venerdì 30 agosto 2013

68

Ieri, primo giorno di riapertura post-ferie, ho preso 68 pile da cambiare.
Sessantotto. Nuovo record assoluto.

Dopo le 45 unità, ho iniziato a prenderle per Sabato (due giorni di attesa), perchè non vorrei uccidere il tecnico, anch'egli appena rientrato dalle vacanze.

Diciamo che sono un po' demoralizzato da una portata tale di traffico, ma proviamo a tirare avanti, va.

(ricordatevi: le pile per me non sono "lavoro" e non costituiscono un granchè di incasso - fra le tasse e la parte al tecnico, ci faccio su circa 2 euro di guadagno. Che, ok, in tempo di crisi tutto fa brodo, ma credetemi se dico che il super-lavoro e lo sbattimento non vale la pena.)


venerdì 26 luglio 2013

La simpatia proprio


Nelle ultime settimane, la grande scusa per la quale i clienti non mi lasciano le pile da cambiare per il giorno dopo è prettamente stagionale: "devo partire".

Ho già espresso la mia totale indifferenza, se non totale fastidio, verso chi ha questo enorme problema della pila mentre sta per partire per tre mesi a metà giugno. Adesso che ormai si è agli sgoccioli della stagione lavorativa, la scusa si sente sempre più spesso, e a me frega sempre uguale. E alla fine il 90% di chi prima piange e dice "ma io devo partire", l'orologio me lo lascia.

Oggi, caso irritante.
Signora, orologio, pila.

"Sì, non c'è problema, me lo deve lasciare, è pronto domattina."
"Ma io parto!"
"Ehh... allora veda lei, purtroppo il tecnico le pile le cambia la sera bla bla bla bla"
"Ma dovrei rimandare la partenza di un'ora, per venire a prendere l'orologio domani!"
"Se non riesce a passare allora è meglio non lasciarlo, o se causa problemi. Altrimenti lo farà sistemare dove va in vacanza."
"Ma lei immagina che dove vado in vacanza troverò un posto che cambia le pile? Ma dai."
"Non lo so, un posto a volte si trova..."
"Ma no, è un'isola semi-deserta, ci sono solo le abitazioni sulla spiaggia per i turisti, ma non c'è un vero villaggio, c'è solo il mare e la spiaggia non una città."
"Bene."
"Vabbè, glielo lascio, ritarderò un po' la partenza."

Ma vaffanculo te, l'orologio, l'isola deserta tipo c’hai presente due chilometri di spiaggia vuota, il capanno in riva al mare, vaffanculo ai pescatori che vi porteranno del pesce, le grigliate sulla spiaggia e vaffanculo alle canzoni di Battisti cantate a squarciagola fino all’alba. Non me ne frega niente di dove andrai, nè del tono di vanità con cui lo annunci. Spero tu l'abbia letto in faccia, quanto non ne sono rimasto colpito.

E per chi ha colto la citazione, alla signora dedico anche tutte le belle parole che fanno da ritornello alla canzone ;)

Buona Estate a tutti, ovunque voi andrete. In città, al mare, nel capanno, in montagna: riposatevi un po', se riuscite. Io ce la metterò tutta - mi mancano ancora un po' di giorni di lavoro, ma poi non vedrò nessuno per qualche settimana. Ahhhh...

giovedì 18 luglio 2013

I reperti de la mer...

Carissimi lettori,
benvenuti ad una edizione speciale del nostro documentario sui segreti del mare. La mer, in francese... una lingua così raffinata. La mer.
Nell'episodio di oggi il nostro orologiaio/documentarista ha scovato un reperto che, stando alle incrostazioni, dovrebbe risalire ai tempi del Titanic.
Troppo tempo è stato in acqua, troppo rovinato l'acciaio: tutto ci riporta alla bella epoque, quando gli orologi erano cosa da ricchi, ricchi che andavano a la mer.
Ecco le emozionanti foto del reperto. Notate la sfrisatura, l'usura data dai pesci che han cercato di mangiarlo, e soprattutto le incrostazioni che assomigliano a conchiglie. Vongole all'interno del cinturino? E su tutto, ruggine velenosa...




Come?
COME?
E' un cinturino che una signora si è tolta dal polso e ha chiesto di cambiare la pila, come se niente fosse? Non sono conchiglie, le incrostazioni? La ruggine è comunque ruggine?
Spero aveste già mangiato, prima di studiare i dettagli delle foto, e pensare che c'è gente (che si dà anche un tono, tra l'altro - ed è quello che mi fa più schifo, più delle condizioni dell'orologio) che va in giro con al polso questa bomba batteriologica...

giovedì 4 luglio 2013

Città di Merda

Come sempre in Estate, sparisco a causa di parecchi impegni extra-negozio e per una generale stanchezza che mi prende in attesa delle vacanze.
Ma una storiella veloce meritate di leggerla, solo per il gusto di fare infamare una signora snob sugli ottanta anni tutta ingioiellata il 4 Luglio.

"Buongiorno, l'ottico mi ha mandato qui per cambiare una pila, visto che loro non lo fanno." (estrae orologio cinese da 4 euro)
"Sì, non c'è problema, me lo deve lasciare, viene pronto per domani."
"No bello, io non le lascio niente perchè non sono di queste parti."
"Se non riesce a tornare in effetti è un problema, allora niente..."
"Ma non può farlo lei?"
"No mi spiace, io mi occupo solo delle vendite." (per inciso, la tizia era il cliente numero 34, dopo due ore dall'apertura. Ero già abbondantemente massacrato di lavoro)
"Comunque vive in una pessima città, lo sappia."
"Ah sì?" (interesse delle sue dichiarazioni = zero)
"Sì. Vado dall'ottico per la pila e mi mandano qui, vengo qui e devo aspettare domattina. E' proprio una città con servizi di merda. Dove abito io, me lo fanno subito il servizio."
"Ah... capito. Beh allora vada dove abita, che problema c'è?"

Se n'è andata senza salutare, la signora ingioiellata e fine.

Che dite, devo scrivere al sindaco della mia città, per dirgli di questo gran problema?
Mi toglieranno la cittadinanza per il gran disservizio che pone vergogna all'intero comune?

martedì 7 maggio 2013

Bipolare

Arriva un tizio sulla cinquantina, con un orologio a lancette di quelli con anche cronometro e suoneria. E' un movimento complesso, se non lo conosci e soprattutto se non hai le istruzioni (o più probabilmente, se non ti vuoi applicare nemmeno per 3 minuti a leggerle), è piuttosto difficile saperlo regolare, non è una cosa che 'viene di istinto'. Ma ovviamente, essendo il mio lavoro, so bene come fare a regolarlo, su richiesta. Il fatto è che il cliente entra con l'orologio in mano, dicevamo, e disperato mi dice:

"Ma lei lo sa mettere a posto? Bisogna cambiare l'ora, ma non ci riesco, e poi ho sempre paura che l'orologio mi perda qualche secondo ma non so regolarlo di fino, per sincronizzare i secondi. L'ultima volta che l'ho fatto ci ho messo mezz'ora e adesso non mi ricordo come si fa!"


Gli inizio a rispondere che sì, so come si fa, e che comunque c'è tutto scritto sul libretto delle istruzioni. Prendo l'orologio in mano e avvicino le dita alla corona, quando..

"No ma aspetti! Non lo tocchi! Così me lo sballa tutto!"
"Non si preoccupi, so come si sistema, se vuole poi lo sincronizziamo anche sui secondi."
"No, no, non me lo sistemi, al momento è perfetto, non vorrei che si sballasse e succedessero casini!"

Gli dò indietro l'orologio. Che tra l'altro era appunto un'ora indietro.

Ma quindi io mi chiedo: ma cosa voleva, questo individuo? Cos'era, un controllo qualità della azienda che produce quella marca di orologi, per vedere se i rivenditori sono capaci di dare le spiegazioni sui modelli che vendono?

venerdì 19 aprile 2013

Che gente.

Ma che gente c'è in giro?
Me lo chiedo ogni giorno, e ogni giorno vedo di peggio.

Tizio, circa 40 anni, parcheggia la sua bella bicicletta davanti alla porta del negozio (impedendo così l'ingresso a chiunque altro), ed entra con un orologio in mano: automatico da quattro soldi, piuttosto vecchio, roba da bancarelle dell'usato.

"Salve, ho comprato questo orologio per venti euro, vorrei sapere se vale di più."

In testa la mia risposta, l'unica possibile, è: "Ma a me cosa me ne frega?". Comunque, rispondo. All'inizio cerco sempre di essere gentile con tutti.

"Mah, non so, non è un orologio di marca, non ne vendo di questo tipo, non so cosa possa valere.
"No ma io non lo voglio vendere, voglio sapere quanto vale.
"Se l'ha pagato venti euro, varrà venti euro, non so."
"Non è costoso?"
"No, di sicuro non è un modello costoso o di marca, ma non poteva chiedere quando l'ha comprato? Ma dove l'ha comprato?"
"Mah, no, l'ho preso da un barbone, vorrei sapere quanto vale."
"Senta, non lo so. Se lei l'ha pagato 20 euro, calcoli che vale 20 euro."
"Ma non voglio venderlo, non deve trattare sul prezzo."
"Senta, NON-LO-SO. Non tratto questi orologi, non so il prezzo, le posso dire che non è di marca e non è un grande orologio, ecco."
"Ma è a pila?"
"No, è automatico, funziona col movimento."
"Ah, allora un bell'orologio. Arrivederci, grazie."

Bah.
Che gente.

(ps: l'ha preso da un barbone?!?!?!?!?!?!?)

mercoledì 10 aprile 2013

Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca. Il mattino ha l'oro in bocca.

Stamattina mi sono svegliato prestissimo, ed essendo di buon umore e non avendo particolari cose da sistemare in casa, ho deciso di andare in negozio MOLTO presto, per sistemare lì un po' di cose, ascoltando musica ad altissimo volume e senza interruzioni da parte dei clienti.
Quindi, sono fuori dal negozio, indossando il casco integrale e quasi irriconoscibile, alle 08:20. Un'ora prima dell'orario di apertura.
Apro il portone per parcheggiare la moto, e appena mi volto c'è una settantenne. Oggi il primo cristone della giornata parte presto, un'ora prima dell'orario di apertura.

"Lei è dell'orologeria?"
"Eh."
"Apre?"
"Sì fra un'ora"
"Ehhhh, ma nooo!"
"Sì, c'è scritto anche sulla saracinesca l'orario di apertura."
"Ma devo solo cambiare un cinturino!"
"Purtroppo deve tornare quando apriamo."
"Ma adesso lei entra?"
"Sì ma devo sistemare delle cose mie."
"Ma non si lavora così!"
"Come lavoro lo decido io, e se c'è scritto un orario, io apro a quell'orario, non alle OTTO E VENTI."
"Eh ma..."
"Veda lei, se vuole fare un giro e tornare dopo bene, sennò pazienza."
"Ma io..."

Ho preso la moto e sono entrato, chiudendo il portone.

Ma io dico: che cazzo ci faceva una "cliente" fuori dal negozio un'ora prima? Ma questi dementi, a che ora iniziano l'appostamento per il fondamentale rito di rompermi i coglioni a 0,5 secondi dall'apertura della saracinesca?
Rendetevi conto che alle 8:20 la città è deserta, solo gli impiegati e gli studenti si aggirano per le strade vuote... ma la vecchia-zombie ha l'istinto primario di cambiare il cinturino, SUBITO!

martedì 2 aprile 2013

Colpa mia... ovvio.

Una delle cose che odio di più di questo lavoro è il fatto che, per il cliente, sia sempre colpa mia. Parlo proprio così in generale: per qualsiasi orologio mai creato e mai indossato a cui sia successo qualcosa, la colpa è sempre mia. Il cliente varca la porta e subito parte all'attacco, perchè è-sempre-colpa-mia.
E' un atteggiamento che proprio mi dà fastidio, denota malafede unita a stupidità, due cose che non sopporto.
Esempio di oggi.
Entrano marito e moglie, sulla cinquantina.

Uomo: "Sì buongiorno. Allora, un mese e mezzo fa circa mi ha cambiato la pila a questo orologio. Ieri mi è caduto e si è aperto il fondello, forse non l'aveva chiuso bene?"

Sto per replicare che FORSE il colpo non è che abbia giovato alla tenuta del fondello, ma la moglie mi precede.

Donna: "Ma scusa ma l'hai fatto cadere? Se è caduto di piatto si sarà aperto per quello!"

Uomo: "Eh no, ma forse la pila..."

Donna: "Vabbè faglielo controllare, è già buono se non si è rotto, l'orologio."

Avrei potuto star zitto, ma mi andava di rincarare la dose, dicendo finalmente che in effetti la caduta non gli ha fatto bene, e che se il fondello è stato chiuso per un mese e mezzo, mi sa che l'avevo chiuso bene.

Avrei potuto chiudergli subito il fondello, ma per punizione l'ho rimandato a domani. E, no, non pagherà niente, il fondello l'ho chiuso in 15 secondi, però il gusto di metterli in punizione è sempre ottimo.

giovedì 14 marzo 2013

Minority Report

Ecco un cliente che, a scapito dei suoi cinquanta anni, vive già nel futuro, dove i pre-cog leggono la mente e anticipano i crimini.
Riporto direttamente il dialogo dal suo ingresso, che tanto è veloce.

"Buongiorno!"
"Buongiorno, dovrei cambiare la pila."
"Sì, non c'è problema, me lo deve lasciare, è pronto per domani."
"Non adesso?"
"No, mi spiace il tecnico lavora la sera e quindi è sempre pronto per il giorno dopo"
"Ma scusi, lei mi fa entrare in negozio, mi fa tirare fuori l'orologio, e poi mi dice che non me lo fa subito? Non poteva dirmelo prima?"
"Mah, uhm... beh, comunque è per domani, veda lei che fare."

Nota 1: alla fine ovviamente l'ha lasciato, fra mille lamentele.
Nota 2: ma quindi dovrei leggere nel pensiero, per avvisare prima ancora che il cliente entri, che la pila è per domani? A volte la gente nel negozio entra per comprare, altre per cambiare il cinturino, altre volte per ritirare l'orologio lasciato il giorno prima. E poi quanto tempo gli ho fatto perdere, per entrare nel negozio ed esporre il problema? Circa 25 secondi di dialogo? Un dramma!

Se potessi leggere nel pensiero, più che minority report farei un reportage sui minorati...

martedì 26 febbraio 2013

Non accettare orologi dagli sconosciuti

E' una storia risalente all'anno scorso, direi che sia il momento di raccontarla, visto quanto è gustosa!

E' il periodo delle comunioni. Si vendono tantissimi orologi per bambini - il problema però è che spesso li comprano i nonni per i nipoti, e li scelgono con gusti da nonni, fregandosene dei miei consigli.
Quindi il negozio è come sempre pieno di anziani, anche se questa volta sono qui per comprare e non solo per le pile. E' un passo avanti.
C'è questa particolare coppia di settantenni che è in negozio da almeno 15 minuti, richiedendo la mia attenzione totale nella ricerca di un orologio per il nipote. Dopo aver visto di tutto (e aver ignorato qualsiasi mio consiglio), stabiliscono che un Casio digitale può andar bene. Consiglio quindi quelli della linea Baby-G, ovvero piccoli, indistruttibili, perfetti per il polso di un bambino di 9 anni a loro detta 'magrolino'. Ma a loro piace anche un G-Shock - è egualmente indistruttibile, ma è enorme. Non va bene per il polso di uno di nove anni. Glielo dico una, due, tre volte, poi servo un paio di altri clienti lasciandoli a discutere, ma loro non riescono a trovare la soluzione. Non credono alle mie parole, ai miei consigli di lasciar stare orologi enormi per bambini.
Al che, il colpo di genio della donna.

"Aspetti! Sta passando un bambino per strada, mi apra la porta, ha la stessa corporatura di mio nipote, aspetti che vado a chiamarlo e provo a chiedergli se può indossare l'orologio!"

Basito, apro la porta. La signora va veramente a bloccare il bambino (fortunatamente accompagnato dalla madre), e riesce a trascinarli in negozio.
La madre non sembra proprio felicissima, ma vabbè, fa porgere il polso al bambino, io gli allaccio l'orologio, è evidentissimo quanto il G-Shock sia enorme.
I due anziani si consultano, dicono che poi non è così grande, ma gli fanno provare anche il Baby-G, che decisamente sta meglio.

Tolgo l'orologio al bambino, e la sua reazione è girarsi verso la mamma e dirle che in effetti le è venuta voglia di un orologio, come regalo per la promozione.

Direi che come pubblicità poco subliminale funziona bene: importunare bambini per strada, fargli provare orologi e poi mandarli via a mani vuote, ma con il desiderio per il futuro.

Madre (sempre più scocciata) e figlio se ne vanno, ringraziati dagli anziani.
Che però guardano ancora tutti i modelli digitali.
Io capisco che è giunto il momento di mollare il colpo, inizio ad ignorarli perchè alla fin fine li sto seguendo da 35 minuti, e c'è altra gente in negozio (TANTA gente).
Prendo qualche pila da cambiare, ne restituisco qualcuna, vendo un altro orologio per comunione (fase decisionale dell'orologio: "Buongiorno, voglio questo per mio nipote!" "Grazie arrivederci". Ahhhhh....), alla fine torno dagli anziani.

Ma niente, troppo difficile la scelta: se ne vanno.
Quaranta minuti buttati via. Quaranta minuti comprendenti il semi-rapimento di un bambino!

La storia però ha un lieto fine. Magari poi nemmeno tanto lieto. La settimana dopo torna l'anziano, da solo, e dice che alla fine hanno scelto.
Si prende il G-Shock.

Bravo, scelta proprio intelligente. Bravo.