mercoledì 29 febbraio 2012

Impostore

Fuori fa freddo, molto molto freddo. La gente deve indossare due cappotti, la sciarpa, il cappello, i guanti.

Sono le 15.35, ho appena riaperto il negozio, sono dentro al caldo, indosso solo una felpa, e sto dando le spalle alla porta, perchè sto guardando una vetrina interna, per studiare come cambiare la disposizione di alcuni orologi.

Suonano alla porta.
Mi giro, apro, saluto.

"Ma lei lavora qui?"
"Eh sì, ci son solo io!"
"Ma ha un tesserino?"
"No, son solo qui io a lavorare, non c'è molto da identificare!"
"No, è perchè stava guardando la vetrina, mi sembrava un cliente, non vorrei che magari lei fa finta di lavorare qui e mi ruba l'orologio, non so! Non si sa mai di questi tempi!"

Ecco un'altra vittima di striscia la notizia!!!!! Bravo, hai scovato l'impostore!

Allora: innanzi tutto il mio abbigliamento non è quello di "un cliente che passa nel negozio per caso e decide di fregare un altro cliente", sono praticamente svestito mentre fuori ci son -5 gradi. Poi quando hai suonato, ho saputo subito come e dove aprire la porta. Ti ho salutato.
Non sono un impostoreeee! E soprattutto, il tuo orologio stra-usato da 45 euro a cui devi cambiare la pila, penso che non lo ruberebbe nessuno. Ma proprio nessuno!
Ciononostante, mentre ti prendevo la ricevuta e ti dicevo di tornare domani a ritirarlo, era chiaro sulla tua faccia che eri sicuro che nottetempo ti avrei rubato l'orologio, e che domani ci sarebbe stato IL VERO commesso a servirti.
Magari...!

martedì 21 febbraio 2012

Old Ninjas

Spessissimo (ma veramente spessissimo) suona il campanello della porta del negozio. Io alzo lo sguardo, e non c'è nessuno. Le prime volte, anni fa, pensavo a uno scherzo. Poi ho capito.

Basta tendere l'orecchio, e si sente rumore di ferraglia.

Il rasoio di Occam ci direbbe che se si sente rumore di ferraglia e hanno suonato alla porta senza che si veda in giro nessuno, SICURAMENTE si tratta di un fantasma.

E invece, si tratta solo di un vecchio ninja, che mentre ancora la bicicletta non è del tutto ferma, ha già messo il dito sul campanello del mio negozio. Poi, mentre io alzo lo sguardo e dovrei aprire la porta, loro sono nascosti dietro al muro e chinati a mettere la catena alla bici, per poi rialzarsi ed entrare velocissimi in negozio, senza perdere un minuto.
Perchè si sa che per un anziano, la cosa fondamentale è FARE PRESTO.
Non bisogna perdere tempo, che con tutti gli appuntamenti e gli impegni che si possono avere a 85 anni, non bisogna perdere un minuto nell'arco della giornata. Quindi, meglio portarsi avanti suonando il campanello, poi chiudere la bici, e poi entrare, lasciando me in curiosa attesa dei comodi suoi (visto che sono veloci in tutto, tranne che a legare la catena di una bici).

Peccato che, "per sicurezza personale e del negozio", io non apro se non vedo chi è alla porta. Quindi spesso devono ri-suonare e stare fermi davanti alla porta, perdendo secondi preziosi.

ps: in realtà ok, non apro per sadismo personale. E poi ho paura dei fantasmi, e dei ninja!

mercoledì 15 febbraio 2012

La colpa dei fischi e dei fiaschi

A volte il Lunedì mi dedico a chiamare i clienti i cui orologi son venuti pronti da tempo, e che ancora non sono passati a ritirarli.
Mi capita fra le mani un orologio sistemato a inizio Dicembre. E' ora che la tipa venga a prenderselo, era una piccola riparazione, e intanto in questi tre mesi ho controllato che l'orologio sia perfetto. E' perfetto.

Quindi, prendo il telefono.

"Buongiorno, è l'orologeria, finalmente la trovo! Il suo orologio è qui, pronto e riparato da ormai tre mesi, oggi siamo chiusi, però quando vuol passare a ritirarlo, è qui!"

Traduzione nella testa della cliente:

"Buongiorno, è l'orologeria, ci abbiamo messo tre mesi a riparare il suo orologio, ma adesso è qui. Se non passa entro dieci minuti lo buttiamo via"

Il risultato:

Martedì mattina, entra una signora incazzata. Senza salutare o presentarsi:

"Ma perchè ieri mi ha fatto venire qui se era chiuso? Son venuta apposta!"
"Il lunedì siamo sempre chiusi! Ma poi di cosa ha bisogno?"
"Ma è lei che mi ha chiamato!"
"Ahh, sarà pronto un orologio, allora. Ho chiamato tanta gente ieri, ha la ricevuta, così troviamo l'orologio?"
"No, non ho la ricevuta, mi ha fatto venire apposta, mi dà l'orologio? E' qui da tre mesi!"
"Mi dica almeno il nome"
"De Puttanis" (sì ok nome di fantasia, ma nomen omen)
"Uh... vediamo... ok, sì, trovato. E' pronto da inizio Dicembre, l'ho chiamata tante volte ma non era mai in casa!"
"Però mi ha fatto venire ieri ed era chiuso!"
"Sì... ok... Comunque, ora l'orologio è a posto, sistemato questo e quello, sono 28 euro."
"Ma come?!?!? Mi doveva chiamare per un preventivo!"
"Tre mesi fa, anzi ormai quasi quattro, l'ho di certo chiamata per dirle la cifra, che tra l'altro direi fosse bassa per un orologio da 230 euro che adesso è tornato come nuovo, con anche le guarnizioni e il test impermeabilità garantiti."
"Mi doveva chiamare! Adesso non so se ho dietro i soldi! Son venuta ieri con i soldi, oggi non so!"
"E allora torni un'altra volta!"
"Ah no ecco, ce li ho."
"Mi dovrebbe anche dare un documento, per il ritiro senza ricevuta dell'orologio."
"Quante formalità!"
"Eh sì"

Comunque, caccia o'documento, prendo i dati, lei firma, paga, e arrivederci.

La cosa mortificante è che sempre, sempre, sempre deve essere colpa mia. Mai che uno ci rida su e dica "ah scusi non ho capito", ma anche "ah scusi se le ho lasciato lì un orologio per tre mesi senza mai passare" "scusi se non trovo più l'importante ricevuta per il ritiro dell'orologio". Mai scuse, solo insulti. E' sempre colpa mia. Mi sento particolarmente orologiaio frustrato.

martedì 7 febbraio 2012

La denuncia

Questa è una storia vecchia, molto vecchia, l'unica storia che non ho mai raccontato "in diretta" sul blog, visto che prima dovevo far passare un po' di tempo per 'sbollire', e poi non avevo voglia di parlarne perchè è quel tipo di occasione che se ci pensi dici "ma io cosa ci sto a fare, a lavorare a contatto con questa gente?".

Ma ok, son passati due anni e qualche mese (quando entra in prescrizione?), sono ancora a piede libero, e posso prendere le cose con ironia e narrarle con il dovuto distacco. Quindi, per motivi legali, sono sicuro che capirete fra le righe cosa voglio dire, quando parlo di un "simpatico vecchietto". Scusatemi anche se la storia è lunghissima, ma già che la racconto, la devo raccontare bene.

Quindi. Una mattina, un arzillo vecchietto (80 anni? 85?) arriva in bici, e mi porta un orologio per il cambio della pila. Lo avverto che per quell'orologio (venduto da me, quindi lo conosco bene, costa 135 euro, è radiocontrollato, impermeabile 200 metri) serve anche cambiare le guarnizioni e fare il test dell'impermeabilità, quindi me lo deve lasciare 4 giorni, e verrà a costare 11 euro. Non fa una piega, mi lascia il nome, prende la ricevuta, arrivederci.

Torna dopo 4 giorni con la sua splendita biciclettina. Presenta la sua ricevuta, gli dò l'orologio, gli dico il prezzo.

"Ma costa così tanto? Siamo pazzi?"
"Eh sì, l'avevo avvertita, un orologio del genere ha una chiusura particolare, ed è per questo che ha dovuto lasciarmelo qualche giorno in più e viene a costare più di un cambio pila normale, sono 11 euro"
"E' una truffa!"
"Purtroppo per orologi di quel tipo, è proprio necessario cambiare anche le guarnizioni, altrimenti rischia che appena lava le mani, si allaghi tutto, quindi costa un po' di più"
"Ma doveva dirmelo!"
"Il fatto è che l'ho avvisata, visto che lo faccio con tutti, è routine"
"E' una truffa, io questi soldi non li pago"

Allora, ok, sono stato ragionevole a farmi dire da un simpatico vecchietto che sono un truffatore, due volte, e accusare che faccio lavori senza avvisare. Alla terza volta un po' perdo la pazienza.

"Non c'è problema, se non paga, non le dò l'orologio, casomai ripassa un'altra volta!"
"Ma lei mi vuole rubare l'orologio!"
"No, solo che se non mi paga il lavoro svolto, l'orologio non glielo dò. E' il commercio."
"E' una truffa!"
"Ma è lei che non vuole pagare quello che avevamo stabilito... io che c'entro?"
"Mi vuole proprio fregare"
"Senta, facciamo dieci euro, basta che adesso la smettiamo."
"E' troppo per il cambio della pila!"
"Cambio della pila professionale, più cambio guarnizioni, test impermeabilità certificato e stampato, guardi qui."
"No!"
"Uh, va bene, che facciamo?"
"Tenga questi dieci euro, mi dia l'orologio, ma qui non verrò più!"
"Guardi, mi spiace dirlo, ma non penso sia un problema per me, se non vorrà più tornare."
"Io questo orologio l'ho preso qui quattro anni fa!"
"Ma va benissimo, la ringrazio! Però se adesso non è soddisfatto, non torni più, non è un problema."
"E' un maleducato!"
"Nemmeno questo è un problema, per me. Arrivederci?"
"Arrivederci"

Si mette l'orologio nella tasca del giubbotto, sbatte la porta, slega la sua bicicletta, e sparisce dalla vista.

Non ricordo se all'epoca di queste storie ne ridevo già o no, c'era stato un periodo in cui ci rimanevo male, ma forse due anni fa ero già bello indurito da questo lavoro, quindi probabilmente, lontano dagli occhi, lontano dal cuore, addio caro vecchietto simpaticissimo.

Invece, nemmeno 10 minuti, suonano alla porta, ed è lui, il simpatico ottantenne.
Che due palle, penso!

"Buongiorno!"
"Lei è un ladro, lo avevo detto!"
"Come?"
"Mi deve dare il mio orologio!"
"Gliel'ho dato prima, mi ha dato dieci euro anzichè undici, le ho dato orologio e scontrino... che problema c'è?"
"Lei mi ha sottratto il mio orologio!"
"No, gliel'ho dato nella busta, insieme allo scontrino."
"Non ce l'ho io, quindi me l'ha rubato lei"
"Uhm... non è che l'ha perso?"
"No, me l'ha rubato, mi deve dare un orologio nuovo."
"No, mi sa che non le devo dare niente, provi a rifare la strada e lo cerchi per terra. L'ha messo nella tasca del giubbotto, sarà caduto fuori. Anzi, aspetti che guardo qui fuori, visto che magari ha messo la busta nella tasca dove ha le chiavi della bici, e magari è caduta fuori mentre apriva il lucchetto"
"No, lei me lo ha rubato!"
"Senta... mi sto un pochino spazientando di queste accuse. Torni sulla sua strada e lo cerchi, che ci posso fare?"
"La denuncio alla polizia!"
"Sì, ok, mi denunci."
"La denuncio!"
"Se vuole... non ci posso fare niente. Non ha nessuna prova che io abbia fatto niente! Le dico che l'ha perso!"
"Vado alla polizia!"
"Senta, sa cosa facciamo? La chiamo io, la polizia, e la facciamo venire qui."

Prendo il telefono, chiamo in vivavoce il numero che mi avevano lasciato i carabinieri di quartiere per il "pronto emergenza". Beh, fortuna che non ne ho mai avuto bisogno, visto che provo tre volte, e dopo tanti squilli non rispondono.

"Lei non sta facendo il numero giusto, mi sta truffando anche qui, chiami il 113"
"Il 113 è per le emergenze, non lo chiamo."
"Allora vado alla polizia, avrà presto mie notizie."
"Ok... ma mentre va alla polizia, cerchi per terra il suo orologio!"

Sbatte la porta, e addio.

Venti minuti dopo (CAZZO! Venti! E il commissariato è a 10 minuti di bici dal negozio! Caro vecchietto simpatico e sprint, fortuna che sei in buona salute per pedalare velocissimo!) mi chiama il commissariato, mi dice che un cittadino ha sporto una denuncia per sottrazione di bene, se posso passare da loro, appena ho tempo.

Beh, chiudo tutto e vado al commissariato (in motorino ci metto 12 minuti! Si vede che in bici aveva bruciato tutti i semafori!). Non potete immaginare cosa avevo in mente mentre ci andavo, pregavo di non trovare lì anche il simpatico vecchietto, perchè non sarei stato molto gentile con lui.
Fortunatamente non c'era. Mi accoglie l'addetto alle denunce, che è tutto tranquillo.

Anzi, mi dice che in effetti devo stare tranquillo anche io, però vuole solo sapere cosa è successo. Gli ripeto l'intera scena, ribadendo che mi ricordo che l'ho visto mettere la busta con l'orologio in tasca, e che probabilmente muovendosi in bici è sparita. Sottolineo come io quell'orologio ce l'ho nuovo in negozio, e di certo non avevo bisogno di rubare un orologio da 135 euro, stra-usato e rovinato da quattro anni di usura.

Quindi, il poliziotto diventa accondiscendente verso il tizio. Mi dice che la denuncia è scritta su carta libera, ne tiene una copia in tasca il simpatico vecchietto, ma non ci sono conseguenze di nessun tipo. Mi dice che forse è un vecchietto simpatico e forse un po' frustrato e duro di comprendonio, forse era in cerca di rivincite con la vita, e verrà a mostrarmi in negozio la denuncia, per soddisfazione. Mi dice in quel caso di non reagire, casomai di sentire le sue ragioni, e di andargli incontro, magari fargli un regalino per tranquillizzarlo e chiudere qui la questione, visto che non era il caso di mettere in mezzo gli avvocati.
Ultimo consiglio del poliziotto, a cui avevo detto che avevo cercato io per primo di chiamare la polizia di quartiere per farli venire direttamente lì: il poliziotto mi ha detto che in ogni caso, per storie assurde come queste, è controproducente chiamare in negozio la polizia, perchè poi la gente vede la macchina ferma fuori, i poliziotti dentro a parlare coi clienti, poi si spargono tutti i tipi di voce, e ci si rovina la reputazione. Ecco, questo consiglio è l'unica cosa buona e interessante che ho imparato da questa esperienza, e ne faccio memoria ancora adesso.

Me ne vado, con le palle girate perchè un regalino al vecchietto, per quanto fosse simpatico e stimatissimo, non lo vorrei fare. E' il classico "italian style" per mettere a tacere le questioni (i ricatti), anche se in realtà capisco che mettersi con gli avvocati non sarebbe stato bello.

Invece il vecchietto stimatissimo non è mai tornato. Forse i miei intensi pensieri in stile "peace & love" sulla via del ritorno sono serviti a qualcosa. E forse potete immaginare cosa avevo in mente, mentre tornavo al lavoro, soprattutto quando son tornato e fuori dal negozio c'era la coda perchè mi ero assentato mezz'ora per un urgenza, come segnalato sul cartello lasciato sulla porta. Sapete quanto erano preoccupati per la mia urgenza, tutti gli altri simpaticissimi vecchietti che si lamentavano fuori dal negozio temporaneamente chiuso?
Zero.

venerdì 3 febbraio 2012

Ok, ci siamo

Oh, Splinder ha VERAMENTE chiuso l'1 Febbraio!
Alle 10 di mattina vado sul vecchio blog e lo trovo ancora online e penso "ahhh, figuriamoci se li chiudevano così di botto". Dopo poco torno, e la pagina che trovo è orribile.

Quindi, benvenuti su blogger/blogspot, l'orologiaio frustrato riprende le sue attività.

Ho salvato (ma non pubblicato) i 60 post mancanti all'appello, e tutte le foto che rischiavano di sparire per sempre. Prima o poi riemergeranno, non si perderanno come lacrime nella pioggia, perchè io ho visto cose che voi clienti non potete nemmeno immaginare.

Devo rimettere in funzione tutti i link agli altri blog e magari dare un'occhiata ai template (anche se questo semplicissimo già va bene, per una chiara lettura). Ma ora basta parlare del blog sul blog, è troppo autoreferenziale. E' un blog lavorativo, e da Martedì prossimo tornerà a parlare solo di lavoro. Con il post tanto promesso, per ri-cominciare col botto: siore e siori, tornate Martedì per leggere di come un simpaticissimo anziano mi denunciò alla polizia, per ripicca. Yeaaaaah!