mercoledì 30 settembre 2009

Non sei più furba di me

Une delle cose che il blog del controllore d'autobus sottolinea sempre, è che la gente ci prova sempre. Ha sempre qualche scusa per non ammettere i propri errori, preferisce far la figura da cogliona piuttosto che dire "ok cavolo, eccoti i soldi e mi serva da lezione".

Mi succede ogni tanto in negozio, ci provano a dirmi che il vetro dell'orologio si è rotto da solo, che l'acqua di mare che ha allagato l'orologio non impermeabile "è solo sudore, non l'ho mai bagnato", e spesso cercano di convincermi che il preventivo per una riparazione era molto più basso, e che quindi devono pagare di meno.


Ecco, soffermiamoci su questo ultimo punto. Quando ero fresco fresco di negozio, un paio di volte mi hanno trascinato in discussioni fastidiose, dandomi implicitamente del ladro, solo perchè volevano pagare meno di quanto pattuito. La soluzione è semplice, semplicissima: sulla ricevuta dell'orologio ora scrivo sempre il preventivo. Poi mi lasciano il numero di telefono, se quando apriamo l'orologio vediamo che c'è un disastro e il preventivo sale, chiamo. Altrimenti, ci sentiamo quando l'orologio è pronto, e si paga la cifra pattuita (o, spesso, qualcosa di meno, il preventivo è qualcosa di massima).

Scusate il lungo preambolo, ma serve per capire due cose riguardo alla storia che vado a raccontare. 1 - non sei più furbo di me. 2 - carta canta e tu stai zitto.

Ora, immaginatevi se questo preambolo serve per raccontare la storia di una negoziante e il suo orologio, e non una qualsiasi negoziante, ma una che fino a 3 anni fa stava nella strada accanto alla mia, una tipa che conosco (di vista) insomma, che ora si è trasferita in una città vicina.

Una tipa che conosco e di cui mi ricordo, non una delle tante facce anonime che vedo ogni giorno.


Entra, da sola, alle 19.25 di qualche tempo fa. Mi porta un orologio di suo padre, pagato a detta sua (ma è verosimile) circa 100.000 lire. E' caduto e si è rotto, ci sono un bel po' di cose da riparare, quindi decide di comprarne uno nuovo, che con 60 euro ne trova di simili e carini. Glieli mostro, ma alla fin fine cerca esattamente lo stesso orologio uguale, e inizia a pensare di riparare quello che ha già. Io le dico che avrebbe lo stesso costo che comprarselo nuovo, lei allora guarda di nuovo gli orologi, ma alla fin fine boh, meglio riparare il suo per 50 euro. Io ancora le dico che con 60 euro ne compra uno simile, quasi uguale, nuovo, con 2 anni di garanzia e tutto, secondo me conviene prenderlo nuovo, piuttosto che riparare una cosa rotta (è il mio solito discorsetto che faccio sempre in questi casi, che se c'è un lato affettivo è una cosa, ma se riparare e comprare costa uguale, di solito comprare è meglio, ma poi la scelta è del cliente, il cliente ha sempre ragione dopotutto!). Ma ok, ormai si è messa in mente che a suo padre piace solo quello, quindi per carità, mettiamolo a posto. Mi dice proprio che fa niente se costa quasi come comprarlo nuovo, a suo padre piace quello.

Tanti saluti e baci, tutti soddisfatti.


Lunedì vien pronto l'orologio, la chiamo. Mi chiede quanto le devo. 50 euro. Mi dice se sono impazzito, che è troppo. Le dico che quello era il preventivo, e ci siamo stati dentro. Dice che avrei dovuto avvisarla che costava così tanto. Le sottolineo che gliel'ho detto almeno tre volte, quanto costava. Ma lei non aveva capito, non lo sapeva. Con quel prezzo lo comprava nuovo (dove ho già sentito queste parole?). Le riporto il discorso che avevo fatto IO, quando le dissi che non conveniva metterlo a posto, però se ci teneva tanto per suo papà, allora l'avremmo fatto su sua insistenza. Lei dice di non aver mai sentito quel discorso, che che avrei dovuto avvisarla del costo. Poi ho gente in negozio, taglio corto e le dico di venire in negozio a discuterne.


Mi richiama dopo dieci minuti. Esordisce dicendo che ha chiamato l'amica con cui era quella sera, e nemmeno lei si ricorda che le avessi detto che costava 50 euro.

Ora, quando uno mi racconta palle, perde qualsiasi diritto, nel mio negozio. La discussione per me finisce lì, perchè tu non sei più furbo di me. Se inizi a mentirmi, mi confermi che la ragione ce l'ho io, e faccio di tutto per metterti in imbarazzo. Quindi, le sottolineo che è entrata da sola. E ho le registrazioni della telecamera di sicurezza a confermarlo, se serve. Calco la mano perchè lei mi sta iniziando a dare del ladro, e mi dà molto fastidio. Quindi tiro in ballo la telecamera, e lei cade dalle nuvole con un "Oh! Davvero? Non è entrata? Mi aspettava fuori? ahahaha ecco perchè non si ricordava?" - eh sì grande stronza, ci hai provato a tirar fuori un falso testimone, ma ti ho sbiancata, e ora fai la risatina, brava. Comunque riprende la litania che dovevo avvisarla, poi dice che le spiace arrabbiarsi con me perchè mi conosce e mi vuole bene (?!?!?!?!?!), però dovevo avvisarla, e anche lei è negoziante e non fa riparazioni che costano quanto l'oggetto nuovo, e bla e bla. Arrivo anche a sentire che dopotutto suo padre è anziano e malato, magari non se lo gode nemmeno l'orologio per cui dovrebbe spendere 50 euro. Alla fine pianto lì il telefono, le dico di venire in negozio.


Viene ieri. Le chiedo la ricevuta per ritirare l'orologio. Fruga in borsetta ma non la trova. Le dico che mi serve la ricevuta. Fruga nel portafoglio, non la trova, non la trova... ah no eccola!

Prendo la ricevuta e sono pronto a ficcargliela dove non batte il sole. Ci sono scritte tre cose sulla ricevuta: il suo nome, il modello dell'orologio, e "PREV.: 50 euro".


Fine della storia.

pwned.

smerdata.

dammi i 50 euro in silenzio, e poi vattene e non tornare più.

potrei coprirti di insulti da qui fino a fine Ottobre, ma mi limito a farti salutare da Pino Scotto.


mercoledì 23 settembre 2009

Rette Parallele

Entra una tizia sui cinquant'anni.

Mi dice che sta cercando un orologio Citizen da donna bicolore perchè glielo hanno rubato e voleva ricomprarlo uguale perchè è un ricordo di laurea, e allora voleva riaverlo a tutti i costi.

Che culo, la signora: io ce l'ho, proprio l'orologio che cerca!

E' quasi commossa, dice che ok, forse ha la ghiera un po' più sporgente del suo (che ad occhio, doveva essere stato prodotto 25 anni fa, auguri a trovarlo identico), ma è proprio lui! E costa pure poco, 70 euro, meno di quanto pensasse di spendere la signora!


Affare fatto? La signora era pronta a entrare nel tag "clienti stupendi" di questo blog?

Troppo facile. Era chiaro che doveva finire sotto "assurdità" e "rompipalle".


La signora si rimira e rigira fra le mani l'orologio, quando...

"OH NO! Ma c'è un difetto di fabbricazione!"

"Mi dica!"

"La scritta Citizen Quartz non è su due righe esattamente parallele, la seconda riga tende verso l'alto!"


Guardo.

Guardate anche voi.

Tenete conto che la scritta è lunga 4 millimetri e alta 1.5 millimetri.





"Erm, secondo me è un effetto ottico!"

"Eh no maledizione, è proprio un difetto di fabbricazione, non ha un altro orologio come questo? Questo sarà uscito male!"

"Sì ora vado a vedere se ne ho un altro, ma calcoli che son cose stampate, non è che sia fatto a mano... sono tutti uguali..."


Vado a vedere. Ce n'è un altro. La signora lo guarda. Ancora con sta cazzata delle rette non parallele. Io mi smarono, è chiaro che l'acquisto non andrà in porto a causa di questo gravissimo difetto di fabbricazione inventato. Quindi non le rispondo più quando mi dice che dovrei avvisare la citizen per questo errore di produzione, chissà quanti modelli sono in giro difettati così, e che è un peccato, e che comunque ci penserà e magari lo comprerà lo stesso nonostante il difetto, e che però quando l'occhio ti va su un difetto, non te lo togli più di mente, sà come la lingua che batte dove il dente duole...


Il difetto di fabbricazione alla fine l'ho notato anche io. Nel cervello della signora.

lunedì 21 settembre 2009

Baume et Merdier

Ricordo che un paio di anni fa ero a Innsbruck e spiando nella vetrina di una orologeria, vidi che un cliente che stava porgendo al commesso un suo orologio, togliendolo dal polso, era invitato ad appoggiarlo su una sorta di cuscino di seta. Mi sembra che anche la Rolex a Milano abbia un simile trattamento per i clienti, per dare importanza al "segnatempo" che viene lasciato in custodia al negozio per qualche riparazione (o cambio pila!!!).

Una persona pensa a "Baume Et Mercier", e giustamente si immagina un mondo di agio, di belle persone che indossa un orologio di marca e di classe.



Quale è stata la mia gioia, quindi, nel ricevere fra le mani questo classicissimo modello Baume Et Mercier, diciamo che più o meno dovrebbe valere sui mille euro. Cliente: cinquanta anni circa. Voleva farsi aggiungere una maglia, perchè l'orologio gli stava stretto, era ingrassata un po'. Mi porge il pregiato orologio. Mi viene un urto di vomito per la sporcizia che trasuda.



Capisco subito che non voglio avere a che fare con una simile schifezza, ma prima di rifiutarle l'intervento, dicendo di "andare da un rivenditore Baume Et Mercier per questo tipo di assistenza", ho pensato a voi e mi son portato l'orologio nel retro del negozio, fingendo di provare ad aprirlo per inserire la maglia. In realtà ho solo fatto ste foto.

Tenetevi lo stomaco.



Già la prima foto, con la corona verde ossidata, vi darà un'idea di quel che segue, se avete lo stomaco debole, rinunciate alla visione.





















Ora, prima che i soliti simpatici critici del blog dicano "ma è tuo dovere servire tutti, come ti permetti di rifiutare un servizio", qualche appunto:



- Se non mostri rispetto per me, portandomi un oggetto vomitevole, non sono obbligato a servirti, e con un sorriso ti mando via (la tizia non si è lamentata!)

- Non sono concessionario Baume Et Mercier, quindi non sono obbligato a fare assistenza (di solito la faccio, su cose del genere, a mia discrezione)

- Sta gente è anche capace di lamentarsi se chiedo un paio di euro per l'operazione



Quindi: perchè avrei dovuto farlo?



E così, ora mi immagino i commessi di un elegantissimo punto vendita B&M a ricevere su un cuscino di seta bianca, questo oggettino. Chissà se anche loro tengono un blog? ;)





PS: Scusatemi il titolo da scuola elementare, che certamente non vuol essere denigratorio nei confronti della pregiatissima marca Baume Et Mercier. ma questo orologio era trattato come una merda, dalla sua proprietaria. Mi sono disinfettato le mani, dopo averlo toccato.

giovedì 17 settembre 2009

Ultimo tango a Parigi

Di solito i miei McGyver son tutti uomini, belli virili che loro sì, che sanno come si aggiusta (= rompe) un orologio da soli.

Stamattina però è arrivata una... come chiamarla? MsGyver? :)


Donna, ottanta anni, aveva comprato da me un orologio dorato con chiusura "a portafoglio" (fatta così insomma, che si infila e poi si deve chiudere portando al centro le due parti dell'orologio).





E' venuta a dirmi che la chiusura era un po' dura per lei (e te credo: avete presente Mr. Burns dei Simpsons, che non ha nemmeno la forza per tener su una penna? Ecco, la signora ci andava vicino).

Io la provo: si apre come il burro, morbidissima, senza problemi. Glielo faccio notare, e mostro con quanta agilità si apre, basta un po' di forza in più.


"Ah no, ma lei ora non fa fatica ad aprirlo, perchè ci ho messo la vaselina per ammorbidirlo!"


Maledette le mie orecchie che mi fan sentire sta roba. Rispondo con un:


"Prego scusi?"


"Sì, prima ho messo l'olio, ma non era comodo, ho la vaselina in casa e la uso per ammorbidire la chiusura, però adesso vorrei che me lo sistemasse lei!"

"Signora guardi che se le si secca la vaselina, poi non lo apre proprio più l'orologio!"

"Ma è così comodo...!"

"Eh..."

"Beh continuo così allora?"

"Non so, secondo me dovrebbe pulire a fondo la chiusura, ora, e provare a fare più forza per aprire"


Se n'è andata così, con questo consiglio che non seguirà mai. Cara la signora McGyver, e il suo orologio a cui presto si incollerà definitivamente la chiusura.

Comunque prima di passare dall'olio alla vaselina, io prima avrei provato a metterci il burro, per ammorbire bene bene la chiusura...

venerdì 11 settembre 2009

Bonjour Finesse

Entra tizia sui settant'anni. Lascia fuori dalla porta la figlia sui 45. Deve cambiare la pila.


"Sì non c'è problema, me lo deve lasciare ed è pronto domattina"

"Ah no non posso, vengo da (paese a 15 km di distanza), non posso venire a ritirarlo"

"Ok, se non può passare a ritirarlo non c'è problema... cercherà allora un posto nel suo paese"


(Dico tutte ste cose col sorriso sulle labbra perchè fan parte del repertorio di frasi che dico 7-8 volte al giorno senza nemmeno pensarci o inquietarmi)


"Me lo fà subito?"

"Ho detto di no, mi spiace"

"Allora cerco qualcuno al mio paese, ce ne sono che lo fanno subito"

"E' la soluzione migliore, se abita lontano"

"Arrivederci allora!"


Tutto bene... questo è il classico scambio di battute che mi capita un po' di volte al giorno, non mi fa salire la pressione, il cliente ci prova, io rimango fermo nella mia richiesta, e se non gli sta bene, se ne va... non piange nessuno.

Senonchè, la tizia esce dalla porta e incontra la figlia.


La figlia: "Allora?"

Madre: "Niente, lo dovevo lasciare"

La figlia: "Ma vaffanculo!"


La porta era ancora aperta, mentre si sta ormai chiudendo ne approfitto per un interrogativo a voce alta:


"Oh, perchè non vai affanculo tu?"


Si son dileguate.

lunedì 7 settembre 2009

Sulle Tracce di FBI - parte due

Addirittura qualcuno aveva chiamato il post "Sulle Tracce di FBI" (del 9 Luglio) "una pietra miliare del blog", e quindi era naturale dargli un seguito, come i migliori kolossal americani, un sequel con più mezzi e con la trama che viene approfondita. Ricordate però... che quel che descrivo è tutto drammaticamente reale, purtroppo per i miei testicoli.


Allora, venerdì scorso, dopo che la mattina erano venute le "figlie di FBI" (se vi siete persi il post, lo trovate qui, e comunque sottolineo che non c'è parentela fra i soggetti, è solo un soprannome!), nel pomeriggio mi aspettava il vero maestro della cazzata cosmica, FBI. classica scenetta, entra, mi ASSICURA che il 9 Settembre gli arriva il bonifico dall'America, anzi in realtà è già arrivato in banca, ma il 9 deve mettere la firma per entrarne in possesso. Poi si fa vedere i soliti orologi, ancora insiste che vorrebbe ordinarne uno nuovo, io gli dico che lo farò subito, ma col cavolo che ordino un orologio che poi non ritirerebbe mai. Finisce la scenetta (niente nuove cazzate da segnalare), esce... e qui scatta il vostro Orologiaio Detective, visto che nel retro del negozio c'era mia mamma in visita. L'ho mollata in negozio (a prender pile è capace pure lei!), e ho pedinato di nuovo FBI. Con il suo solito passo lentissimo, ha fatto lo stesso giro dell'altra volta, ovvero una sorta di quadrilatero di vie nell'area pedonale del paese, senza mai fermarsi. Quando ormai avevo gli occhi attentissimi, perchè eravamo nella zona in cui l'altra volta mi aveva seminato, anzichè girare nella via a sinistra è andato dritto... ed è entrato in un bar. Non sapevo cosa fare, ma avevo tempo, il negozio era coperto da mia mamma, e allora mi son messo in attesa. Dopo due minuti non usciva, ho provato a passare davanti alla vetrina del bar (dalla quale si vede tutto l'interno)... ed FBI non c'era! Mi son seriamente preoccupato di averlo perso di nuovo, ma mi pareva incredibile. Mi son dato ancora un paio di minuti, per vedere se sarebbe uscito da chissà dove, poi ripasso, nel momento in cui FBI sta uscendo dal bagno. Quindi non mi aveva seminato... corro a "nascondermi" in attesa che esca (noto che non paga niente - è andato in bagno nel bar senza nemmeno prendere un caffè!), dopodichè esce e torno a seguirlo. Si dirige nella zona in cui la volta scorsa mi ha seminato, sto attentissimo, penso che ormai sia in trappola perchè evidentemente abita lì, allora.


E invece... entra nel negozio sportivo di FootLocker! LOL! Mi siedo lontano dal negozio in posizione favorevole, lo vedo dalla vetrina che prende su un paio di scarpe, poi le mette giù, si mette a guardarne altre, ferma un commesso, che però non se lo fila (stava servendo un altro), si mette a toccare altre scarpe... Poi si fissa davanti ad una parete, guarda tutto, io guardo l'orologio e son passati dieci minuti, penso che forse è meglio tornare al lavoro, perchè la situazione da FootLocker mi sa che andrà per le lunghe (secondo me il commesso non l'ha filato perchè lo conosce come lo conosco io, ovvero un cliente fuori di testa e che non spende). Quindi, per oggi abbandono qui l'inseguimento. Avrò altre chances. Rimane il dubbio: quindi FootLocker fa parte del suo giro di negozi in cui va ad assicurare che sta per arrivare (da tre anni e mezzo!) un finanziamento dall'America?


Nel frattempo, vi lascio con una foto del panorama del mio paese, purtroppo la via è trafficata e c'è sempre qualcuno che si mette nel bel mezzo della mia foto in alta definizione... porca miseria! Non volevo proprio che entrasse nell'inquadratura, sto strano tizio con pantaloni rossi, borsello e aria svagata... chissà chi è.





giovedì 3 settembre 2009

Crescono male!!! (Daughters Of FBI)

Vedo che il post precedente, con protagoniste due bambine di 10 e 7 anni circa, vi ha colpito, soprattutto per il fatto che era la terza volta che venivano a chiedere informazioni su un prodotto che, a loro detta, faceva schifo. Nei commenti al post, Lemmyfan ha addirittura ipotizzato una parentela con FBI, e Zzcorey gli è andato dietro.


Beh, sapete che vi dico? Avete ragionissima...


Innanzi tutto, quando ho detto che era la terza volta che venivano, non avevo sottolineato la linea temporale: la prima volta son venute a inizio Luglio, poi a fine Luglio, e ora a inizio Settembre... quindi per la tenacia nel tornare, possono essere benissimo paragonate a FBI.

Inoltre, ricordo che la seconda volta che son venute, guardando sempre i TooLate, la maggiore (quella di dieci anni) era ancora schifata, mentre la minore era piuttosto affascinata, dopodichè la maggiore mi diceva che la mamma voleva che ne comprassero uno, ma a loro non piacevano e allora niente, non li compravano. Sta storia della mamma che quasi voleva costringerle a comprarli mi era incomprensibile, ma forse ora, a posteriori, dovrei paragonarla alla storia del bonifico di FBI che deve arrivare dall'America...


Ma oggi... beh oggi la chicca. Sono Tornate!!! E come i migliori casi umani che finiscono su questo blog... sono tornate per rompermi i coglioni!!!!!!!!!!!!

Quando le ho viste alla porta, innanzi tutto ho sorriso pensando all'imbarazzo dell'altro giorno e al post che avevo scritto, poi ho pensato che, dai, magari oggi erano venute per comprare, la mamma aveva sganciato il grano e la maggiore si era convinta che alla fin fine non faceva così schifo. E magari si comprava pure il portafoglio.

A questo pensavo, mentre entravano. Poi vedo cosa avevano al polso, e mi complimento per il mio autocontrollo se non ho smadonnato ad alta voce...

Ste stronze avevano al polso l'altro tipo di orologio di gomma che ha impazzato questa estate, quello sottilissimo con cassa rettangolare... il "concorrente/copia" del Too Late insomma, quello che ha rovinato il mercato facendosi copiare da 2000 ditte diverse, finendo venduto al mercato per 3 euro.


Mi chiedo quindi che cosa vogliano.

Non ci crederete. Sono venute per farmi vedere il loro acquisto, due begli orologi presi da un'altra parte! Mi salutano, dicono che alla fine hanno comprato questo, ma mi chiedono se è quello originale. Dico che non ne ho la minima idea, visto che non lo vendo. Mi chiedono se mi piace.

La risposta è un NOOOO da orco. La maggiore dice che nemmeno a lei piace molto. Dico che mi fa molto piacere, e apro la porta.


Addio. Sul serio, cazzo... non tornate più, andate ad incatenarvi alla scuola per aiutare le vostre maestre nello sciopero contro il precariato, fatevi trovare in classe prima dell'inizio delle lezioni... ma non tornate più da me!

Ci mancavano solo le figlie di FBI!!!!!!!

martedì 1 settembre 2009

Che Imbarazzo!

E' raro che io mi senta in imbarazzo in negozio, e solitamente mi succede quando mi imbarazzo PER il cliente, per la sua ignoranza... Ma oggi è successa una cosa che mi ha fatto diventare viola!


Entrano due bambine, 10 e 7 anni direi, per vedere i portafogli della TooLate. Sono un accessorio complementare all'orologio TooLate, fatti dello stesso materiale... ho deciso di tenerne qualcuno per qualche "Vendita abbinata", in vetrina stanno benissimo.

Orbene, i portafogli sono fatti così:





e hanno una tasca fatta così:





Sì, proprio così, hanno una taschina con su scritto "condom" - poi sull'opportunità di mettere un profilattico in un portafoglio di gomma ci sarebbe da discutere, ma non sono io il designer dell'oggetto...

Fatto sta che la bambina si fissa sulla scritta condom, guarda prima le tasche per le carte di credito, e poi chiede "ma questa a cosa serve?", io abbozzo un "mmm, non sono sicuro, forse le monete?" "ma no, non c'è la bustina, è solo un buco" "allora forse... per le foto?" "ma cos'è il condom?" "mah, non so, forse per le monete"... Ero viola. LOL.


Non è che io sia puritano (anzi!), però di fare la lezione di educazione sessuale ad una di dieci anni proprio non mi andava. Mi ricordo io, a dieci anni, a chiedere agli adulti "Hey, ma che cos'è Control? La ragazza nella pubblicità dice che ha fatto l'amore con Control, ma chi è control?".

Alla fine, forse perchè non avevano scoperto l'utilizzo, le bambine non hanno comprato.


Come bonus, la sorellina continuava a chiedere se i cinque euro che avevo inserito nel portafoglio in vetrina, venivano regalati all'acquisto del portafoglio (beh certo, il portafoglio costa 19 euro, è molto conveniente per me regalare pure 5 euro!). Questo mi servirà da lezione nell'evitare di usare soldi veri per l'esposizione, che i clienti subito si fanno illusioni. Cercherò soldi facsimile...


Come bonus ulteriore, comunque, un excursus su ste due sorelline: questa era la terza volta che venivano a informarsi sui TooLate, senza però poi comprare nulla. Anzi, la prima volta quella di 10 anni aveva pure detto che le facevano schifo... tanto piacere, allora cosa continui a tornare? Boh. Crescono male, come clienti...