tamarra del genere se fosse venuta di recente me la ricorderei)

"Erm, no, dimmi tutto comunque!"

"Ero venuta qui con Stefano qualche tempo fa, avevi messo via una orologio..."

Normalmente non reagisco a questo tipo di frasi, perchè non conosco nessuno per nome, e perchè di facce ne vedo un migliaio al mese e di orologi ne metto via un po'.
Però però però. Tamarra. Stata qui qualche tempo fa col suo ragazzo. Mi dà del tu. Vuoi vedere che...

"Avevamo messo via un Fossil coi brillantini?"

"Sì Sì, ma che bravo! Ce l'hai ancora? Alla fine Stefano non ti ha sentito più, pensava l'avessi venduto!"

(il famoso servizio clienti che ti avvisa quando sta per vendere un cosa a cui tu hai dimostrato un vago interesse tre mesi prima)
(comunque: E' LA RAGAZZA DI BELLA ZIO!!!!!!)

"No no, guarda, è ancora qui, io quando metto via una cosa, la metto via sul serio!" (falso come Giuda: semplicemente, l'orologio era obrobrioso e non l'avevo nemmeno rimesso in vetrina, era rimasto sulla mensola dove tengo gli orologi messi da parte con acconto...)

Lei è felicissima, dice che si avvicina il compleanno di Stefano e si è ricordata che questo orologio gli piaceva. Sul biglietto c'è anche scritto lo sconto che avevo promesso, e lei è soddisfattissima.

Insomma, questa è la fine della storia di Bella Zio. La parte iniziale era meglio, chiaro, ma perchè il protagonista era lo Zio, con la sua mitica testa sanguinante. Ma anche la ragazza aveva belle pretese, a venire dopo 3 mesi a chiedere se mi ricordavo... deve solo ringraziare il fatto di avere un ragazzo talmente fuori di melone, che si era impiantato nella mia memoria :)

Ho atteso a scrivere questo finale di storia, semplicemente per farvi immedesimare in me, che ho atteso tre mesi fra la prima apparizione di bella zio e l'acquisto dell'orologio, giunto totalmente a sorpresa!

mercoledì 8 settembre 2010

Stats

No, non parlo delle statistiche di accesso a questo blog (sono qui sotto, e i numeri sono sempre in aumento: grazie!), ma delle statistiche di questi primi giorni di apertura post-vacanze.

Allora, prima di tutto il dato fenomenale che batte ogni record.

Martedì 1 Settembre, primo giorno di apertura, ho preso 49 orologi per cambiare la pila.
Il tecnico si è un po' spaventato/lamentato, e dice che è un record assoluto (la media è di solito sui 30/35 al giorno). 
Tanto per chiarirci, il tecnico ci ha lavorato su dalle 20.30 alle 02.10. Se sente parlare qualcuno di "pila subito", probabilmente lo aggredisce. E io gli dò una mano.

Martedì però è stata una giornata relativamente tranquilla, saran venute 50 persone (sì, per me è la norma... la reputo una giornata ok). 

Mercoledì si è scatenato l'inferno, perchè è ripresa la routine di gente che viene a portare le pile, e gente che viene a ritirarre le pile del giorno prima.
Totale: 76 persone. Orologi venduti: 2. Morale mio: alto solamente perchè sono appena tornato dalle vacanze, ma il ritmo è stato masacrante (ribadisco a tutti che lavoro da solo, e 76 persone non sono noccioline, soprattutto se stai cercando di vendere un orologio e hai 5 persone che sbuffano).

Giovedì: speravo in una pausa. Persone venute: 76 (uguale al giorno prima!). Orologi venduti: 1. Umore: avevo una cosa da festeggiare, ma ero talmente stanco che non me la sono goduta in pieno, lo farò nel weekend.

Ora, io lo dico senza problemi, non potrò reggere a lungo questi ritmi. E nemmeno il tecnico, che inizio a temere si licenzi.

Il negozio va bene, direi, gli incassi sono decenti (di certo non poporzionati al flusso di gente!) ma non posso permettermi nessun aiuto oltre al tecnico per le pile - un aiuto diurno, diciamo. Questo è un bel problema. Per ora stringo i denti e tiro avanti, sperando magari in clienti di qualità, anzichè 76 persone che vengono per le 'pile subito' o genericamente per farmi perdere tempo (ve lo annuncio qui, ad esempio: potrei aver trovato un nuovo fbi, ma molto più giovane e rompicoglioni. E' venuto tre volte in una settimana con richieste assurde e con un'arroganza mai vista, se torna una quarta o si dimostra un bravo fbi comico, o lo caccio a calci nel sedere).

martedì 31 agosto 2010

Domenica d'Agosto

Recitavano canzoni antiche:

'Domenica d'Agosto, che caldo fa /
la spiaggia è un girarrosto, non servirà /
bere una bibita...'


e anche:

'Tutta mia la città, un deserto che conosco
Tutta mia la città, questa notte un uomo piangerà'


Sono a casa da Domenica scorsa (22 agosto), ma ho ripreso a lavorare solo stamattina. Nel frattempo, ho avuto un problema col pc di casa e son dovuto venire in negozio per usare questo 'lavorativo'. Non c'è cosa che odio di più dell'andare in negozio in giorni non lavorativi - non tanto perchè non mi piace il mio negozio, quanto perchè c'è sempre qualcuno, anche nel pieno di Agosto, che riesce a beccarmi nei tre secondi che impiego ad aprire il portone per parcheggiare il motorino.

Domenica 22 Agosto. La città è un girarrosto, alle ore 15. La città è un deserto che conosco. Nella via non c'è nessuno. Smonto dal motorino, entro nel portone per aprirlo da dietro, ri-esco su strada... UN VECCHIO!!!!!!! Ma da dove è sbucato? Non lo guardo direttamente. Metto le mani sul motorino per parcheggiarlo... 
"Scusi, apre domani?"

No, Lunedì sono chiuso sempre, comunque apro settimana prossima.

"No, perchè c'è l'orologio di mia figlia che l'ha fatta impazzire tutta l'Estate!"

See, see, ok.


Lunedì: la città è sempre un girarrosto e sempre non c'è in giro nessuno. Vado in negozio per usare il pc, e già che son lì affiggo due cartelli "Si riapre Martdì 31 Agosto". Mentre li affiggo (uno era su, l'altro no), passa un tizio: "Uhhh, aprite domani?" "No, settimana prossima!" "Peccato, perchè devo cambiare una pila che poi parto" "Eh, pazienza..."

Martedì: smadonno contro TeleTu, che mi dà problemi con internet a casa. Non ho voglia di andare in negozio, ma ci sono costretto. Mentre navigo, arriva una telefonata: "Salve, ho chiamato per sapere se siete aperti. Aprite settimana prossima? Ma nooo, è troppo tardi! Sa, avevo chiamato ai primi di Luglio per sapere se tenete i Casio, mi ha detto che li tenete e allora andavo tranquilla per il regalo... ma il 31 Agosto è il compleanno, quindi è troppo tardi! Poi magari appena aperto non c'è tutta la scelta disponibile, io volevo qualcosa da spendere poco... Non può aprire, se passo, per farmi vedere cosa avete in casa?"

Allora: negli anni passati mi è successo di essere chiuso, ma ricevere telefonate per orologi importanti, e allora ok, ho aperto, ben venga. Ma per una che vuole qualcosa di poco costoso, che però non sa cosa scegliere esattamente, e che ha avuto l'intelligenza di aspettare due mesi e tirarsi all'ultimo istante per il regalo... no, non apro. Ho detto che avevo il negozio vuoto dopo l'inventario, e se voleva passare il 31, la attendevo con felicità. Perchè io lo so cosa succede, se tiro su la saracinesca per far vedere degli orologi a una indecisa: la città deserta mi spedisce in negozio un milione di persone per cambiare la pila. 

Mercoledì: mi torna la linea, non vado in negozio.

Giovedì: vado in negozio per le pulizie pre-apertura. Mentre apro il portone, mi ferma un rumeno che entra sempre in negozio per chiedere soldi. Mi mancava, pure questo, eh. Uno che si informa su quando apro, così può passare a far l'elemosina. Tipo servizio a domicilio.

Sabato: passeggiavo per il centro e ho incontrato una tipa che abita nel mio palazzo. Mi ha chiesto quando aprivo, e mi ha raccontato della terribile storia d'orrore che le è successa: Sabato 14 Agosto in città non ha trovato nessuno che le cambiasse la pila subito! Ha girato tre posti (son pur stupito che fossero aperti!), e nessuno la faceva. Questo conferma che in città nessuno fa le pile subito. E conferma anche che agli occhi della gente, questo è un reato.


Eh beh. I segnali per una nuova stagione di vecchi, pile, elemosine ci sono tutte. 
Al momento, ho aperto da due ore, e penso di aver preso una ventina di pile da cambiare. Ed è venuto un nero a chiedere la carità. E quasi tutti i clienti avevano ben oltre 70 anni.

Bentornato al lavoro, Clerk. Fortuna che le tue vacanze sono state fighissime e ti sei rilassato un casino!

C'è anche da dire che mi sono rilassato al punto di essermi scordato totlmente tutte le cagate dei clienti di Luglio... dovrò ripartire da zero con nuove, strabiliante avventure. Devo solo dirvi com'è finita con Bella Zio. Alla prossima...


sabato 31 luglio 2010

Estate 2010

Niente, sono a pezzi, vado in vacanza senza nemmeno un post 'degno'. I clienti mi hanno sfinito, settimana scorsa ho rischiato un esaurimento nervoso, 3 settimane al mare me le merito. Non ho avuto tempo nè voglia di scrivere, sono troppo a pezzi. Buona estate a tutti, ci sentiamo in settembre. Di storie arretrate ormai ne ho parecchie, spererei che con la nuova stagione non ci fosse nemmeno una storia nuova... sto iniziando ad essere un po' troppo stanco di certe menate.


Byebye! E non portate gli orologi in spiaggia... lasciano il segno dell'abbronzatura, e se non state attenti si allagano! ;) Che vi frega degli orari al mare... godetevi la sabbia e il sole!

venerdì 9 luglio 2010

Bella Zio

Son già due settimane che non scrivo?!?!? Il tempo vola!

Non è certo perchè non ho avuto casi umani, anzi un paio in particolare sono stati particolarmente penosi, ma è pure squallido parlarne, erano semplicemente feccia scatenata dal caldo. Per il resto, mentre le città si svuotano, il mio negozio si riempie e ormai la media quotidiana è sui 60 clienti, quindi ho zero tempo per qualsiasi altra cosa.

Ma oggi vi meritate la storia di BELLA ZIO, un tizio che è venuto circa in Febbraio e del quale continuavo a rimandare il racconto, perchè è un po' lungo e dettagliato. Lungo, dettagliato, ma moooooolto soddisfacente, e con un colpo di scena da "Ai confini della realtà".

Ecco, allora, un pomeriggio freddo di Febbraio arriva un tizio sui 35-38 anni super trendy, abbronzatissimo, giacca di pelle con sotto golfino rosa, un cappellino di lana rosa in testa, occhiali da sole, catenazza d'oro al collo, e un accessorio immancabile: a tracolla, una borsa da donna dorata con il marchio Corona's. Accanto a lui, una bella tamarra vestita in modo consono al ragazzo, potete immaginare che bella coppietta raffinata.

Entra, lo accolgo con il consueto "Buongiorno", lui risponde "BELLA ZIO!", e capisco che già stiamo entrando nei confini dello Zelig - non guardo il programma, ma la parodia del tamarro l'ho vista quache volta: questo tizio qui è uguale.

Allora, vuole vedere un orologio per lui, "bello grosso e vistoso per un polso importante, e magari con un po' di brillantini" (parole sue). Fortunatamente, in barba a qualsiasi logica commerciale, c'è una marca di orologi che fa esattamente queste cose, da uomo: orologi belli grossi e pesanti, con anche qualche brillantino. Quando la mostro gli si illuminano gli occhi, pure la sua ragazza squittisce di gioia.

Ne prova due o tre, fa commenti tecnici tipo "Ma questo brilla troppo poco", e poi la proposta oscena: "Zio, mi fai un po' di sconto?".
La proposta è indecente per la formulazione: hai 38 anni, sei vestito pessimo, ma che cavolo mi vieni a chiamare ZIO!?!?!? 

Massì, gli dico che un 5 euro glieli sconto, allora lui dice che va bene. Pregusto la vendita, quando scatta la seconda proposta indecente: "Me lo metti da parte, però?". Massì, lo metto da parte, ok, ma quando viene?

(tenetevi forte)

"E' che adesso devo andare in clinica perchè ho avuto un incidente, poi quando esco passo a prenderlo. Non so quando esco perchè non so se la cosa è grave, me lo devono ancora dire"

E mentre mi dice questo, tira su il cappellino e mi mostra un taglio sanguinante che parte da metà fronte e sale sullo scalpo, seriamente è roba da tipo 30-40 punti, E STA SANGUINANDO! Cioè, l'incidente l'ha avuto mentre veniva da me?!??! Qual è stata la dinamica del tutto? L'ospedale è qui vicino, ma non ho ben capito se mentre ci andava ha visto gli orologi e ha capito che ne doveva comprare uno subito, o se magari doveva aspettare un po' al pronto soccorso e allora si è fatto un giretto...

Ma ok, io come se niente fosse gli dico che glielo tengo. Lui mi dice che se gli lascio il mio numero di cellulare, mi chiama poi per dirmi quando passerà. Il mio numero di cellulare non lo lascio a nessuno, quindi gli dico che comunque non c'è problema, mi chiami in negozio quando vuole, ma anche se non chiama, basta passare e se lo prende.
Niente, lui tira fuori il cellulare, e mi chiede di fargli uno squillo dal negozio così memorizza il numero. LOL, e vabbè, lo chiamo sul cella, è una mezza sbattella, ma lui è tutto contento e si memorizza il numero, poi anche la ragazza si complimenta per l'orologio scelto, e mi salutano (senza chiamarmi zio però!)

Io rimango senza parole in negozio, e mi chiedo se magari lo Zelig ha scoperto questo blog e voleva mettere alla prova qualche nuovo personaggio.

E ora, rullo di tamburi. Secondo voi il tizio, l'ho più rivisto?

giovedì 24 giugno 2010

Mondiali Amari (ma nemmeno tanto!!!!)

Una domanda ai colleghi lavoratori in svariati campi che leggono questo blog: ma il mio negozio di orologi è stato l'unico negozio in tutta Italia, oggi, a non avere una pausa dalle 16.00 alle 18.00 per la famosa partita Italia-Slovacchia? Non che mi importi molto del calcio, ma mi prospettavo di vedere la partita in pace e genericamente riposarmi un po', oggi pomeriggio.

Suona il fischio del primo tempo: suona il campanello. Non ho nemmeno visto il calcio d'inizio. Mentre servo la tizia che deve cambiare il cinturino, ne entra un'altra che deve cambiare la pila.

Faccio in tempo a guardarmi il primo gol, e poi via con altre tre persone.

Secondo tempo, la storia si fa tesa, e... entra gente gente gente :P

PERO', c'è un PERO': al 75esimo circa, subito dopo il gol italiano, è arrivata una signora che era già passata settimana scorsa, si era fatta vedere un orologio con cassa d'oro, non nutrivo molte speranze. E invece è tornata a comprarlo!!!!!!!! Per farvi capire, io di orologi con cassa oro ne venderò circa 3 all'anno, è un vero evento, anche per le casse del negozio.

Mi sono perso il finale, ho visto solo gli effettivamente emozionanti supplementari, ma ho fatto un gran incasso... rende meno amara la sconfitta (della quale in realtà mi interesso poco!)

Nota statistica: delle 12 persone venute in negozio durante la partita, 12 erano di sesso femminile, età compresa fra i 55 e gli 80. Di queste dodici, una è la santa che ha comprato l'orologio, delle altre 6 sono venute a portare pile da cambiare, 1 ha cambiato il cinturino al momento, e 4 hanno ritirato gli orologi lasciati per la pila.

mercoledì 9 giugno 2010

Zelig Off

Un commento veloce veloce, che in sti giorni sono pieno di cose da fare.

Cari clienti, soprattutto anziani. Vi prego, vi prego VI PREGO di smettere di fare questa battuta:

"Salve, mi cambia la pil..lola?"

Alcuni si fermani lì.
Altri vanno avanti:

- Ahaha, pillola! Una pila piccola!
- Pila, pillola, ahaha!
- Pillola perchè dà energia all'orologio!

Mio dio... basta, basta! Certo, fate più ridere di Zelig Off, ma non è che sia una grande impresa!

Io rispondo o con un ghigno, o con una faccia di pietra. Perchè in effetti ormai, dopo 100 volte che ho sentito sta cosa, rimango impietrito.
Non.Fa.Ridere! ;)

lunedì 31 maggio 2010

McGyver Extreme

Sabato un tizio mi porta un orologio da cambiare la pila. Me lo lascia, è per Martedì (il negozio è chiuso Domenica e Lunedì), nessun problema.


Stamattina il tecnico (che le pile del sabato le fa il lunedì mattina), mi chiama e mi dice che devo vedere una cosa.



Ero già in giro, passo in negozio, armato di macchina fotografica.



Beh, per fortuna che l'ho portata, altrimenti avreste perso la documentazione fotografica di quel che abbiamo trovato nell'orologio!!!!!!!!!!!!!
Cliccate sulle foto per ingrandirle e godere dei particolari.







Erm. Non so che dire.
Lo scotch. LO STUZZICADENTIIII!!!!



Capolavoro. QUESTO è un McGyver vincente, non come quelli che rovinano la cassa dell'orologio e poi piangono.



Quel che è successo è chiaro: il McGyver di turno cambiando la pila da solo, ha rotto la forcella d'acciaio che tiene ferma la pila. Quindi, ha risolto con un ingegnoso trucco: ha messo lo scotch per bloccare la pila. Non sono sicurissimo sull'utilizzo dello stuzzicadenti, potrebbe tener fermo lo scotch, ma non ci sono prove certe.



In effetti, la cosa funziona. La pila era scarica, l'abbiamo cambiata e l'orologio è ripartito. Ci siamo posti un dubbio: rimettiamo in sesto l'architettura con stuzzicadente e lo scotch, o mettiamo un ferma-pila nuovo?



Alla fine abbiamo messo il ferma-pila, gli dirò che ho sistemato il tutto. Se si lamenta e cdice che si trovava meglio con lo stuzzicadente, glielo rimonto. Se ne sono capace.

mercoledì 26 maggio 2010

Il passare di strani eoni.

Ed oggi... il caso più ridicolo di "pila subito"!

Tizio sui quaranta anni. Mi porta un orologio carino. Dice che era il regalo della sua comunione. DELLA. SUA. COMUNIONE.
E non l'ha mai indossato. Mai. L'aveva messo in una scatola, e l'ha ritrovato solo lo scorso weekend. C'è da cambiare la pila.

Prima ancora di dirgli che mi doveva lasciare l'orologio per domani, gli dico che se è stato 25 anni fermo con una pila scarica, bisogna innanzi tutto vedere se la pila non ha emesso acido e se l'orologio funziona ancora. Lui dice che gli anni sono pure 30, ma vediamo se funziona, ok.

Allora gli dico ok, me lo deve lasciare per domani.

Non gli sta bene... dice che appena l'ha ritrovato, voleva metterlo subito!

Io gli dico che allora niente, io lo posso fare per domani, perchè lo fa il tecnico la sera e bla bla bla.

Alla fine lo lascia.

E fra me e me penso: per trent'anni te ne se infischiato di quell'orologio, e poi non puoi aspettare mezza giornata per indossarlo? Mah.


PS: e comunque... l'orologio non lo indosserà. Quando è andato via il cliente, ho aperto il fondello e c'era dentro tanto di quell'acido rilasciato dalla pila, che in trent'anni si era sostanzialmente sciolta... l'orologio è sostanzialmente da buttare.

PS 2: non so perchè, ma questa storia di lentezza e di fretta mi ha fatto venire in mente una delle mie citazioni preferite di Lovecraft:

"Non è morto ciò che in eterno può attendere / E col passare di strani eoni anche la morte può morire."



venerdì 21 maggio 2010

Speriamo in bene!

Ieri c'era in giro per la via il prete, per benedire le case.
In un momento di ispirazione, vedendolo mentre usciva dal portone del condominio di fronte, gli ho chiesto se mi benediceva il negozio.
Anche se forse, avrei avuto bisogno di un esorcista, visto i matti che lo frequentano in numero sempre maggiore.

Comunque, beh, mi ha fatto piacere sentire la formula "Dai la benedizione a chi frequenta questo locale e a chi ci lavora".

Speriamo serva... perchè veramente negli ultimi giorni il mio negozio sembra a metà fra un istituto psichiatrico e un posto dove la gene va a farsi un giro per perdere tempo. A breve i resoconti di qualche matto particolarmente fastidioso.

Per ora, ora pro nobis... che arrivino dei clienti normali. Non mi importa se comprano o meno, ma che almeno siano gente rispettabile e con la testa a posto. Non prego per la materialità dei soldi da incassare, ma per il dono spirituale di non aver a costantemente a che fare con gente pessima.

(PS importantissimo: il prete è mio cliente, LOL)

martedì 11 maggio 2010

Che bella faccia!

Io mi chiedo come faccia certa gente ad avere una faccia di merda colossale.

Una settimana fa circa, viene un tizio, vuole un casio, io ho all'incirca 100 modelli diversi di casio (facciamo pure 140-150, tutti diversi). Niente, non trova quello che fa al caso suo, se ne va.

Pazienza, non è un gran problema, non è che tutti debbano comprare.

Oggi torna. 
In mano, una scatola Casio nuova nuovissima.
Mi dice che l'ha trovato da un'altra parte e lo deve accorciare. 

Ma uno, con che faccia viene da me, a dirmi che ha comprato un orologio da un'altra parte dopo che già era stato da me, e poi viene a chiedermi di accorciarlo?

Capisco benissimo a chi regalano un orologio e non sa dove andare e viene a me per accorciarlo - è un servizio che a pagamento faccio senza problemi.
Ma sto tizio mi ha fatto perdere tempo, poi ha comprato da un'altra parte, e siccome dall'altra parte non sapevano accorciarlo, torna da me?

E chiaramente cosa voleva?
Che lo facessi subitooooo!

Risultato: ripassa domani e mi sgancia anche dei soldi per il servizio. Ma pensa te. Proprio privi di dignità.

Io non andrei mai in un negozio al quale ho fatto perder tempo, per chiedere un favore/servizio su qualcosa che poi ho preso da altre parti. La soluzione corretta casomai sarebbe andare in un terzo negozio dove non mi conoscono, a chiedere a pagamento il servizio richiesto, con i tempi che mi richiedono, senza fiatare. 

martedì 27 aprile 2010

Capire quel che si vuole

Tizio elegante. Mi mette sul bancone un Rolex falso, falsissimo, di quelli da 30 euro dal marocchino. Mi spiega che ha preso un colpo e si è staccato uno degli indici fosforescenti, insomma uno dei pallini che indicano le ore, e vorrebbe metterlo a posto.
Gli dico che mi spiace, ma agli orologi falsi non facciamo assistenza di alcun tipo.
Ribatte / riflette ad alta voce:



"Ah, quindi il tecnico non è capace di farlo"
"No beh, il tecnico _sa_ fare questi lavori, che sono abbastanza elementari, ma assistenza ad orologi falsi non ne fa, lui non li vuole nemmeno toccare"
"Ma se è una cosa semplice!"
"Sì ma l'orologio non è originale, e a livello legale non posso tenere in negozio in orologio taroccato. Se avesse un Rolex vero non ci sarebbero problemi, ma un falso il nostro tecnico non lo vuole nemmeno vedere."



Mi guarda come se avesse a che fare con un cretino.



"Beh se avessi un Rolex vero andrei all'assistenza dell Rolex, no?"
"Uh, sì, mmm."
"..."
"Niente... pazienza"
"Arrivederci!"



"Arrivederci e grazie!"



Ecco, visto che il tizio interpretava come gli pareva le mie parole, spero che abbia interpretato bene che il mio "arrivederci e grazie" volesse dire precisamente "vaffanculo e non tornare".

martedì 20 aprile 2010

Rambo.

Sì, è giunto il momento di parlare di un altro "personaggio". E' da Dicembre che a volte lo nomino, ma non ne ho mai parlato approfonditamente perchè alla fin fine è venuto in negozio solo due volte, la prima in Settembre e l'altra in Dicembre, aveva tutte le caratteristiche di essere un malato mentale come FBI, ma non è tornato (per fortuna mia e sfortuna vostra).
Insomma attendevo una sua avventura fresca per raccontarvi tutto di lui, ma ormai è tempo perlomeno di spiegarvi bene chi è e cosa fa questo arzillo settantenne, che chiamerei Rambo.

L'arzillo settantenne era venuto in Settembre a chiedermi un orologio con la bussola digitale. Fin qui tutto ok, che ci crediate o no, questo tipo di orologi tira molto fra gli ultrasettantenni, forse perchè nelle loro giornate libere (ovvero sempre), amano vagare per le montagne in eccitanti escursioni.

Gli avevo mostrato un paio di modelli semplici, e lui ne ha approfittato per dirmi perchè cercava un modello con la bussola: pochi giorni prima si era trovato in macchina in un bosco in Francia, e aveva seguito qualche stradina e si era perso. Quindi, il suo ragionamento è che se avesse avuto dietro una bussola, sarebbe riuscito a tornare a casa, perchè sapeva che rispetto al confine Francia/Piemonte l'italia era a est, e quindi bastava andare sempre verso est, e si sarebbe trovato il confine.
Ecco, già questo ragionamento fa acqua da tutte le parti, ma se il cliente vuole una bussola, io gli dò una bussola.
La chicca poi arriva quando mi dice che lui il navigatore satellitare in macchina ce l'ha, però non si fida, preferirebbe la bussola.
Ripeto: questo ragionamento fa acqua da tutte le parti, ma se il cliente vuole una bussola, io gli dò una bussola.

Alla fine però, non ha comprato. Non ricordo perchè, ma mi aveva portato allo stremo delle forze, in venti minuti di chiacchierata con interesse pari a zero.

Gli avevo detto mentalmente addio.

Ma in Dicembre rieccolo. 
Si ripresenta e tira fuori esattamente la stessa storia della bussola e della Francia. Il ripetere parola per parola delle cazzate lo fa entrare direttamente nella mia categoria dei "personaggioni che i rompono le balle ma che renderanno interessante il blog".
Qui però subentra un errore umano madornale. In Dicembre c'era un amico a darmi una mano con le vendite. Il mio amico è un amante delle chiacchiere, e quindi dimostra interesse verso questa fantastica storia del vecchio perso nel bosco francese, e quindi gli dà corda (in quel momento non c'erano altri clienti). Dopo aver terminato con la storia del bosco, il mio amico gli dice che è bello in gamba (forse non ha capito che il tizio era nel bosco in macchina!!!!), e il vecchio si sente protagonista e dice che quella era una avventura da niente (perdersi in macchina è una "avventura"?).

E attacca ricordando di quando aveva 40 anni, di quando nuotava per pescare le cozze, in compagnia di amici.
Però non le pescava come fanno tutti, perchè alla fin fine anche la cozza è un essere vivente, quindi ci deve essere una sorta di caccia alla cozza, altrimenti non è giusto, ed è troppo facile andarle a staccare dagli scogli.
Quindi lui e i suoi amici aspettavano che il mare fosse burrascoso, poi si tuffavano e andavano vicino agli scogli a prender le cozze. A mani nude. Si facevano un male della madonna, ma almeno la lotta fra uomo e animale era alla pari: loro erano attaccate agli scogli ma il mare e gli scogli le difendevano.

Badate bene che ho riportato sostanzialmente il monologo parola per parola, con tanto di epiche immagini di mare in tempesta e lotta "uomo contro animale" (UNA COZZA!).

Mi mancava solo che dicesse che ai suoi tempi i fossi si saltavano per il lungo, e sarei stato a posto. Quindi, fingo di aver da riparare degli orologi e mi congedo, perchè già son passati venti minuti dal suo ingresso, e lui non dimostra interesse verso l'acquisto dell'orologio con la bussola.

Dal retro nel negozio, sento che anche il mio amico logorroico non ce la fa più, ormai dice continamente sisisisi ma non segue più il discorso, che prende altre pieghe eroiche tirando in ballo le mangiate in spiaggia dopo la pesca...

Alla fine il mio amico viene salvato dall'ingresso di un'altra cliente, e Rambo se ne va. Ovviamente senza mostrare nessuna voglia di comprare l'orologio.

Che te prendano i vietcong, Rambo! O che una cozza abbia la meglio su di te, prima o poi!


mercoledì 14 aprile 2010

Paranormal Activity

Ieri è successa una cosa inquietante. Molto inquietante.

E' tornato FBI, dopo 4 mesi che non lo vedevo.

Solo che... non è tornato-tornato.

Avevo appena finito di cercare di convincere un potenziale cliente a comprare un orologio, ci ho impiegato 35 minuti per mostrargli vita morte e miracoli di tre modelli, e alla fine "ci deve pensare" (lo rivedrò mai?), ero francamente stanco e pure un po' demoralizzato perchè alla fin fine mi ero sbattuto per niente.

Quindi, con le palline girate, vado a mettere in vetrina gli orologi che avevo tirato fuori, quando davanti alla vetrina Casio vedo... FBI! Con il suo classico impermeabile beige. Sta scrutando seriamente la vetrina Casio.
Mi vede che sto sto guardando, proprio mentre intraprendo una azione che con i nuovi regolamenti mi farebbe espellere da un campo di calcio. Probabilmente mi legge proprio i labiali, che in forma un po' colorita sottolineano come non avessi un cazzo di voglia di aver a che fare con lui, dopo che già ero stato 35 minuti a parlare per niente.

Rassegnato, finisco di mettere a posto gli orologi, non mi metto neanche a fare altro perchè tanto vale attendere che entri.

Lui guarda i Casio e fuma.

Fuma.

Finisce la sigaretta, e se ne va.

Non è a norma, come comportamento.
Ma io festeggio... un FBI in meno giova alla mia salute!

venerdì 9 aprile 2010

Stronzino

Viene una extracomunitaria (penso sia dell'Honduras), mia cliente da tanto tempo. Si porta con sè il bambino (italiano) a cui fa da babysitter, all'incirca 5 anni di età.

Entrano che sto finendo di servire un altro cliente, il bambino si guarda attorno.
Poi tocca a lei, mi saluta, mi chiama per nome, dice che mi deve lasciare un orologio per la pila.

Mentre prendo la bustina per la ricevuta, il bambino dice:
"I miei genitori qui non li porto!"

Lo ignoro.

"I miei genitori qui non li porto!"

Lei gli chiede perchè.

"Perchè NO!"

Io e lei ci facciamo due risate (io a denti stretti!), segno il nome, dò appuntamento a domani per il ritiro.

Mentre escono, ribadisce:

"I miei genitori qui non li porto!"

Non riesco a sentire il resto del discorso, forse stava per spiegare perchè non li avrebbe mai portati qui.

Oh, però, bambinello: ma fanculizzati un po', eh! ;)

(Lo dico con ironia ovviamente! però io che gli avevo fatto? Forse è rimasto turbato pure lui per la mancanza di servizio 'pila subito'? O non gli piaceva la disposizione dei mobili che non segue il Feng-Shui?)

venerdì 2 aprile 2010

Perseverare è diabolico

Non ho ancora scritto il semestrale resoconto del cambio dell'ora, momento in cui si verificano il maggior numero di incidenti con li orologi, fra chi manda in pappa il meccanismo tirando indietro le lancette nel momento sbagliato, chi svita la corona e si dimentica di riavvitarla finendo con l'allagare l'orologio, e chi ci mette troppa foga e strappa direttamente tutta la corona.
E' quest'ultimo il caso più classico: la corona è un po' dura, soprattutto per deboli mani anziane degne di Mister Burns dei Simpsons, e quindi la soluzione migliore è quella di usare una bella pinza/tenaglia, per tirar fuori la corona.



Ma prendiamo il caso di una signora sui sessant'anni che con questo metodo ha rotto...
rullo di tamburi...



non una!
rullo...
non due!
rullo...
ma TRE corone!
...applausi...





Le vittime, che vedete in foto: un orologio sui 50 euro, uno sugli 80, e... un orologio d'oro con corona a vite, sui 4.000 euro! Le diagnosi: due corone strappate, e la corona a vite slabbrata al punto che non si riavvita più. Me li ha lasciati tutti e tre da sistemare.



Ma io dico: vuoi far da solo un'operazione in effetti semplicissima, non ci riesci e rompi l'orologio. Legittimo, comprensibile e umano. Poi lo rifai, con un altro orologio che finisce rotto. Meno comprensibile. Poi ne prendi un terzo e lo rompi. Diabolico. Mah.



Comunque, la conta del campo di battaglia del cambio dell'ora conta circa 8 corone strappate, due corone a vite spanate (la corona a vite va svitata e poi tirata fuori: se si usano le pinze per tirarla fuori prima di svitarla, si rovina tutto!), un orologio a pendolo col movimento bloccato, due orologi che in coincidenza col cambio dell'ora hanno smesso di funzionare.
E poi, come "feriti con onore", una ventina di orologi che i padroni consapevoli hanno portato da me per il cambio dell'ora, per evitare di romperli. E' un servizio gratuito, ma non spargete troppo la voce...

martedì 30 marzo 2010

Totalmente Fuso

Ottimo, ottimo. Secondo cliente della giornata (entrato dopo 1,5 secondi dall'apertura della saracinesca), un pazzo totale, old-school, come non ne avevo da tempo.



Cinquant'anni, entra con un orologio a lancette impermeabile, di una marca che tengo anche io (costo 90 euro), con il vetro rotto.




"Oh, ma buongiorno signor?"

"p."

"Signor p, che piacere conoscerla, è la prima volta che vengo qui e spero che mi troverò bene!"

"Speriamo!"

"Ho questo profondimetro..."

"Erm, questo è solo impermeabile."

"Sì, ma io ci vado in profondità quindi è un profondimetro"

"Vada avanti, ok ok"

"Lo uso tanto in piscina, senza divento una furia, adesso è fermo, va cambiato l'accumulatore"

"La pila?"

"Ma no, è a carica solare"

"No, mi scusi... questo è a pila"

"Ma no, non l'ho mai cambiata, è a carica solare!"

"Si fidi, questi orologi li vendo: è a pila."

"Ma una pila può durare 4 anni?"

"Se è fortunato!"

"Sarà una pila atomica! Allora se è solo la pila, me la cambi!"

"Sì allora, me lo deve lasciare..."

"NO!"

"Mmm, sì, me lo deve lasciare, ma in ogni caso però deve anche sistemare il vetro, altrimenti si allaga se lo usa ancora in piscina."

"Ma io l'ho sempre usato in piscina ed è impermeabile!"

"Sì, ma non col vetro rotto! Sì può sistemare anche quello, lo mandiamo all'assistenza e via"

"Ah non me lo fà subito?"

"E' un lavoro complesso, e poi ci vuole il suo vetro..."

"Nono, io senza questo orologio non posso andare in piscina, mi tiene compagnia mentre nuoto!"

"Eh..."

"Ne ha uno uguale?"

"Aspetti che guardo."



Vado nel retro a cercarlo, forse ce l'ho, è un modello di 4 anni fa, ma fino a poco tempo fa ce lo avevo, stesso colore e tutto. Mentre frugo nelle scatole, lui si materializza accanto a me. Nel retro nel negozio, un posto inviolabile. Smadonno, smetto di cercare e lo allontano, tornando in negozio dicendo che non ce l'ho uguale.
Si deprime.



Vedo allora in vetrina lo stesso modello, ma con quadrante di un colore diverso. Gli va bene lo stesso, perchè la forma è uguale a quella del suo, che è un portafortuna. Ok se lo compra: botta di culo mia. Ma le perle non sono finite.



Mentre gli accorcio il cinturino, chiama qualcuno, e gli dice di richiamarlo. Suona il telefono: "Va pensiero". Risponde e chiede alla donna dall'altra parte, se è sicura che quello non è un orologio a carica solare. Si incazza pure, dicendo che il regalo l'ha comprato lei e queste cose le dovrebbe sapere. Chiede a lei se è normale che una pila duri quattro anni. Conclude che allora usa una pila atomica. Dice che comunque ha trovato il suo fratello gemello, per fortuna perchè lui in piscina senza quell'orologio si sente perso, non riesce a nuotare senza il suo compagno di mille nuotate. Non sto scherzando, ha detto tutte ste minchiate al telefono!



Porto l'orologio a misura, lo prova, paga, e mi lascia quello vecchio comunque da mettere a posto. Mi chiede anche di fargli vedere dov'è la pila. Gli indico il fondello: 'è qui dietro'. Lui vorrebbe che lo aprissi per fargli vedere che c'è la pila, ma niente, c'è altra gente in negozio, non mi metto ad aprire casse a vite.



Si avvicina alla porta, e mi lascia un ultimo monologo: (NB: l'orologio che ha preso è identico a quello vecchio, solo che ha il fondo nero anzichè azzurro)

"Speriamo di farcela con questo al polso, mi mancherà quello che le ho lasciato, la prego lo metta a posto. Sa io faccio fatica ad abituarmi alle novità, infatti non mi sono ancora abituato ai negri perchè sono una cosa nuova, diversa. Ma io sono xenofobo, ho paura del diverso, non sono razzista, razzista è anche offensivo, xenofobo è la parola giusta, e va bene"



Uhm, ok, va bene, ciaociao.



Allora, nel soggetto noto: xenofobia, suoneria del cellulare di giuseppe verdi, difficoltà di apprendere nozioni semplici ("col vetro rotto si allaga", "è a pila"), e sospetto una propensione ad assumere sostanze in polvere. Una conclusione la lascio ai più politicizzati fra voi.




ps: c'è anche da notare che questo era il secondo cliente della settimana. il primo, entrato insieme a lui circa 0,5 secondi da quando ho tirato su la saracinesca, una coppia di quasi novantenni che si lamenta che non sentono più la suoneria dell'orologio digitale - e la colpa è sicuramente mia, visto che ho cambiato la pila settimana scorsa, e prima sicuramente il suono era in stile campana del duomo. Liquidati.



ps2: e nel frattempo, in 20 minuti di apertura, ho servito questi casi umani, e preso 4 pile da cambiare e un perno da fare.
Buongiorno, Martedì. Ti odio.

venerdì 19 marzo 2010

La mamma è sempre la mamma

Un paio di settimane fa è venuto un tizio sui 40 anni che aveva un problema con un orologio a cui aveva cambiato la pila pochi giorni prima. Semplicemente, ancora l'orologio ogni tanto perdeva il tempo, segno che c'è qualcosa che non va nel movimento, non è il caso di far tante storie.



Ma come sempre, la prima cosa da fare in questi casi, per i clienti, è dire che probabilmente la pila che abbiamo messo era già scarica, che forse l'abbiamo messa male, e in generale "che diavolo avete fatto al mio orologio, che prima andava benissimo". Il tizio in questione ha passato tutte e tre le fasi dell'offesa alla mia professione, ma ormai ci sono abituato, e di solito riesco a far intuire che l'orologio ha problemi di movimento, e che se vogliono va revisionato. Mi incazzo internamente, ma per ste cose, queste tre accuse, non mi scaldo più, le ignoro totalmente davanti al cliente.
Quindi, in un clima disteso, alla fine il tizio ha lasciato l'orologio per farlo revisionare, con una raccomandazione/supplica/minaccia:



"Mi raccomando, dovete metterlo a posto perchè a questo orologio ci tengo più che a mia madre"



Mi sono chiesto che mentecatto debba essere sto tizio, se tiene più ad un orologio da 280 euro, ancora regolamente in commercio e quindi non "rarissimo", che non a sua madre. Sta roba mi aveva colpito.



Beh, oggi indovinate chi è venuta a ritirare l'orologio riparato?
SUA MAMMA!
Avrei proprio voluto vendicarmi delle accuse rivolte al lavoro sulla pila, dicendo qualcosa su quanto il tizio tenesse a lei meno che sull'orologio. Sottolineando poi l'ironia di mandare mammina a pagare il conto.
Ma ok, sono un professionista, ho tenuto la bocca cucita. Le mie dita però han digitato sta storia. Il mondo doveva sapere :)

mercoledì 17 marzo 2010

Si stava meglio quando si stava peggio

La natura umana prevede la ricerca continua della lamentela continua. Lo so, lo so, nel post precedente lamentavo la rottura del campanello, oggi sono qui a lamentarmi perchè il campanello funziona troppo bene.

Nel senso, ieri l'hanno premuto in troppi. Maledetti Martedì, la gente passa il weekend a frugare nei cassetti e trova orologi fermi da decenni, e me li porta, ovviamente pretendendo la pila subito. Alla fine della giornata di ieri, ho ritirato 29 orologi per cambiare la pila. Altri 5 sono andati via indignati perchè la pila non la cambiavo subito. Poi altri che venivano a ritirare, altri a perder tempo... età media 80 anni, quindi la maggior parte dà una doppia scampanellata "perchè da fuori non si sente".

Il risultato è che ieri il campanello l'ho sentito suonare tranquillamente un'ottantina di volte. Snervante.


Ps: grazie comunque a tutti per i consigli su come ovviare al problema dell'assenza di campanello - in effetti la porta deve stare chiusa per motivi di sicurezza, non posso usare le campanelle dei negozi di souvenir o le onde booleane. La soluzione campanello wi-fi non era male, ma alla fin fine si era solo dissaldato un pezzo del contatto, non è stato niente di grave nè costoso da riparare. 
Il problema è che adesso sto meditando di romperlo di nuovo. 
DRIIIN! DRIIIN! DRIIIN! DRIIIN! DRIN DRIN (doppia scampanellata da vecchio sordo) DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN (scampanellata del deficiente che tiene premuto finchè non arrivo, tipo 5 secondi) DRIIIN! DRIIIN! DRIIIN! DRIIIN!

venerdì 12 marzo 2010

Mobbing!

Lavoro da solo, quindi penserete che io sia esente dal triste fenomeno del mobbing. Beh, è da ieri che il campanello della porta ha deciso di farmi mobbing. Non funziona, ci sarà qualche contatto andato, o le troppe pressioni quotidiane lo hanno rotto. Ho chiamato il tecnico e dovrebbe venire questa sera. Speriamo.

Ma nel frattempo sono totalmente mobbizzato da sto stronzo di campanello: devo stare dietro al bancone fermo immobile con la testa alzata per vedere se arriva qualcuno.

Non posso più usare il pc (e vabbè), non posso andare a bere, non posso andare in bagno, non posso in realtà nemmeno mettermi a sistemare le vetrine esterne, perchè puntualmente appena ne apro una e perdo di vista la porta... arriva qualcuno che preme il campanello muto e poi si pianta lì, in attesa che qualcuno lo noti.

Non posso mettermi dietro al bancone a leggere perchè appena abbasso la testa, mi perdo uno che compare davanti alla porta, e faccio la figura del deficiente se non gli apro e continuo a leggere.

E' anche difficoltoso cambiare i cinturini alla gente, perchè appena abbasso la testa per lavorare sul cinturino, puntualmente si presenta qualcuno alla porta. Vi ricordate, vero, che ho una media di 50 persone al giorno che varcano la mia soglia?

E' una roba a cui non avevo mai pensato, ma invece quante cose mi impedisce di fare, sto cazzo di campanello. Sono arrivati due scatoloni con orologi nuovi, e per aprirli devo stare in negozio anzichè nel retro... alla faccia della sicurezza... ma appena abbasso la testa o il mio campo visivo perde di vista la porta, arriva qualcuno che aspetta silenziosamente di fuori.

Sì, lo ammetto. Prima ero nevrotico, adesso sto impazzendo. Spero che l'elettricista venga presto e soprattutto sistemi il guasto! Non ce la faccio, giorni e giorni immobile a far niente in attesa di un cliente!

venerdì 5 marzo 2010

A volte ritornano. E a volte no.

Mi dite tutti che in queste settimane sto scrivendo poco. Probablmente è perchè ho alzato la mia tolleranza per chi mi fa le storie per le pile: ho raggiunto un livello in cui ho sentito qualsiasi tipo di scusa, e non sono più toccato, angosciato, turbato oi divertito da qualsiasi palla mi raccontino. Quindi quelle storie al momento, non le ho da raccontare, sono più sereno nella mia quotidiana lotta contro le "pile subito" - ma sappiate che la lotta continua!



Allora oggi vi racconto un aggiornamento su due personaggi che vi stanno nel cuore. In attesa che trovi il tempo di parlare approfonditamente di un nuovo personaggione... che chiamerei Rambo. Ma ok, parliamo di due vecchie glorie del blog e del mio negozio.



1 - FBI. Non lo vedo da inizio Novembre. Forse me ne sono liberato? Mai cantare vittoria, lo so, e son sicuro che a voi mancherà, ma come avevo scritto nel mio ultimo post a lui dedicato, mi ero francamente rotto le balle di lui, che in tre anni mi ha fatto perdere taaaaanto tempo e non ha mai nemmeno speso un euro. Forse l'FBI l'ha ingabbiato... o forse gli è arrivato veramente il bonifico da 600.000 euro che aspettava per le sue ricerche sponsorizzate dall'America per conto del Cile, per nuove modifiche sui motori a scoppio... ;)
Che poi, dei cinque altimetri che voleva comprare nel 2006, ormai di modello me n'è rimasto uno solo. Nel frattempo aveva aggiunto nuovi modelli alla sua wishlist, ma non era la stessa cosa!



2 - GINO PILOTINO. Se non vi ricordate di lui, ne parlavo qui. Dopo quella volta (nel 2007!), l'ho visto in giro ma non è tornato nel mio negozio. Beh, l'altro giorno è spuntato di nuovo. Temevo avesse qualche nuovo "problema" con il suo orologio radiocontrollato da piloti d'aereo, invece era bello calmo, e si è comprato un nuovo orologio (non radiocontrollato e non da pilota!). La cosa che ho notato è che quasi non aveva memoria dell'orologio che gli avevo venduto (che portava al polso!), e presentava molti tic nervosi. Suppongo che la ASL gli abbia prescritto qualche psicofarmaco, non so. Comunque è stato educatissimo, deciso nella scelta, e cordiale. Qualcosa in lui è cambiato... e a me piace così! Grande Gino!



Ok. La prossima volta vi racconto di Rambo, è una cosa che vi devo da Dicembre!

mercoledì 24 febbraio 2010

Fidelizzazione

Gli esperti di marketing dicono sempre che c'è bisogno di fidelizzare il cliente, insomma dargli stimolo a tornare sempre da noi.
Io ci riesco benissimo, a quanto pare.



Viene un tizio a ritirare un orologio lasciato per la pila. Controlliamo l'ora, perfetto, tutto a posto, paga, e mi saluta con una frase commovente:



"Bene, allora ci vediamo fra un anno a mezzo, magari anche due anni, la prossima volta che si scarica la batteria!"



No beh, grazie... i tuoi 5 euro ogni due anni mi aiuteranno a far andare avanti l'economia del negozio! Ti aspetto eh, non tradirmi portando la pila in altri negozi!



NB: Ok, sospetto cercasse di fare una battuta. Ma la sottile arte dell'ironia è cosa che va lasciata a chi ci sa fare. La battuta è venuta fuori infelice, soprattutto perchè per molte persone io esisto solo per "la pila subito / ah sei pure stronzo che te la devo lasciare", comprano orologi da altre parti e vengono da me solo per cambiare la pila, che da altre parti non sono capaci. In questo tipo di fidelizzazione (modello "cambio tante pile e allora tanta gente poi viene a comprare"), non ci credo, ho visto negli anni che funziona pochissimo... chi compra poi torna quasi sempre da me, ma chi cambia le pile, è un forestiero che si butta nel negozio a casaccio, sono due tipi di clientela diversi. Poi ok, tanto io le pile le cambio lo stesso, e se qualcuno poi torna per comprare un orologio ne son felice. Ma diciamo che al di là di quel che dicono i libri di marketing, non c'è un vero e proprio rapporto di causa/effetto.

martedì 16 febbraio 2010

Deviazione Professionale

Stavo guardando le foto di una amica che è andata in Giappone. Arrivati a questa foto, ho pensato


"Cazzo ma in Giappone i Casio li vendono anche sulle bancarelle? Ah, guarda, ma hanno pure la serie Oceanus, chissà se tira, che qui da noi va proprio poco?"


E' grave, dottore?

martedì 9 febbraio 2010

L'Asilo

Arrivo alle 15.25: mentre parcheggio noto che fuori dal negozio ci sono già due "vedette", come le chiamo io. Gente immobile col collo teso a vedere se il negozio apre, o pronte a scovarmi da lontano, mentre mi avvicino per aprire... si sa mai che si riesca a darmi in mano una pila da cambiare mentre ancora sono fuori.

Entro, apro il negozio, non ho nemmeno finito di tirar su la saracinesca che già suona il campanello. Un attimo, per dio... ok.
Entra una tizia. Non è una delle due viste fuori.

Appena si chiude la porta dietro di lei, ri-suona il campanello ed entrano le due tizie contemporaneamente.
L'età media di tutte è attorno ai 65. Giusto per dire che non sono ragazzine.

Io nel frattempo ho salutato la prima a entrare e la sto servendo (deve cambiare un cinturino). Mentre lei guarda i cinturini, le altre due parlano fra di loro:

"Ma chi di noi due era arrivata prima?"
"Forse io, ma di sicuro non la signora qui!"

La signora continua a guardare i cinturini e le ignora.

"No, perchè noi eravamo in coda fuori, e questa qui ci è passata davanti, ahaha!"
"Ehehe!"

Io le ignoro.
La signora sceglie un cinturino da 15 euro, vado a montarlo. Mentre lo monto (tempo: 2 minuti, che devo pure sostituire la fibbia), sento che in negozio le due prima-sconosciute-ora-alleate continuano.

"No, sa, prima dicevamo per scherzo, ma lei alla fin fine ci è passata davanti!"

"Se voi state dall'altra parte della strada ad aspettare che apra un negozio, perdete il posto!"
"Sì ma non è giusto. Comunque pazienza. Non avevo altro da fare, però ero in coda da un po'."

Finisco il lavoro, incasso i soldi, e con un sorriso sardonico mi rivolgo alle due:

"E ora a chi tocca?"

Purtroppo si erano definiti i ruoli. La prima doveva lasciare una pila. La seconda ritirarla.

Dico "purtroppo" perchè mi sarebbe piaciuto gustarmi una continuazione della litigata. Soprattutto fra i bambini dell'asilo, è gustosissima.
 

giovedì 28 gennaio 2010

Mondo Naif

A volte viene gente che mi fa pensare... pensare a dove vivano, cosa facciano, che visione abbiano del mondo. O semplicemente, se sono cretini, naif, o pensano di essere furbetti ma in effetti son cretini.



Tizio sui 60 anni, entra con in mano un orologio con cassa e bracciale in oro.

"Salve, sono andato in pensione in Dicembre e mi hanno regalato questo orologio d'oro. Ho visto che voi tenete questa marca..."



(ho capito in questo istante che stavo per addentrarmi in un mondo di rotture di balle)

"...ecco, mi chiedevo se magari mi può cambiare l'orologio, io avrei preferito un Tissot automatico!"

"Ehm, mi spiace, ma semplicemente, non possiamo cambiare oggetti non comprati da noi, e inoltre non teniamo i Tissot, al di là di tutto."


"Ahhhh... no, è che vedendo che avete proprio in vetrina questa marca di orologi, pensavo li poteste cambiare!"

"Non si possono cambiare oggetti comprati da un'altra parte, senza scontrino, senza niente..."


"Ma io volevo un Tissot!"

"Non so cosa dire, provi a chiedere nel negozio dove l'hanno preso, io di certo non posso farci niente."


"Ma l'hanno preso in una città a 30 chilometri da qui! E non so l'indirizzo!"

"Eh... boh deve chiedere" (mi sono ufficialmente rotto le palle, per la mia regola del "Odio ripetere tre volte la stessa cosa, soprattutto quando la cosa si riduce a un chiaro e semplice NO, VAI VIA")

"Ma ormai sono in pensione, non posso andare in ditta a chiedere dove l'hanno preso. E sulla garanzia non c'è scritto niente."



Tira fuori la garanzia e ancora una volta mi stupisco dell'incompetenza di colleghi. Sulla garanzia c'è scritto: "Nomedellacitta - data di acquisto".
Non c'è un timbro, una referenza dell'orologio, il nome del posto dove è stato preso... questa garanzia a tutti gli effetti è carta straccia, ma figuriamoci se lo vado a dire a un tizio così. Fatti suoi.



"Eh, non è che la garanzia aiuti molto in effetti. Boh, deve chiedere..."


"Ma lei non può fare un'eccezione?"

"Francamente no. E poi non vendo i Tissot"


"Ma almeno mi sa dire quanto può costare?"

"Non ne ho idea, non vendo quel modello"
In realtà lo so benissimo, 3.200 euro. Ma non lo dico al primo passante che viene... soprattutto se mi sta rompendo le scatole.

"..."

"...bene dai, provi a cercare in quella città i rivenditori. La saluto!"




Mamma mia che peso. Sette volte gli ho dovuto dire che non potevo aiutarlo. Poi, una volta quando ti regalava l'orologio la ditta, ne eri felicissimo, era un ricordo... no, ora lo devi cambiare con qualcos'altro.
Non scrivete, nei commenti, che magari era un ladro che doveva ricettare una cosa rubata... perchè sarebbe sinceramente ancora più patetico di quanto già non fosse al naturale, la storia. Non cercate dietrologie nella storia, racconti di povertà, o cose simili: era solo un baby-pensionato cretino.

lunedì 25 gennaio 2010

Sandra e Raimondo

Sabato è venuta una fenomenale coppia comica... direi un Sandra e Raimondo Vianello dei poveri! :)



Coppia sui 50 anni, cercano un orologio con numeri belli grossi per la mamma di lei. Troviamo in circa 90 secondi quello che fa al caso loro, perfetto.
Mentre timbro la garanzia dico: "Ecco, questa è la garanzia che vale due anni", e la donna dice, con tono piatto: "Due anni? Uff, non so se ci arriverà mia mamma, alla fine dei due anni".



E già lì... boh, la mamma è sua, le può augurare quel che vuole, abbozzo un "Ma no dai", ma sono bello imbarazzato!



Dopo mi assicuro che l'ora sull'orologio sia giusta, e poi dico "Benissimo, ho sistemato anche l'ora" e l'uomo commenta: "L'ora del decesso!"
La moglie si prende male, gli dà di gomito e dice "Guarda che stai parlando di tua suocera!", e lui si giustifica: "Ma anche tu hai fatto una battuta sulla morte!" "No, stai zitto!".



Ok, passiamo al pagamento. Il tizio tira fuori il portafoglio e inizia:
"Oh cazzo! Ma porca puttana dov'è la carta di credito? Cazzo ma dove l'ho messa, no porca puttana non l'avrò lasciata dal benzinaio!"
La moglie commenta: "Non trovi la carta?!?!? Ok che tu non perdi le balle solo perchè le hai attaccate."




LOL... che coppia fantastica! Gente ben strana, eh! All'ultima battuta facevo fatica a non scoppiare a ridere, mentre passavo la carta di credito DI LEI nel pos per il pagamento! ;)

giovedì 21 gennaio 2010

Stupido ma sincero

Arriva un tizio con un Casio digitale impermeabile 200 metri, deve cambiare la pila, lo avviso che quando si apre un orologio del genere, va poi richiuso cambiando le guarnizioni e facendo il test dll'impermeabilità con la apposita macchina. Questo in pratica vuol dire che l'orologio deve lasciarmelo 5 giorni, e costa un po' di più della pila pila normale. (sono cinque giorni perchè la costosa macchina dell'impermeabilità io non ce l'ho, quindi lo devo far fare in laboratorio)



Cinque giorni per l'arzillo settantenne sono troppi, io faccio spallucce e dico che è così, poi si lamenta pure sul prezzo, gli dico di nuovo che è così e non ci posso far molto, però se decide di andare da altre parti dove la pila gliela fanno subito, gli consiglio di controllare che gli facciano l'impermeabilità (visto che poi gli orologi chiusi male e allagati me li vedo portare QUI, non so perchè non vanno a lamentarsi con chi ha commesso l'errore). Chiudo con un "io lavoro così, le chiedo un giorno in più ma son sicuro che il lavoro è fatto bene, ma se vuole andare da altre parti dove rischia che le facciano un lavoro subito ma fatto male, vada pure"



E lui bello bello:
"Sìsì, preferisco fatto male ma subito, che ho fretta!"



Oh, contento lui...
Non si può nemmeno dire "sti giovani d'oggi vogliono tutto e subito", visto che la sua gioventù è stata nell'anteguerra...

venerdì 15 gennaio 2010

La faccia da culo

La mia famiglia aveva un conto presso una banca a 100 metri dal negozio. Aveva un conto mio nonno, uno mia zia, uno il negozio di mio nonno, uno il mio negozio. C'era gente che ci conosceva, tutto andava bene. Poi le fusioni fra banche, cazzi e mazzi, alla fin fine han cambiato tutto, è il prezzo del mondo moderno.



Fatto stà che il direttore si è comportato da vero figlio di puttana con me, nel 2006, appena morto mio padre. Il giorno dopo la morte mi ha chiamato parlandomi del fatto che dovevo rientrare _subito_ di un bel mutuo del negozio. L'ho mandato a cagare. Alla fine ho pagato, tranquillo che i soldi te li avrei dati, dilazionati (come richiede un mutuo dopotutto).



Doo due anni ho scoperto che il cretino aveva fatto un casino con l'assicurazione sulla vita legata al conto corrente (che sostanzialmente in caso di morte del contraente, estingue il debito restante del mutuo). Con quella banca, era una assicurazione obbligatoria. Vuol dire che chiunque l'aveva. Penso che un direttore dovrebbe saperlo. Invece non mi ha detto niente, non saprò mai se per malizia o stupidità, e quindi mi son trovato a ripagare tutto il mutuo, 11.000 euro, e vi assicuro che non è stata una cosa facile, alcuni mesi non prendevo il mio stipendio, pur di pagare la rata del mutuo. Io non ne sapevo niente (il conto era di mio padre, non mio!), l'ho scoperto che erano decorsi tutti i termini per richiedere la polizza, mi sono rivolto alla banca, all'avvocato, ma niente, le clausole erano nero su bianco in piccolo nella pagina in basso di un foglio che io non ho mai visto nè firmato. La banca si parava il culo, anche se so che hanno rivoltato il direttore come un calzino per sta storia.
Quindi sto cretino mi è costato 11.000 euro. E a tutto questo, si aggiungeva una gran dose di arroganza e telefonatine minatorie se l'1 di ogni mese sul conto del negozio non c'erano soldi a sufficienza per pagare la rata del mutuo, e per tre volte ho pagato 200 euro di multa per aver pagato il mutuo con 3 giorni di ritardo.
Insomma, sto figlio di puttana l'ho odiato a lungo, finchè non ho capito che semplicemente non valeva nemmeno la pena rigargli la macchina. Gli ho tirato il culo tramite lamentela formale per ogni cazzata che faceva, due volte è venuta la vicedirettrice a scusarsi o chiedere spiegazioni (mi aveva fatto un casino coi soldi mandando in rosso il conto... aveva fatto tutto lui, scambiando la parola versamento per la parola bonifico!).
E allora ho tolto tutti i conti dalla sua banca. Conti di negozi, conti personali, mio nonno aveva il conto lì da 80 anni. Non gli han nemmeno telefonato per sapere come mai lo chiudeva. Ma la botta l'han sentita, ne son sicuro - anche perchè apposta avevamo fatto il "trasloco facile" quindi sapevano benissimo che andavamo su un'altra banca.
Le due volte che ho incrociato il cretino per strada, lui guardava dall'altra parte, e io gli passavo vicino e gli auguravo buongiorno. Niente di meglio che mostrarsi superiori.



Ecco, questo il quadro della faccia di culo.
Stamattina chi viene in negozio come niente fosse, per farsi cambiare la pila?



Dite che è poco etico fargliela pagare 11.000 euro?
Tenendo anche conto che ha osato dire "Ah, non me la può fare subito?"



Io onestamente, se avessi avuto un minimo di dignità, avrei fatto anche 50 km pur di cambiare la pila da un'altra parte ed evitarmi. Ma vabbè. Dignità, che parola strana.

martedì 12 gennaio 2010

Il 2010

Ebbene sì, dopo un ponte lunghissimo di festività varie, in cui io ero aperto ma la gente "giusta" era ancora in vacanza, direi che posso considerare oggi il primo giorno vero di anno lavorativo 2010. In realtà sono stato aperto anche il 2, 5, 7, 8, 9... ma con scarsi risultati, son tutti in giro alla ricerca di saldi. O alla ricerca di chi cambia le pile.

Qualche collega in zona con l'anno nuovo ha purtroppo chiuso - io invece non mi lamento, come dicevo nel post precedente, ho addirittura un sostanzioso segno + davanti agli incassi del 2009 rispetto a quelli 2008, un vero miracolo.

Ecco, però qualche collega ha chiuso, e verrà ancora più gente per le pile. L'ho notato sabato: solo nella mattina, ho preso 21 pile, nel pomeriggio ho perso il conto, anche se in realtà è venuta pochissima gente. E dire che sabato, fino a un paio d'anni fa, era il giorno in cui prendevo meno pile (tipo 10!), sia perchè c'era in giro gente a comprare e non per i servizi, sia perchè alcuni scappavano inorriditi al pensiero di dovermi lasciare le pile per ben 3 giorni (da sabato a martedì, essendo chiuso nei due giorni in mezzo). Ma ormai niente riesce a dissuadere il popolo delle pile. E allora facciamole, ok, ma per il giorno dopo. E non avete idea di che lavoraccio ci sia dietro, al farle. Ma d'accordo, tiriamo avanti in attesa di qualcuno che sia un compratore.



Desideri del nuovo anno:



- Usare meno il blog (nel senso che sarebbe mio desiderio avere meno clienti cerebrolesi che mi fanno sclerare, questo blog è uno sfogo, mica un passatempo per farm due risate...)



- Essere più tollerante (verso gli anziani, verso i clienti dal 50esimo quotidiano in poi, verso le pile subito, verso chi fa finta di essere ottimo cliente amicone di tutti e mi chiede di mio padre, perchè ormai mio padre è morto 4 anni fa e mi sa che non sei sto gran cliente e amico, se non te ne sei accorto)



Sono due desideri semplici.

Temo saranno disattesi.

Benvenuto, 2010... da sti primi giorni di lavoro puzzi un po' di 2009, ma va bene così. Che tanto poi il 2012 è vicino ;)