"Questo sarebbe anche un gran lavoro, se non fosse per i clienti di merda."
("This job would be great if it weren't for the fucking customers." - Randal Graves, Clerks by Kevin Smith, 1994)
Sì, il 28 Dicembre ho chiuso il negozio. Il nome del negozio lo vedete nelle foto, si trovava a Monza. E' stato il mio posto di lavoro per 18 anni (più tutti gli anni dal 1998, in cui ci lavoravo in Dicembre aiutando mio padre).
Le persone descritte in questo blog entravano da quella porta, e appoggiavano le loro cose preziose e le loro cose sporchissime su quel bancone.
La foto l'ho scattata poco prima dell'inizio della vendita per liquidazione, quando stavo già spostando alcune cose dall'interno alla vetrina esterna. Oggi tutte le vetrine interne sono vuote, ho praticamente finito tutto.
Credo di aver detto quasi tutto della mia avventura in un post del Gennaio 2016, per festeggiare i 10 anni di mia gestione. Perché ho preso in mano il negozio, con che spirito l'ho fatto, come ho proseguito e come mi ci sono ritrovato incastrato: ho già parlato a fondo di tutto e non ho altro da aggiungere, fino a qui.
Mi è piaciuto stare qui? Se avete letto qualche pagina di questo blog, la risposta potete trovarla da soli. Anche se ovviamente ho parlato solo dei clienti più folli e rompipalle, che per fortuna costituivano il 10% dei clienti totali di ogni giorno. E' passata molta gente perbene e normale, per fortuna. Ma sapete quel che si dice sulle mele marce: rovinano tutto il cesto, e di persone con grossi problemi ne ho viste ogni giorno, e probabilmente solo scrivere su questo blog mi ha salvato da qualche esaurimento nervoso. Ma ho anche avuto il tempo libero fra un cliente e l'altro per scrivere questo blog, e continuare a scrivere le altre cose che non ho mai smesso di scrivere - una certa flessibilità c'era, e me la sono goduta. Come dice anche la citazione qui in alto, il lavoro sarebbe anche stato interessante, se non avessi dovuto avere a che fare con i clienti. Ho scoperto di essere molto bravo a gestire il budget, seguire gli acquisti, far quadrare i conti, avere a che fare con i rappresentanti delle ditte e mi sono anche scoperto un venditore abbastanza efficace: tutta roba che ho iniziato a fare da zero, visto che avevo studiato lingue e letterature straniere applicate alla comunicazione di massa. Un altro bonus che ho sempre gradito, è il fatto che potessi andare al lavoro vestito come mi pareva: non ho mai avuto problemi con la mia enorme collezione di magliette di gruppi metal, punk e cose nerd varie.
Insomma, i lati positivi ci sono anche stati, ma i motivi per cui chiudo il negozio sono 4, e li metto in ordine di importanza:
1 - Non voglio mai più lavorare a contatto con il pubblico. E anche qui, la lettura del blog potrebbe essere un forte indizio sul perché. Dovrebbe essere inserito nei lavori usuranti, soprattutto per la mente.
2 - Gli incassi erano drasticamente diminuiti, questo era il momento giusto per chiudere prima di finire indebitato e amareggiato. La liquidazione totale è stata miracolosa, chiudo veramente a testa alta e con i conti a posto anche per le tasse (salatissime) che mi attendono nel 2025.
3 - Mia mamma ha deciso che vuole godersi la pensione e, incidentalmente, anche lei non vuole mai più avere a che fare con il pubblico. Cosa c'entra mia mamma? Beh, mia mamma porta il cognome del negozio, è la titolare fiscale e (COLPO DI SCENA) il tecnico delle pile. Quando mi ha comunicato l'intenzione di ritirarsi, è stato per me un piacere e un sollievo. Non ho pensato mai di sostituirla, di cercare un altro tecnico: l'ho visto come un segno che era il momento di chiudere tutto. Per sfortunata coincidenza, tra l'altro, il tecnico esterno che invece si occupava delle revisioni e di riparazioni degli orologi ci ha comunicato a Dicembre che all'improvviso dovrà smettere di lavorare per seri motivi di salute. Sarei rimasto senza più nessuno che si occupasse delle riparazioni o le pile. Meglio chiudere, augurando una buona pensione a mia mamma e una pronta guarigione al riparatore.
Ma non so se voi starete leggendo queste righe, perché probabilmente sarete ancora sotto shock per la rivelazione parentelare con il tecnico delle pile, che in realtà era unA tecnicA delle pile e ha circa 50 anni di esperienza con gli strumenti tecnici (ma voleva cambiare le pile di sera per non venire distratta).
4 - Visto che questo blog era dedicato a Clerks, spero di non fare troppi spoiler sul bellissimo finale della trilogia di film di Kevin Smith: in Clerks 3 Dante Hicks, il titolare del Quick Stop che "non avrebbe dovuto essere qui oggi", ha un infarto in negozio. Ecco, io non voglio fare quella fine, infartare a causa dell'ennesimo cretino che pretende di avere ragione su qualche argomento assurdo. Voglio fermarmi ora, prendermi una lunga pausa e riflettere su cosa fare in futuro. Posso permettermi un anno sabbatico e me lo prenderò, e questo è quanto, riguardo il negozio.
Clerks è stato un film fondamentale, per me: lo vidi nel 1995, a 19 anni, con amici appena conosciuti all'università. Era un film divertentissimo, folle, fenomenale. Non avrei mai immaginato che, 11 anni dopo, sarebbe diventato un documentario sulla mia vita. I clienti folli, le rotture di palle, i pochi incassi, è tutto riassunto in una storica scena fra Dante (commesso del minimarket) e Randal (commesso del videonoleggio accanto).
Randal: "Questo sarebbe anche un gran lavoro, se non fosse per i clienti di merda. Perché non ti rilassi, sai quanto staresti meglio se ogni tanto ti concedessi un bel cazziatone a qualche rompipalle? [...] Vuoi dirmi che non ci sono clienti che ti frantumano i coglioni ogni santissimo giorno per niente? Sfogati, sfoga le tue frustrazioni."
Dante: "Messa così no, non c'è nessun cliente in particolare, magari giusto certe categorie di clienti - le lattaie ad esempio, quelle che si mettono a periziare ogni litro di latte per trovare quello con la scadenza più lontana nella speranza di beccarne uno capace di non andare a male di qui ai prossimi 10 anni."
Randal: "Sai, io farei proprio a meno di quelli che vengono da me a noleggiare i film, con domande cretine come 'Cosa mi consiglia per un bambino di 6 anni che fa sempre la pipì a letto? Avete per caso quello lì con quel tizio che ha fatto quel film che è uscito l'anno scorso?' Come se per farsi la tessera del videonoleggio sia obbligatorio un quoziente intellettuale a livello zero"
Dante: "Dici che a te fanno domande idiote, dovresti sentire le caterve di cazzate che mi becco io."
Eccolo!grande orolfrust!
RispondiEliminadopo mi leggo tutto il post!
Collega frustrato dell'estremo nordest!
Ok letto!che c'entrasse ancora tua mamma si era ben capito, da li...al tecnico delle pile... non ci sarei mai arrivato!
EliminaTi auguro un buon anno e buonissimi anni futuri!
Grazie per averci fatto sentire meno soli coi clienti di merda!
Comunque un bel libro che raccolga tutti i post del blog non sarebbe per niente male te lo dico, ne verrebbe fuori una serie-docureality da paura!
Buona vita!
Se l'offerta del frico è sempre valida, questa Estate potrei essere nel nord-est per seguire qualche festival punk/hardcore!
EliminaCerto che si!
Eliminaun frico offerto è come un contratto scritto col grasso del formaggio
Ciao, ti leggo da qualche anno anche se non credo di aver mai scritto. La rivelazione sul tecnico è veramente una bomba. In bocca al lupo per il futuro!
RispondiEliminaBelin, e riesci pure a chiudere col botto di rivelazioni shock! goditi il nuovo percorso e sollazzaci di post finchè potrai/vorrai, continuerò a leggerti con piacere!
RispondiEliminaOgni tanto ritrovo sul telefono alcune foto di orrori schifosi fotografati e mai messi online. Sarebbe l'unico contenuto che potrei pubblicare post-chiusura... solo foto, senza storie. Solo per far vomitare.
EliminaIn ogni caso a metà Gennaio metterò qualche link di altre cose che ho scritto e che spero qualcuno abbia voglia di leggere (sono cose brevi online, non sono libri e non chiedo soldi!)
Vai con galleria degli orrori e director's cut, seeeeeee!
EliminaFiabo
mi de-lurko parzialmente, dopo anni di piacevolissima lettura, per ringraziarti di tutto quello che hai voluto e saputo condividere. Scrivi davvero bene. Adesso cerco di elaborare la rivelazione shock sul tecnico delle pile (urge rilettura dei vari post in cui lA citavi!)
RispondiEliminaAnche io di recente ho deciso per un drastico cambiamento di vita che finora - dita incrociate - sta pagando alla grande, ti auguro il meglio per tutto
Grazie per il commento sulla scrittura - a metà Gennaio scriverò un "notizie sull'autore" e in effetti si potrebbe scoprire che oltre a questo blog, non ho mai smesso di scrivere anche altro :)
EliminaAuguro il meglio anche a te per il tuo drastico cambiamento!
Tanti auguri per il tuo futuro e grazie per i bei post che hai scritto. Continuerò a leggerti naturalmente.
RispondiEliminaFinisce un'epoca, durata una mezza vita. Confesso che ho sempre letto questo Blog per te, Orofrust, non per i tuoi clienti. In fondo loro rappresentano una campione di media umanità, come se ne trovano di pressoché identici in qualunque contesto di lavoro aperto al pubblico. Ma le tue genuine reazioni, un poco fantozziane, e le spassose incazzature represse, rinfocolate sul Blog a posteriori, che ti devo dire Orofrust, quelle sono state il cinepanettone e la benzina dei tuoi racconti.
RispondiEliminaE purtroppo, venendo a mancare il contesto, non potranno più rinnovarsi, se non in qualche sbiadito ed idulgente ricordo. Purtroppo per me, s'intende. Auguri per tutto, il tuo affezionatissimo Alberto.
Non so voi ma io lo aspettavo...stavolta è stato pure meno prolisso del solito!
EliminaNon capisco le reazioni fantozziane, ma tant'è....
Un tuo commento psichedelico è la ciliegina sulla torta. Grazie!
EliminaTi leggo da anni. Con pause anche lunghe tra una lettura e l'altra. È la prima volta che ti scrivo. Grazie per il tuo blog! Anche la rilevazione di tua madre è degna del migliore finale di stagione!
RispondiEliminaContento che hai chiuso “bene”. Sorpresissimo di tua madre, non avrei mai immaginato una parentela tra te e il tecnico delle pile. In bocca al lupo per il futuro
RispondiEliminaPenso di aver incrociato questo blog e iniziato a seguirlo regolarmente da più di 10 anni. Non mi sarei mai aspettato la rivelazione finale sull'identità del tecnico delle pile! Grazie mille per aver condiviso la follia della tua clientela.
RispondiEliminaScommetto che questa pagina si riempirà di commenti, e spero solo che tra i tanti riuscirai a leggere anche il mio. Ho scoperto questo blog praticamente agli albori, in quel periodo, che ormai sento molto lontano in cui su internet si leggeva ancora l'animo delle persone.
RispondiEliminaTi ho seguito, ho riso, ho sofferto con te per qualche cliente estremamente sgradevole. Mi piace rileggere qualche disavventura scritta ormai anni fa, e quando lo faccio mi ritrovo dopo un po' a rileggere parte del blog e ricordare cosa facevo quando ho letto quei post per la prima volta. Sorrido quando entro in un negozio, consapevole che anche chi sta "dall'altra parte" è un essere umano: tante volte basta poco per non volere la "pila subito" e far vivere a tutti una giornata migliore.
Chiudo con un segreto: non ho mai avuto un orologio da quando avevo 12 anni. Rimasi sorpreso qualche mese fa quando mi dissero che un negozio di orologeria in una città relativamente vicina a dove abito faceva una svendita e pensai che forse era giunto il momento di riprendere. Ci comprai un Citizen (modello a carica solare), da un commesso gentilissimo (e fu un acquisto veloce: fortunatamente non ho "meritato" nessuna menzione ;-)
Mi piace immaginarmi tra qualche anno, quando qualcuno chiederà dell'orologio che indosso. Risponderò che arriva da un posto speciale, che ha una storia per me nata quando navigare su internet somigliava a esplorare una terra sconosciuta fatta di persone, sfoghi e condivisione (e di clienti completamente folli).
Grazie!
Cioè, senza saperlo hai comprato da Olofrust?
EliminaQuesto è un commento davvero piacevole e prezioso, e intriso di mistero riguardo il Citizen da te acquistato!
EliminaIl fatto è che ora la situazione si è ribaltata, sapete molto più voi su di me, che io su di voi :)
Si! Sembra incredibile! Ricordo che già più o meno dall'inizio del blog ricordavo l'orologiaio dove da piccolo andavo con mio padre e fantasticavo sul fatto che potesse essere l'autore del blog (non lo era: la città è in provincia di Sondrio). Più avanti per lavoro mi sono trasferito a sud di Milano, con vari amici e conoscenze nella zona di Monza, da cui è arrivata la notizia della svendita. Incredibile!
EliminaQuesto è un grandissimi colpo di scena. Per fortuna sei rimasto soddisfatto! Posso chiederti che Citizen hai comprato? :)
EliminaE' veramente una storia degna di nota, una storia nella storia! Grazie per averla condivisa.
La mamma tecnico delle pile fa molto telenovelas brasiliana anni 80
RispondiEliminaAlla luce delle rivelazione leggere questo vecchio post ha tutto un altro sapore:
RispondiEliminahttps://orologiaiofrustrato.blogspot.com/2009/04/il-dramma-del-tecnico.html
anche per me il 28 é stato il mio ultimo giorno di lavoro come imprenditore.
RispondiEliminaun grande in bocca al lupo!
In bocca al lupo anche a te, davvero! Buon 2025, si spera.
EliminaUn appunto riguardo mia mamma, lo affido ai commenti (magari poi scriverò un post, ma non credo). Non l'ho mai menzionata né tirata in ballo perché volevo che rimanesse fuori da questa cosa del blog - e tutt'ora non ne sa niente, pianifico di stupirla fra qualche mese in un modo che condividerò anche su queste pagine al momento giusto. E' di una generazione diversa e molte cose non le capirebbe, ma in effetti il suo lavoro era molto più tecnico del mio, è solo negli ultimi tempi, per la svendita, che le ho chiesto di darmi una mano con le vendite e mi ha ribadito che per mesi ora non vorrà vedere nessuno, tantomeno clienti.
RispondiEliminaMi aveva dato una mano con l'improvviso avvio del negozio, ma lei all'epoca lavorava da un'altra parte, per 6 anni era veramente una figura totalmente esterna al mio negozio, al netto di portarne il nome per motivi di prestigio del nome (qui servirebbe una divagazione sul negozio che esisteva prima di questo... magari ne farò un riassunto in un post con foto storiche, ma al contempo non ha neanche moltissima importanza). Quando ha chiuso con il suo precedente lavoro, è rimasta a far le pile da me, e come me si è trovata "incastrata" nel mio negozio, non sapendo come/quando dire stop... finché non ha deciso di farlo.
Ora capisco tante cose: capisco in particolare perché avevi così tanti clienti che ti portavano la pila da cambiare
RispondiEliminaChe collegamento ci sarebbe?
EliminaSe il lavoro viene fatto in famiglia, probabilmente costa meno,e può fare prezzi migliori.
EliminaTi stimo! sei un grande!
RispondiEliminaLeggo questo blog dall'inizio e nel corso degli anni l'ho riletto parecchie volte, veramente, alcuni post li so quasi a memoria (mi rendo conto che è un po' cringe questa cosa!) e dunque mi dispiace che l'attività abbia chiuso, ma sono sollevata al pensiero che i protagonisti della vicenda siano tendenzialmente contenti (dico "tendenzialmente" perché immagino che cmq una chiusura provochi delle sensazioni ambivalenti).
RispondiEliminaUn saluto alla mamma, protagonista di una rivelazione che davvero non mi aspettavo. Nelle vesti dell'ormai mitico e mitologico "tecnico delle pile", mi ero sempre immaginata un omino di mezza età che ritirava le pile e le faceva in qualche suo misterioso laboratorio, dimenticandomi del post dove c'era scritto che il lavoro veniva svolto nel tuo negozio.
Dopo tutti questi anni, dove per forza di cose ci si immagina il negozio in un certo modo, fa effetto vedere come invece il locale era veramente e poter finalmente vedere la faccia della persona che ha scritto tanti post memorabili.
Auguro il meglio a te a tua mamma, sperando di leggerti ancora.
P.S. si può sapere qual era l'attività che facevi prima di intraprendere il lavoro al negozio?
mi rendo conto che quel "si può sapere qual era ecc.." possa essere letto in maniera strafottente!, ma l'intenzione era "è possibile rivelare qual era ecc.."
EliminaMi pare avesse detto che lavorava coi bambini?
EliminaNon so perché non mi riesca a loggarmi dal pc di casa - comunque verso il 10 Gennaio ci saranno notizie biografiche :P
EliminaNon ricordavo nemmeno di aver detto che lavoravo coi bambini (è vero, ma non era la mia attività principale e non prevedevo nemmeno di ricordarmene scrivendo il post che sto per scrivere), semplicemente mi occupavo di scrittura, scrivo di musica tutt'ora :)
è vero, anche io il tecnico delle pile me lo immaginavo come un uomo di mezza età, basso, un po'calvo, magrolino e un po'gobbo per via del lavoro!
EliminaGrazie di tutti i post che hai scritto. Ci hai raccontato delle belle avventure
RispondiEliminaGrazie per tutti i post!
RispondiEliminaTi seguo da tanti anni e ho letto tutti i tuoi post, capisco bene la tua repulsione verso il contatto con il pubblico, ti auguro che questo nuovo anno possa portarti un pò di riposo e l'opportunità di trovare un'attività gratificante. Daniele
RispondiEliminaClerks III: miglior utilizzo di una canzone introduttiva di sempre.
RispondiEliminaNon so quanti avranno visto il film e apprezzato l'analogia sull'infarto di Dante, ma io ti capisco.
Ohh, qualcuno che ha visto il film e soprattutto che dimostra un gran gusto musicale con la Black Parade!
EliminaGrazie per il tuo diario digitale, cresciuto negli anni come siamo cresciuti noi...mi mancherai, mi mancherà la storia dell' orologiaio e soprattutto un modo di divulgare storie che si internet non si usa più ( il blog)...buona vita
RispondiEliminaGrazie per esserti mostrato! Che colpo di scena sul tecnic...a! Ti confesso che vedere le foto del negozio, con quell'atmosfera un po' degli anni addietro, mi mette un po' di magone: ma è la vostra felicità che conta, quindi tanti auguri di buona rinascita!
RispondiEliminaTi leggo praticamente da sempre, spesso ho riletto varie volte i post più divertenti e in qualche modo leggerti mi ha anche aiutato a superare un momento per me molto difficile..ora poi che hai rivelato l'identità del tecnico capisco perche inconsciamente mi sentivo cosi vicino a te, le nostre situazioni partendo dal negozio ricevuto quasi per caso dal papà mancato troppo presto sono davvero, arricolo venduto a parte, molto simili..grazie per tutto quello che hai generosamente condiviso con noi sconosciuti, dovresti realmente raccogliere il blog in un libro, i miei migliori e più sentiti auguri che tutto ti vada per il meglio, non ti conosco ma sono sicuro che lo meriti. Buona vita!
RispondiEliminaTi ringrazio per le belle parole, in generale non avrei mai pensato di poter aiutare qualcuno con questo blog, che per me era principalmente uno sfogo per le frustrazioni (filtrate però attraverso l'ironia). Che concidenza, tutte le cose accadute (purtroppo) anche a te. Buona vita a te!
EliminaGrazie mille per la compagnia in tutti questi anni, ti auguro il meglio
RispondiEliminagrazie. ti voglio bene. non lasciarci senza blog. jacopo.
RispondiEliminaOrolfrust, in bocca al lupo.
RispondiEliminaNon ricordo di aver commentato prima, ma, lavorando ormai da 13 anni in centro a Monza ed andando tutti i giorni a pranzo da Nietta, aver scoperto che eri a due passi...
Vabbé, si vede che era destino.
P.S.: ho visto che anche un tuo quasi omologo, anch'esso storico, molla il colpo...
Che colpo di scena! Lettori in città! Nietta è a 15 metri dal negozio :) Sì, anche un omologo in centro ha chiuso, e so di un altro appena fuori dalla cerchia del centro che è costantemente indeciso, credo che nel 2025 prenderà la decisione finale...
EliminaCarramba!
EliminaOra possiamo parlare degli articoli sulla chiusura trovati on-line (mio commento che poi hai giustamente cancellato per non rivelare la tua identità di Bruce Wayne)?
RispondiEliminaA me ha fatto morire quando ho letto delle pile!
E secondo me hanno anche "reinterpretato" un sacco di frasi, tipo quella sugli smartwatch.
Ho letto anche io tali articoli. E mi è tornata in mente la discussione di alcuni anni fa, https://orologiaiofrustrato.blogspot.com/2014/09/maria-antonietta.html?showComment=1410410281473#c3419063392369393664
EliminaComunque... la mia opinione, riguardo la diatriba orologi vs smartwatch, a questo punto è che gli orologi meccanici rimarranno, mentre gli orologi a pila potrebbero finire come gli orologi a diapason, obsoleti.
Per quanto riguarda gli orologi meccanici, ne ho uno che era stato usato da mio nonno ai tempi della prima guerra mondiale, e funziona ancora: nessun orologio elettronico (al quarzo o smartwatch) potrebbe fare una cosa del genere. Quindi, secondo me gli orologi di valore, in oro, fatti per durare torneranno ad essere meccanici, e per il resto ci saranno gli smartwatch.
È solo la mia opinione
https://www.msn.com/it-it/societ%C3%A0-cultura-e-storia/storia/chiusura-dell-orologeria-bal%C3%AC-a-monza-un-pezzo-di-storia-che-scompare/ar-AA1vMuQJ
EliminaEccolo qui!
@Anonimo del 9 gennaio ore 19:43
EliminaGli orologi di valore non "torneranno" ad essere meccanici/automatico, lo sono ancora e lo sono sempre stati se escludiamo gli "esperimenti" degli anni 70-80-inizio 90 in cui le case svizzere sopravvissute alla Crisi del Quarzo hanno lanciato anch'esse alcuni modelli al Quarzo affiancando e non sostituendo i meccanici/automatici rimasti sempre a listino. Qualcuno ha poi viratl sul 100% Quarzo.ma chiaramente non parliamo orologi di valore tecnico o economico. Il valore in se è altro, io ho dei Quarzi passatimi da mio padre che per quanto abbastanza effimeri sul lungo periodo (ho qualche speranza di cambiare il movimento al Quarzo se avrò bisono, non sono Swatch) valgono immensamente di più di qualunque meccanico/automatico che io possa comprare nuovo.
Resto sempre dell'idea che vi fate troppi trip mentali:
Elimina-esistono orologi a batteria, analogici o digitali, precisi, robusti, pratici, economici, da combattimento anche per chi fa lavori pesanti, una volta ogni anno e mezzo gli cambi la pila e vafangù, quando si rompono decidi tu se ripararli o cambiarli.
-esistono orologi meccanici, meno precisi e meno adatti al combattimento, dopo 24-36 ore che non li metti si fermano,
economici o no che siano, quando si rompono decidi tu se ripararli o no o se è possibile (allagati, arruginiti, assi del bilanciere introvabili, consumo delle parti in movimento, sì, prima o poi bisogna arrendersi), solitamente durano di più anche perchè raramente li si utilizza mentre si lavora col martello pneumatico
-esistono ibridi come gli eco-drive o i kinetic, li usi una vita e quando si rompono decidi tu se ripararli o cambiarli
-esistono gli smartwatch, delle appendici dello smartphone, ti dicono anche l'ora, modaioli, li devi caricare ogni 5-10gg, sconsiglierei di farci particolari lavori pesanti, durata QUASI sempre limitata, non si riparano, si cambiano
Sul fatto che una volta (minchia prima guerra mondiale è un secolo fa, come si fa a fare un paragone con un prodotto moderno?) facessero le cose per durare è indubbio ma, e non glielo auguro, se dovesse rompersi l'asse o qualche altro danno più importante sarà quasi impossibile riparare anche quello.
Si, vendo orologi esclusivamente fascia economica (da 59 fino a 700-800€), la maggior parte delle vendite è quarzo, il 10-15% meccanici, uno scarso 5% smartwatch.
Il quarzo è ancora bello vivo!
Gli orologi di valore (economico) alto di cui parlate fanno parte della fascia medio-alta, ovviamente, e sono giustamente meccanici.
E' come dire che tra qualche anno resteranno solo smart e ferrari, ci sarà qualcosa nel mezzo no?
Parliamo seriamente di spendere centinaia di euro per dei quarzi? Ok, ciao.
EliminaDi sicuro non intendo portare un orologio di un secolo fa, o aspettarmi che segni l'ora precisa, ma il punto è un altro. Un orologio da polso costoso è praticamente un gioiello: lo si porta come si porterebbe un braccialetto o una collana. Ma, a causa degli stereotipi di genere, braccialetti e collane sono considerati oggetti da donne, mentre l'unico gioiello appropriato per un uomo è l'orologio da polso (o al massimo i gemelli da polsini). E se è quello il motivo per cui compri un orologio, ne vuoi uno che duri nel tempo, e che puoi lasciare in eredità. Non interessa che sia preciso, interessa che sia costruito bene , con buona cura per i dettagli, e tutte le parti originali.
EliminaDopo cento anni un orologio meccanico si può ancora caricare, perché servono solo le mani per farlo. Un orologio a pila può anche essere in perfette condizioni, ma la pila sarà introvabile.
Gli smartwatch sostituiranno buona parte degli orologi "funzionali", mentre non intaccheranno affatto il mercato degli orologi "status symbol". Questa è la mia previsione, almeno
Quello che non mi torna è:
Elimina-il nonno durante la guerra voleva lasciare un ricordo o voleva sapere che ora era mentre gli sparavano addosso?
-seriamente credi che nel 2025 gli uomini non portino bracciali o collane ma che portino i gemelli (?)
-sei convinto che una persona che vuole sapere l'ora spenda o 100 euro di smartwatch o 2000 di un meccanico senza vie di mezzo?
-davvero pensi che per far funzionare un orologio bastino le dita per caricarlo ?!?
-sei davvero convinto che gli smartwatch siano la soluzione per chi vuole semplicemente guardare l'ora ogni giorno?
Saluti
Anonimo 1.07 , si 100, 200, 300 euro per un quarzo, proprio così.
EliminaPerché spesso l'orologio è un regalo, quindi se viene regalato che so, per un compleanno, non spendi 2000 euro, ne spendi molti meno.
Quindi ti attesti sulle 50-200 euro
E ora vi stupirò, esistono persone che non apprezzano il il meccanico e che se gli regali uno smartwatch te lo spaccano in testa....ergo cosa gli diamo a questa enorme fascia di popolazione senza turbe mentali e che vuole semplicemente andare al lavoro, poi al bar a bere un aperitivo e poi a casa?
Bingo!
il nonno durante la guerra voleva lasciare un ricordo o voleva sapere che ora era mentre gli sparavano addosso?
EliminaChe tu ci creda o no, l'orologio gli ha salvato la vita: infatti, durante la guerra, mio nonno era rimasto sepolto sotto le macerie da un esplosione, e i suoi uomini l'avevano creduto morto. Il suo attendente, però, voleva recuperare l'orologio per rimandarlo alla famiglia, e per questo era andato a scavare sotto le macerie, scoprendo così che mio nonno era ancora vivo, e potendolo soccorrere.
Storia bellissima e affascinante, adoro questi racconti di guerra vissuta!
EliminaMa ancora non ho capito il punto, cioè il nonno voleva lasciare un ricordo o voleva sapere che ora era mentre gli sparavano?
>E ora vi stupirò, esistono persone che non apprezzano il il meccanico
EliminaNon mi stupisco, ci sono persone che preferiscono un appartamento a una casa singola, che per tennis di plastica che ti durano 6 mesi spendono più di scarpe su misura dal calzolaio che durano 30 anni o che pensano la pizza con l'ananas sia buona. Il mondo è bello perchè è vario e i gusti vincono sul valore oggettivo.
P.S. Chiaro che se comprassi oggi un orologio nuovo e vorrei spendere più di 50-60 euro andrei su un meccanico (i sovietici una volta si trovavano a 10 euro, adesso i prezzi sono quintuplicati purtroppo), altrimenti vado di Casio entry level.
RispondiEliminaEh signora mia, una volta, poi è arrivata l'inflazione.
EliminaMannaggia il muro di Berlino!
Yawn
EliminaLo sbadiglio non per chi si lamentava (giustamente) del prezzo dei russi ma di altri commenti.
EliminaCome al solito si ricorda che non è un blog di appassionati di orologeria ma di quanto sia "divertente" lavorare col pubblico!
EliminaGli orologi sono solo il pretesto, era solo una puntualizzazione per mettervi di fronte alla realtà di ciò che si vende nel quotidiano, contrariamente a ciò che pensano i puristi del meccanico.
Desolato di aver annoiato
questo e' stato uno dei primissimi blog che iniziai a seguire nei gloriosi anni dei blog di fine '00 (anche io ne avevo uno sul basket toscano, mi sono appena loggato con l'account che funziona ancora con mia grande sorpresa)
RispondiEliminaErano anni (7? 8? chissa?) pero' che non venivo da queste parti...i blog paiono a torto i residuati di un internet passato, ma quanto erano belli (ed eravamo tutti piu giovani)...avevo un reader di feed rss che pero' era diventato impossibile da continuare a seguire e allora mollai tutto
Poi chissa' come e perche oggi 14 gennaio ho cercato su google clerks blog orologiaio e scopro che stai chiudendo e mi e' sembrato un raro momento di sincronicita'
Che dire se non buona fortuna, buona vita, grazie per le risate e per tutto il pesce
Posto solo per portare il numero di commenti a 69.
RispondiEliminaAlmeno 70. Penso di leggerti dai primi anni. È sempre stato bello tornare qui. Il tuo è il blog dell'ex videogiocatore sono gli unici che ho seguito davvero negli anni. Buona fortuna per tutto:)
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